Scritta da: Maria Concetta Arcioni
in Poesie (Poesie personali)
A volte
A volte la luna è timida,
a volte è silenziosa.
Forse
per non svegliare
tutte le stelle
che brillano
dietro di lei.
Composta venerdì 20 febbraio 2009
A volte la luna è timida,
a volte è silenziosa.
Forse
per non svegliare
tutte le stelle
che brillano
dietro di lei.
Dopo il loro arrivo qualcosa era cambiato in lui. Tutto ciò che prima appariva familiare ora si manifestava come un nuovo sconosciuto. Come se un estraneo si fosse impossessato del suo corpo e lui vedesse solamente la sequenza irrefrenabile dei fatti. Pur non capendo il perché di tutto ciò in cuor suo sapeva che era un addio come diceva dopotutto un certo Giulio. Alea iacta est.
Quella sanguigna rosa sul cruscotto da giorni...
Abbracciata da un velo trasparente...
l'ammirai, irradiata dal sole, intristendomi giacché ormai avvizzita...
Nel sudario vetrato innumerevoli gocce scintillanti...
Condensa?
O Lacrime per la nostalgia di non esser mai stata donata?
Ho impiegato più tempo del solito a trovare le chiavi di casa, ad aprire la porta e ad entrare.
Chissà... forse perché il mio solito mal di testa non mi dà tregua... eppure mi sarebbe dovuto passare.
Mi fermo per un attimo a pensare, appoggio la schiena all'uscio e chiudo gli occhi.
Solo per un attimo... poi, con un sospiro di liberazione, spingo la porta alle mie spalle fino a sentirne lo scatto di chiusura.
Mi dirigo verso la mia stanza.
Qui è tutto come prima, come quando sono uscito.
Gli oggetti sparsi per terra... lì... dove li avevo lasciati cadere.
La finestra spalancata e il solito venticello che muove le tende,
la scrivania sempre coperta di carte e disegni e il letto ancora da fare.
Per un attimo penso al presente, al passato, al futuro.
Un altro sospiro e mi seggo alla scrivania.
Raccolgo un foglio di carta e una penna e scrivo queste poche righe.
Com'è tutto diverso ora!
Come sono diversi i miei pensieri!
Forse sono diventati inutili!
Eppure... eppure sono passati solo pochi minuti!
Continuo a scrivere anche se un brusio giù in strada mi distrae.
Mi fermo perché il vocio si fa sempre più insistente.
Il rumore mi infastidisce.
Mi alzo e mi dirigo alla finestra.
Mi affaccio e guardo verso il basso,
anche se già so di che cosa si tratta.
Vedo la solita folla di curiosi,
la polizia,
l'ambulanza che si avvicina,
qualcuno che copre il mio corpo con un telo bianco.
Come posso fare ancora l'amore,
quando
se penso all'amore
Rivedo i suoi occhi,
ormai lontani,
celarsi dietro alle palpebre come per eterna ingenuità.
Risento i suoi gemiti sbocciare dalle labbra,
ormai lontane,
come scorrere di un fiume senza fine.
Riprovo il brivido dei suoi abbracci,
ormai lontani,
come morsi che straziano la carne di piacere
Rivivo l'attimo,
ormai lontano,
di un tuono che illumina l'oscurità.
Come posso far ancora l'amore,
quando
il mio corpo è indissolubilmente legato alla mia anima,
ormai lontana...
Come amare ancora se l'odio non ha percorso il mio cammino?
Sulla stella della solitudine ogni tanto atterra
il spirito libero di ogni poeta.
Anch'io mi ritrovo qui abbandonata dalla mia forza,
con le spalle al muro, rannicchiata, piccola e sola.
Succede, che non credo più, mi prende la paura,
sparisce senza lasciar traccia la mia infantile allegria.
Sogni colorati, sorrisi vivi, obiettivi
appaiono da qui irraggiungibili illusioni
e tutte le delusioni dolorose, ma superate
pesano ancora tonnellate sulle mie spalle.
