Poesie personali


Scritta da: Francesca Zangrandi
in Poesie (Poesie personali)
Sprofondo...
io sono nata per sprofondare
per conoscere del tutto questo immenso burrone.
C'è chi nasce per parlare di trucchi, di vestiti, di poitica e di cose terrene.
E c'è chi nasce per parlare di felicità,
chi nasce per dipingere colori.
Chi per sognare e basta.
Io sono questo, sono nata per esporre a voi ogni angolo possibile del dolore.
Sono nata per lamentarmi, per rimuginare, per dipingere sangue.
Sono nata triste e bugiarda.
Io sono nata maschera.
E sapete cosa vi dico...
sprofondo... nella luce.
Composta mercoledì 24 giugno 2009
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    Scritta da: Diego P.
    in Poesie (Poesie personali)

    Temporale notturno

    Bagliori effimeri nella notte
    Illuminano un corpo nudo
    Immobile sotto la pioggia estiva.
    Raffiche di vento tagliano la pelle
    Si insinuano nelle membra atrofizzate.
    Sfidando la furia della Natura
    Strillano i muscoli, duri come roccia
    Ribolle il sangue sotto incessanti gocce gelide
    Urla al cielo il predatore primordiale
    Troppo a lungo imprigionato in questo corpo.
    Composta giovedì 25 giugno 2009
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      Scritta da: Andrea Costantino
      in Poesie (Poesie personali)
      Dopo il loro arrivo qualcosa era cambiato in lui. Tutto ciò che prima appariva familiare ora si manifestava come un nuovo sconosciuto. Come se un estraneo si fosse impossessato del suo corpo e lui vedesse solamente la sequenza irrefrenabile dei fatti. Pur non capendo il perché di tutto ciò in cuor suo sapeva che era un addio come diceva dopotutto un certo Giulio. Alea iacta est.
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        Scritta da: Paul Mehis
        in Poesie (Poesie personali)

        La rosa su Christine

        Quella sanguigna rosa sul cruscotto da giorni...
        Abbracciata da un velo trasparente...
        l'ammirai, irradiata dal sole, intristendomi giacché ormai avvizzita...
        Nel sudario vetrato innumerevoli gocce scintillanti...
        Condensa?
        O Lacrime per la nostalgia di non esser mai stata donata?
        Composta mercoledì 11 marzo 2009
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          Scritta da: Alberto Vitolo
          in Poesie (Poesie personali)

          Ho impiegato più tempo

          Ho impiegato più tempo del solito a trovare le chiavi di casa, ad aprire la porta e ad entrare.
          Chissà... forse perché il mio solito mal di testa non mi dà tregua... eppure mi sarebbe dovuto passare.
          Mi fermo per un attimo a pensare, appoggio la schiena all'uscio e chiudo gli occhi.
          Solo per un attimo... poi, con un sospiro di liberazione, spingo la porta alle mie spalle fino a sentirne lo scatto di chiusura.
          Mi dirigo verso la mia stanza.
          Qui è tutto come prima, come quando sono uscito.
          Gli oggetti sparsi per terra... lì... dove li avevo lasciati cadere.
          La finestra spalancata e il solito venticello che muove le tende,
          la scrivania sempre coperta di carte e disegni e il letto ancora da fare.
          Per un attimo penso al presente, al passato, al futuro.
          Un altro sospiro e mi seggo alla scrivania.
          Raccolgo un foglio di carta e una penna e scrivo queste poche righe.
          Com'è tutto diverso ora!
          Come sono diversi i miei pensieri!
          Forse sono diventati inutili!
          Eppure... eppure sono passati solo pochi minuti!
          Continuo a scrivere anche se un brusio giù in strada mi distrae.
          Mi fermo perché il vocio si fa sempre più insistente.
          Il rumore mi infastidisce.
          Mi alzo e mi dirigo alla finestra.
          Mi affaccio e guardo verso il basso,
          anche se già so di che cosa si tratta.
          Vedo la solita folla di curiosi,
          la polizia,
          l'ambulanza che si avvicina,
          qualcuno che copre il mio corpo con un telo bianco.
          Composta domenica 12 settembre 1971
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            Scritta da: Paul Mehis
            in Poesie (Poesie personali)

            Carne rancida

            Come posso fare ancora l'amore,
            quando
            se penso all'amore

            Rivedo i suoi occhi,
            ormai lontani,
            celarsi dietro alle palpebre come per eterna ingenuità.

            Risento i suoi gemiti sbocciare dalle labbra,
            ormai lontane,
            come scorrere di un fiume senza fine.

            Riprovo il brivido dei suoi abbracci,
            ormai lontani,
            come morsi che straziano la carne di piacere

            Rivivo l'attimo,
            ormai lontano,
            di un tuono che illumina l'oscurità.

            Come posso far ancora l'amore,
            quando
            il mio corpo è indissolubilmente legato alla mia anima,
            ormai lontana...

            Come amare ancora se l'odio non ha percorso il mio cammino?
            Composta venerdì 26 giugno 2009
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              Scritta da: Denni F.
              in Poesie (Poesie personali)

              La stella dei poeti

              Sulla stella della solitudine ogni tanto atterra
              il spirito libero di ogni poeta.
              Anch'io mi ritrovo qui abbandonata dalla mia forza,
              con le spalle al muro, rannicchiata, piccola e sola.
              Succede, che non credo più, mi prende la paura,
              sparisce senza lasciar traccia la mia infantile allegria.
              Sogni colorati, sorrisi vivi, obiettivi
              appaiono da qui irraggiungibili illusioni
              e tutte le delusioni dolorose, ma superate
              pesano ancora tonnellate sulle mie spalle.
              L'inesauribile bisogno d'amore,
              il bisogno continuo delle conferme e del calore
              adesso sono un tormento, quasi un dolore.
              I dubbi stringono da ogni lato il cuore.
              Ogni tanto temo anche la spensierata felicità,
              che mi regala la mia esagerata sensibilità,
              che è rimasta intatta tutto il tempo nell'anima,
              ma è spesso in conflitto con il mondo, e non da tregua.
              Siamo strani con i nostri spiriti liberi, noi poeti,
              ci nutriamo da alti e bassi, da ogni tipo d'emozioni,
              tanto incompresi, malintesi, quanto indifesi.
              Ci tratteniamo un attimo sulla stella della solitudine
              per poi sbocciare le ali e ripartire,
              viviamo per amare,
              viviamo per farci male,
              e dopo la caduta da un volo alto e veloce
              ritroviamo la vita tra le righe e tra le parole.
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                Scritta da: Diego P.
                in Poesie (Poesie personali)

                Regina

                Nell'oceano dei suoi occhi
                Estasiato mi sono lasciato annegare.
                Impetuosi orgasmi scatena la sua nuda pelle
                Petalo d'orchidea nella notte africana.
                Vizioso il suo corpo si ciba del mio
                Come fiera leonessa con la sua preda.
                Questa è la donna che amo, l'unica
                Regina del mio cuore, fino all'ultimo Tramonto.
                Composta martedì 23 giugno 2009
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