Guardavo il mare ed il luccichio dei raggi del sole, le onde sembravano portare risate lontane, tra i sassolini si muovevano furtivi piccoli granchi, mamma gabbiano volava in cerca di cibo. Incominciai a lanciare, distrattamente, dei sassolini, vidi i cerchi che si facevano spazio tra le onde, facendo riaffiorare immagini sepolte nella memoria, l'acqua mi parve cambiare colore, diventando cristallina. All'improvviso vidi la mamma gabbiano precipitare, s'abbattè sulla riva con un tonfo sordo, istintivamente le corsi accanto, aveva un'ala insanguinata e un pesciolino le cadde dal becco. Qualcuno l'aveva colpita, per divertimento, con un sasso, mentre tentavo di curarla, mi vennero alla mente i tanti sogni, abbattuti in volo dalla malvagità di uomini troppo razionali, che non comprendono più il linguaggio del cuore... Una mano nodosa si posò sulla mia spalla, mo voltai e sprofondai in due occhi di ghiaccio, il viso era quello di un vecchio dai bianchi capelli, provai un grande calore e tentai di risollevarmi. Il vecchio, sorridendomi, m'accarezzò ed io vidi tanti piccoli cuori con le ali danzare sulla spiaggia, poi un grande arcobaleno sfolgorante si materializzò davanti, tanti cavalli alati irruppero galoppando sulla spiaggia. I cuori si tramutarono in bambini che si rincorrevano allegri, i cavalli li fecero salire in groppa e li vidi volare in alto, volevo seguirli, ma restai impietrito, perché vidi me stesso bambino cavalcare uno dei cavalli. Strinsi forte la mamma gabbiano, che ebbe un sussulto, il vecchio la prese tra le sue braccia e si mosse, solo allora mi resi conto che anch'io ero tra le sue braccia, lui mi tranquillizzò rivolgendomi dolci parole. "Stai guardando le anime degli uomini alla ricerca d'amore", m'accorsi che ora mamma gabbiano volava felice in alto, il vecchio era sparito, in una nube di luce, la mia anima mi sorrideva ed il cuore cantava parole d'amore...
Distrutto l'argine della dignità, si apre una voragine sotto di me, sprofondo negli inferi, colmo di desideri raccapriccianti, di diaboliche architettazioni. Sto valicando il confine della perdizione, fiumi di lava fiammeggiante, corrompono e travolgono al loro passaggio, tutta l'energia vitale che incontrano. Un angelo nero, sorride beffardo, oramai sicuro della sua vittoria, del suo potere, egli emana effluvi imbrattati di malvagità, con gli occhi iniettati di sangue, mi fa segno di seguirlo, ed è in quell'istante che abbandono lo stato di torpore e lo trafiggo con la mia anima, dilaniando la sua malvagia essenza, l'incubo è finito... tra le tenebre un altro angelo nero.
Lo senti quello stranio ticchettio... Non è cuore, non è saggezza e non virtù. È pura follia allo stato brado. Mi invade, mi stringe, mi ama. Più la cerco e più mi sfugge... e va... lontana come la luna... semplice come il ruscello...
E qui su questo lenzuolo bianco... Il mio pallido cielo è ormai sbiadito... La mia luce fugace... non è più.
Rimane solo silenzio. Armonia. E in un battito d'ali sono già lassù. Con te.
Un sorriso, il lavoro, un gioco, una preghiera... e siamo giunti a sera!
Una sera apparentemente Calma, tranquilla; una sera stellata, una sera come tante, dove ogni uomo spera di potersi riposare nel proprio focolare! Mentre fuori chissà... Quanto male!
Ecco la speranza allora nel profondo di ogni cuore, che domani sia un giorno migliore... ma non solo per se..., ma per ogni persona di ogni bandiera, età, povera, ricca, italiana o straniera, bugiarda o sincera!
Perché per ogni bambino che nasce, ci sia un futuro d'amore un future di pace!
Com'è bella la vita Signore... Quando tu mi dai la gioia di viverla, Aiutando chi soffre, dando una mano a chi ha bisogno... stando accanto alle persone care!
Come sarà bella la vita Signore, per ogni momento in cui, tu mi darai la forza di donare... di amare; si... di vivere... e dire io esisto, io ci sono!
E vivere! Vivere! Ma come vivere...? vivere alla grande!
La malinconia mi porta a te ogni minuto, Non sapere se potrò rivederti mi smembra. Devo stare con te ancora per un po'. Amor mio, vivo la certezza di rivederti e l'angoscia di non riuscirci.
Aveva smesso di credere nelle favole; Aveva smesso di sognare, di fantasticare: Si sentiva sconfitta. Aveva voglia di piangere e di sfogarsi liberandosi di tutto ciò che teneva dentro, ma ormai le lacrime da versare erano esaurite. Aveva perso le forze di credere in una via d'uscita dalla sofferenza, dalla confusione... Pensava che un gesto piccolo e semplice come un sorriso sincero, fosse talmente impossibile per lei... Un masso da sollevare da sola... Passò il tempo:... Cura di tutti i nostri mali. Finalmente qualcuno, nel momento giusto, appoggiò la mano accanto alla sua e la aiutò a spostare quel pesante ostacolo che si poneva tra lei e la felicità... Oltre il velo della tristezza... Aveva smesso di credere nelle favole, la volevano convincere che non poteva più essere una bambina. Invece sarà eternamente piccina: Quella che era caduta e si era rialzata seguendo un cuore che poi l aveva abbandonata, cadendo per l'ultima e dolorosa volta, tornò a gattonare dopo un lungo periodo. Aveva smesso di credere alle favole, ma oggi corre, tenendo per mano la felicità e ascoltando favole in continuazione...