La ragazza con le ali prese i suoi tre passi prima di volare, li percorse con respiri profondi come brividi.
L'uomo col cappello, dimenticò finalmente la pioggia, e guardò il cielo, oltre la striscia davanti agli occhi.
L'uomo dagli occhi di ghiaccio, si accorse del fascino rosso del fuoco, e cadde assieme alle sue lacrime.
La donna vestita di bianco, trafisse l'anima coi colori del sangue, tutti, tranne il rosso, tinsero la sua pelle.
La bambina scalza, contò i piccoli sassi sulla strada, avevano lo stesso numero dei suoi passi, scheggiati.
Tutti, in un solo momento, si accorsero che oltre le loro porte chiuse, non c'erano strade già battute, ma percorsi da inventare, da costruire, con l'essenza dei propri inganni, col sapore dei propri peccati, coi frammenti dei propri errori.
Niente risultava inutile, di quella nuova sensazione, ogni goccia, era per se, appartenente ad un'identità, finalmente.
Identità.
Nemmeno gli eroi avrebbero più fatto finta di tenerla nascosta. Non c'erano più parole a penetrare i nervi, se non per rafforzarli, tesi, come il vento.
Una forza nuova.
Senza nessun pregiudizio, scevro da considerazioni scadute come codici vecchi, striscianti.
Pugni chiusi.
A stringere quel nulla di cui s'intesse il desiderio ardente, il motivo a continuare.
L'uomo col bastone si chinò per batterlo per terra. Tre volte.
Come sempre mi accogli, come sempre, Roma, il rifugio dalle mie pene che viaggiano con me, eppure quando ti vedo spariscono, come sempre, Roma, mi accogli come se fossi ua tua figlia, Roma, mi vuoi come io ti voglio, e ci amiamo, Roma, ci amiamo lontane da tutti, in te sento la mia essenza, Roma, nei tuoi rossi di cielo vedo il mio sangue, nei tuoi albori un sorriso innamorato, Roma, ho sbagliato tutto, ma il tuo calore mi fa sentire viva come se avessi ancora tempo per rimediare, tu mi dai sprazzi di me, Roma, e a sprazzi ti vivo e mi vivo, quando tu come sempre mi accogli, come sempre, Roma.
Accarezzami, stringimi, amami, fa che io sia il centro dei tuoi pensieri, che il tuo respiro sia il mio, riempimi del tuo sapore, sciogli le mie paure e liberami, coccolami, odorami, mordimi e assaggiami, vivrò di te, ogni tuo desiderio avrà la mia voce, il tuo sguardo i miei occhi, il tuo profumo l'odore del mio dolce nettare, il tuo cuore si fonderà col mio nella parola amore.
Questa notte pioveranno le mie belle, questa notte rimarrò con il naso all insù ad aspettar le stelle.
Almeno tre per poter accarezzare i miei pensieri, almeno tre per poter realizzare i miei desideri.
Staccatevi da la dove non vi posso vedere. Mosratevi a me con la vostra luce.
In movimento vi farete spazio tra le invidiose che rimarranno lì ferme ad apettare il loro turno per farsi nuovamente notare.
Stelle cadenti che avete sempre accompagnato i miei momenti più belli parlatemi ancora, parlatemi stanotte.
Scendete e fatemi emozionare. Con il naso all insù e in punta di piedi, con l illusione di potermi avvicinare, vi sussurrerò tre desideri, tre pensieri, tre piccoli sogni che vorrei realizzare.
Caro amico, oggi più che mai ho bisogno del tuo affetto Le mie giornate diventano ogni istante più tristi Le mie lacrime sempre più bagnano il mio viso ed il mio cuore si stanno frantumando in piccoli pezzi per un amore non corrisposto. Amico, sei l'unico con cui poter parlare perché non esisti sei qualcosa di astratto un essere che solo la mia mente conosce e forse proprio per questo mi rivolgo a te. Perché non ci sei perché non mi puoi giudicare come il resto delle persone.
Sì, lo so è una stupida idea dire che un giorno sarai mio, anzi devo trovare la forza di dire che sarai solo un caro amico come tanti altri ragazzi. Sì, lo so che non avrò mai i tuoi baci e non potrò mai stringerti a me per dirti ti amo.