L'inesauribile bisogno d'amore,
il bisogno continuo delle conferme e del calore
adesso sono un tormento, quasi un dolore.
I dubbi stringono da ogni lato il cuore.
Ogni tanto temo anche la spensierata felicità,
che mi regala la mia esagerata sensibilità,
che è rimasta intatta tutto il tempo nell'anima,
ma è spesso in conflitto con il mondo, e non da tregua.
Siamo strani con i nostri spiriti liberi, noi poeti,
ci nutriamo da alti e bassi, da ogni tipo d'emozioni,
tanto incompresi, malintesi, quanto indifesi.
Ci tratteniamo un attimo sulla stella della solitudine
per poi sbocciare le ali e ripartire,
viviamo per amare,
viviamo per farci male,
e dopo la caduta da un volo alto e veloce
ritroviamo la vita tra le righe e tra le parole.
Nell'oceano dei suoi occhi
Estasiato mi sono lasciato annegare.
Impetuosi orgasmi scatena la sua nuda pelle
Petalo d'orchidea nella notte africana.
Vizioso il suo corpo si ciba del mio
Come fiera leonessa con la sua preda.
Questa è la donna che amo, l'unica
Regina del mio cuore, fino all'ultimo Tramonto.
C'è stato un tempo,
in cui ho cercato
con infinita pazienza
di abbattere tutti i tuoi muri.
Senza far rumore,
sono arrivata al tuo Cuore.
In punta di piedi,
ho danzato fra i sogni tuoi.
Con mano leggera
ho raccolto i pensieri,
e nella magia dei baci
la voglia furiosa di poter
realizzare tutti i tuoi desideri...
Mi sono sciolta in Te,
per diventare un'unica onda
nel grande mare delle nostre Emozioni.
Non ho mai bramato un "noi due",
ma un "noi"
unico e indivisibile.
Ho voluto, fortissimamente,
senza far rumore,
con la delicatezza dell'Amore...
Ora, finalmente so
che mi hai sentita,
mentre cercavo di entrare in Te
Ora, finalmente so
che non mi lascerai mai
scivolare via...
Stai piangendo, stai impazzendo...
la tua forte corazza si sta incrinando
Fragile Fiore dal cuore di burro
ti stai sciogliendo pigramente
nella pozza dei tormenti
di un amore distrutto
è tardi ormai
Il tempo è scaduto
e tutto è andato perduto
Siete tristemente sfuggiti
al tempo di "voi"
Nulla ritorna, tutto scorre...
anche se non vuoi
Solo per poco siete stati Farfalle
Quel "voi" ve lo siete lasciati alle spalle
riuscendo soltanto a percepirne il profumo
e a sfiorarne l'incanto che, son certa,
diventerà un amaro rimpianto
Sei pazza di Lui
ma non pazza abbastanza
per scordarti tutto ciò che è
e tutto ciò che non sarà mai...
Fragile Fiore
asciuga quegli occhi!
Corri incontro al futuro
Non rimanere imbrigliata
nel tuo passato oscuro...
Non esistono né figli di Dio,
né popoli eletti,
solo figli di prostituzione e popoli bastardi.
Esiste solo il potere, il denaro,
l'oppressione lo sfruttamento,
il genocidio dell'uomo, della natura,
l'ignoranza, il menefreghismo
l'arroganza, la superficialità.
Esiste il qualunquismo, l'ideologia becera, sorpassata
l'estremismo religioso, la violenza sui corpi, sulle anime,
il mattatoio sulle donne, sulla vita concepita, sugli anziani,
sui bimbi, sui malati, sugli indifesi.
Esiste l'intolleranza di classe, di cultura, di fede, sessuale
la prostituzione morale, fisica,
verso i potenti, verso i detentori dell'oro.
Non esistono né figli di Dio.
Né popoli eletti,
solo figli di prostituzione e popoli bastardi.