Scritta da: Manuela Mori
in Poesie (Poesie personali)
Lacrime
Piangi.
Per me.
Cristalli
liquidi
di sale
tornano Mare,
e a me,
in senso
puro
di te.
Composta giovedì 28 gennaio 2010
Piangi.
Per me.
Cristalli
liquidi
di sale
tornano Mare,
e a me,
in senso
puro
di te.
Polvere solo polvere
tracce di uomini andati
donne sparite
bambini perduti.
Non sono bastate mille fosse
per nascondere meschinità.
Dell'uomo bestia magistrale
nemmeno gli abissi infernali
ne vogliono l'odore.
Sporche mani frementi
visi sudati dai tormenti
navigano senza pietà
bruciando in quel girone.
Anime eteree tranquille
sorrisi angelici
vittime loro
per Campi Elisi
mano nella mano
volteggiano come angeli
nella luce vivida
Niente più sofferenza
né dolore solo...
Amore... a noi dato
per ricordare...
Per mai dimenticare.
Certe giornate d'inverno
il sole ha una luce speciale,
gialla e fredda
ma che riscalda il cuore.
Della lontana estate
fa sognare,
senza fretta però.
Ogni stagione
il suo frutto offre
da gustare.
Solitario mattino.
Punti di viva luce
su groppe di monti.
È vita in risveglio.
Fra colli e cielo campi
arati da orefici.
Dentro il cuore,
la scheggia di te
s'accende in fiammella,
solitario mattino
di precaria speranza.
Là dove finisce il mare
mille mondi
ho potuto visitare
ma nei posti in cui
ho provato a sbarcare
sempre i tuoi occhi
ho continuato a cercare
e verso l'immenso
ho ricominciato a navigare
Là dove finisce il mare
c'è un cuore che a casa
non vuol più tornare
e se le sirene
non smettono di cantare
vi è un nome che la magia
non può cancellare
seppur che ad Itaca
qualcuno sta ad aspettare.
Buona notte
ai tuoi pensieri
che si adageranno piano
tra le nuvole dei sogni
colorate di magia.
Buona notte alle parole
che ci son rimaste dentro
e
ci fanno compagnia.
Buona notte
a te che ami
respirar la fantasia.
Buona notte mia natura
buona notte al tuo sapore.
Buona notte al tuo profumo
al tuo splendido colore
buona notte.
Dolce fiore.
Odo il celeste lamentar
e degl'esser d'ebano l'aspro gracidar.
Delle vigne ottobrine il dolce sentor,
delle foglie defunte i vividi color.
Del sole facente capolino tra i d'oro filar,
ed il suo tramonto ch'induce ad amar.
Odo il pungente frescore, è arrivato,
rimembro di tepor ormai passato.
Riaffiora or què cupa atmosfera,
di gioia assopita e speranza leggera.
E d'uva violetta il dolce sapor,
le delicate rondini in cerca di calor.
Di crisantemi e castagne, l'autunno è amico,
"Son buon frutto, mangiami, ti dico!".
Di cieli rattristi, privi d'amor e ristoro,
riflessi ormai son ricordi: un tesoro!
Ricordi d'amici, di mare d'estate,
di calde, lunghe e felici giornate.
E d'aria, di fresca acqua lavata
Non resta ora che scia sfocata.
Di nebbia, foschìa, di vapor tenebrosi,
restan cieli blandi e timorosi.
Dè giganti son via i regal vestiti,
dall'estate, dal vento, strappati, rapiti.
E ora, spogli, sono in attesa,
di fredda neve che li ricopra, immensa.
Son morti, è l'ultima sera
e torneranno in primavera,
portando fiori, foglie e frutti,
per risvegliare la gioia di tutti.
E rallegrare umori e menti,
ma per adesso si è un po' spenti.
Fan parer la tristezza di meno,
i vivaci tappeti d'arcobaleno.
D'aspetto misterioso, di volto audace,
cupo, duro, che non trova mai pace.
Non sono più capace
a pronunciare il nome mio
davvero!
So dire solo fra...
e non mi sembra... intero
cerco
dovunque ma non c'è
non è qui con me
forse sto diventando pazzo
ma
sento che mi manca un pezzo
chissà dov'è
l'altra parte di me.
Che stupido...!
è con te.
Come quando in
notte di ghiaccio,
lame di pioggia,
fruste di vento,
il cuore solo,
la testa muta,
dal nero assedio
sguiscia una luce,
s'apre una porta:
calore buono,
è casa tua.
Mi sanno dire tutto
se sei d'umore
buono o brutto
se questa o quella cosa
ti dà noia
se fuggo
con una scorciatoia
che non sei mai lontana
sei sempre presente
sei
tenera amante
mi parlano d'amore
ed è come sentir
nel cuore mio
dolci rintocchi
sei magica
quando parli
con
gli occhi.