Frastornati da spot pubblicitari, abbagliati da ammiccanti insegne luminose, noi, aborti di speranza, ci aggiriamo nell'anonimato cittadino. Ingoiamo acerbi Frutti di solitudini, beviamo a fonti inquinate di egoismo e delusi trasciniamo valigie vuote di fraternità. Ci scuote improvviso Un fischio acuto: ripassa il treno del primo Natale della storia. Anche ora, sei Tu, o Signore, che trepido, speranzoso attendi ancora la nostra travagliata nascita all'amore.
Or tu lo vedi anima mia come veloci si schiudono e avvizziscono tra rovi i petali della vita come flutto alla riva va e viene il respiro come fra il tutto e il niente faccia spola la morte. Tu sai cosa è che si insinua tra la carne e le costole e si fa strada fino al cuore ed è più forte del dolore che sonda il vuoto del nulla! Su, vieni alla sagra del bene e della luce adornati e adduci il cuore non fingerti stanca esulta danza e canta: il biglietto di ingresso non è poi così caro costa solo un volo d'ali e pur senza domani ci allumerà un chiarore. Accompagnatrice del corpo batti le tue piume nell'aria eterea allietati e vibra d'amore discendi nell'essenza delle cose e vivi squarta brune e silenzi caricati di sorrisi e di sole! Pure la cicala all'imbrunire, sai, tra le erbe secche canta.
Dalla terra provengono e alla terra ritorneranno. Polvere alla polvere cenere alla cenere; onore a chi combatte morte a chi si nasconde nel buio della mente attaccare o non attaccare, rischiare o restare nascosto. Ora chi è l'eroe chi si ritira o chi combatte per la patria? Sta solo a noi scegliere chi essere: luce o ombra amare o odiare e ognuno sceglierà la propria strada.
Dov'è l'acqua chiara che vidi passare sotto il silenzio del placido cielo i sogni che ebbi nelle notti felici l'amore che baci e carezze promise! Tutto vanisce nell'intervallo fra me e me, fugge il tempo affonda passati anni vissuti l'oblio si allungano ragne e fuliggine. Oh sabbia fine che scorri nella clessidra un me finito si consuma tra scorci di albe e di tramonti! Passo, vivo e sparirò senza aver visto tutto seguo il fiume della vita, come chiunque altro immerso mi adatto a sopravvivere anticipa la sonda dello sguardo acuto la mia penombra e nulla posso fare per interrompere il niente incipiente che vedo nel suo candore annerito. Senza luce nella luce, sub umbra, mi accorgo ancora di me tra straniamenti mi distendo addormentandomi vecchio e ansante nella mia ignoranza di sempre.
Un bacio è l'incontro tra due sentimenti accesi, mai spenti ti addormenti pensando a lei lei che ti fa palpitare il cuore di vero amore un amore mischiato al dolore da un sapore di passato rinnegato ogni sentimento dimostrato.
Non ho più paura, non dovete avere paura, il male fa paura, ma! Per chi ha perso tutto, la paura non esiste per chi ha ripreso il sentiero della ragione la paura non esiste c'è solo il suo grido affinché qualcuno abbia il coraggio di tenderle la mano per non restare lei solo un numero o la vittima da immolare Che l'arrivo del Santo Natale giunga al cuore di chi! Giudice terreno abbia il coraggio di aiutare chi non ha più manco i soldi per mangiare Ma siamo diventati matti? Sentiamo in tv l'aiuto che danno i giudici a tanta gente Mi son detta, ma questa donna non vale niente?
Guardi avvocato questa donna non ha più soldi nella tasca Allora stia quieta torni a casa qui nulla si può fare Avvocato!...
Io che vorrei tenderti la mano, io che vorrei volarti come un gabbiano sento quel dolore umano che mi porta sempre più lontano... lontano da te che accechi in una stella, sempre la più bella, perché sempre la più bella. Sogno un mondo nuovo, nell'alba e all'aurora, di noi riempio il cielo, anche se tutto non sembra vero, spero nella vita, spero nella nostra vita... Lontano da te che accechi in una stella, sempre la più bella, sempre la più bella. Ho colto fango, ho colto pioggia, sono arido di sguardi e di traguardi, ho pianto gli occhi della tristezza ma rinascerò in fretta, purché tu non sia maledetta... Io che ho allungato la mia mano come a tenderti il mio aiuto, ti chiedo scusa se di te non ho voluto l'amore.
Adoro scivolare sulla tua pelle: adagiare i miei occhi su di te, comprimere i miei baci, affondare la mia bocca sulla tua, e lasciare che l'estasi diventi felicità anche se per un solo attimo di sogno.
Scendono parole dal cuore, pensieri che dalla mente si gettano al foglio: non so se siano davvero miei non so se la percezione reale del mio io si confonda, e quanto, o meno, nella sensazione effimera chiamata comunemente sentimento... So solo che questo getto d'anima è l'unico sfogo possibile per rendere la vita palpabile. Tutto il resto è costruzione.
Rimango qui, disteso e solitario con lo stomaco che urla disperato. Risoluto a non alzarmi né avrebbe senso aprire il frigo se dentro non culla nulla che mi ricordi il tuo sapore amore.