Attreverserei deserti, navigherei mari, ruberei stelle e spegnerei soli se solo tu fossi ancora mia, se solo potessi darmi ancora un volta la tua mano, se solo sfiorassi di nuovo le mie labbra per cullare poi un cuore malato. Toccami ancora, fallo di nuovo finché puoi, sorridi ancora e poi chiudi gli occhi, andrò via sulle punte, tra sguardi inchiodati e lacrime pesanti, che questo mondo non è più mio, che questa vita non sa intonare le mie corde, che qualche Dio ha deciso così. Nel vento troverai la mia voce, nell'acqua le parole che ti avrei detto, nel fuoco le emozioni che ti avrei regalato, e solo quando l'aria si farà bruna volgi gli occhi al cielo e se puoi ridi di quel pazzo seduto sulla luna.
Fui interrotta da una voce semplice ma nemica. Ciò mi sconvolse. Tutto sembrò immobile e privo di sensi solo la mente era viva. Non riuscivo a parlare, ma solamente a capire. Troppe emozioni in un istante. Per un attimo ho visto il profilo di ogni cosa!
Sarò vento d'amore, dall'altra parte del mondo, userò le ali del cuore d'argento che tu mi doni nel frattempo, dell'addio ricordo del dono, di un abbraccio di parole che in un anno che se ne vanno! Brividi, la via dei miei passi, senza arrossire, due mani che mi stringono... Canto d'inverno il cielo di domani, foglia del vento la metamorfosi dell'innamorarsi, a senso unico, un nome... Amavo!
Cosa farei! Se fossi come l'onda del mare lunga, fuori, dal tempo. Cosa darei! Per quelle tue parole... Sinfonie di un miraggio dritto al cuore, nascosto dietro una lacrima. Notte di lucciole, la mia, tu solo, puoi tenermi stretta, mio dolce silenzio... pirata del cuore, resta con me! È così che succede! Siamo petali di stelle, cadenti, ritaglio di una fine. Dove veglia il vento del nulla. Fili di seta, che attraversano la mente, l'essenza dell'anima onnipotente. Perdonami amore dolente, dal viso spezzato da quella morte indecente.
Tu, sapore di seta, colpo finale di uno spazio vuoto, forse nero... della strada più bella... paura di non poter volare. Anima in corsa, nessun senso, a trafiggermi con immagini d'amore durante la notte. Fede, l'opera celeste, non ho che te... un amore mai nato, il profumo della vita, occhi che meno male vorrebbero rispecchiarsi in te... avevo un sogno, ora assaporo l'addio, come farfalla. Ma tu... un angelo accanto a me sei.
Sei cresciuta bambolina rannichiata tra le mie braccie attraversando il giorno e la notte con il cuore che tremava di fronte la realtà fredda o che sorrideva in una giornata di sole.
Finché, matura hai scelto di farti una vita tutta tua senza di me.
Ed è stato solo allora che ho capito che non è la bambina a prendersi cura della sua bambolina.
E adesso tiri dritta, non cerchi più i miei occhi tra la gente, provo a chiamarti ma muro ormai divide un cuore che non sente. Sogni cercati evadono dal fondo mio dell'anima, faccio di tutto per non farli andare via per trattenere questa favola che già sentivo mia. Mi faccio strada tra i dubbi e le domande rimaste in sospensione, ma non trovo risposte forse non c'è ragione. Socchiudo gli occhi e ascolto nel silenzio quel che resta di una splendida emozione.
Guardavo il mare ed il luccichio dei raggi del sole, le onde sembravano portare risate lontane, tra i sassolini si muovevano furtivi piccoli granchi, mamma gabbiano volava in cerca di cibo. Incominciai a lanciare, distrattamente, dei sassolini, vidi i cerchi che si facevano spazio tra le onde, facendo riaffiorare immagini sepolte nella memoria, l'acqua mi parve cambiare colore, diventando cristallina. All'improvviso vidi la mamma gabbiano precipitare, s'abbattè sulla riva con un tonfo sordo, istintivamente le corsi accanto, aveva un'ala insanguinata e un pesciolino le cadde dal becco. Qualcuno l'aveva colpita, per divertimento, con un sasso, mentre tentavo di curarla, mi vennero alla mente i tanti sogni, abbattuti in volo dalla malvagità di uomini troppo razionali, che non comprendono più il linguaggio del cuore... Una mano nodosa si posò sulla mia spalla, mo voltai e sprofondai in due occhi di ghiaccio, il viso era quello di un vecchio dai bianchi capelli, provai un grande calore e tentai di risollevarmi. Il vecchio, sorridendomi, m'accarezzò ed io vidi tanti piccoli cuori con le ali danzare sulla spiaggia, poi un grande arcobaleno sfolgorante si materializzò davanti, tanti cavalli alati irruppero galoppando sulla spiaggia. I cuori si tramutarono in bambini che si rincorrevano allegri, i cavalli li fecero salire in groppa e li vidi volare in alto, volevo seguirli, ma restai impietrito, perché vidi me stesso bambino cavalcare uno dei cavalli. Strinsi forte la mamma gabbiano, che ebbe un sussulto, il vecchio la prese tra le sue braccia e si mosse, solo allora mi resi conto che anch'io ero tra le sue braccia, lui mi tranquillizzò rivolgendomi dolci parole. "Stai guardando le anime degli uomini alla ricerca d'amore", m'accorsi che ora mamma gabbiano volava felice in alto, il vecchio era sparito, in una nube di luce, la mia anima mi sorrideva ed il cuore cantava parole d'amore...
Distrutto l'argine della dignità, si apre una voragine sotto di me, sprofondo negli inferi, colmo di desideri raccapriccianti, di diaboliche architettazioni. Sto valicando il confine della perdizione, fiumi di lava fiammeggiante, corrompono e travolgono al loro passaggio, tutta l'energia vitale che incontrano. Un angelo nero, sorride beffardo, oramai sicuro della sua vittoria, del suo potere, egli emana effluvi imbrattati di malvagità, con gli occhi iniettati di sangue, mi fa segno di seguirlo, ed è in quell'istante che abbandono lo stato di torpore e lo trafiggo con la mia anima, dilaniando la sua malvagia essenza, l'incubo è finito... tra le tenebre un altro angelo nero.