Poesie personali


Scritta da: sintagma
in Poesie (Poesie personali)
Ho pianto tutte le lacrime
in una valle di vetri di
bottiglia.
E luccicavano, brina
in una mattina di fine
estate, quando l'azzurro è
chiaro e il sole scivola sugli occhi
come una morbida rosa,
cristallo della terra, lacrima del
vetro.
Maledetti amori di poeti,
gettati in discariche come
rifiuti putrefatti,
a morire, duri, come fusti di
ginestre.
Maledetti amori di poeti,
covati nel buio di anime affannate,
emarginate, amori urlati come
frenate di treni dove l'oleandro
scoppia nell'ardore dell'estate.
Rosso fiore di oleandro...
Maledetta carne di poeta,
materia informe, che begli occhi
scolpirono con scalpello di memorie
indelebili.
Scultore crudele, possa una rosa bianca
sbocciarti nella gola, vindice dei tuoi
begli occhi traditori, così le tue mani
canterebbero!
Ho pianto tutte le lacrime
nella crepa d'amore di un
piccolo letto d'albergo, che pure era
nel paradiso, attendendo il sonno
che si attardava sul profilo
delle tue forme assenti.
Vuoto vasto, come lo spazio,
infinito.
Vertigine del vuoto, dove neanche
una parola salva dalla caduta,
se manca il caldo petto
di madre su cui posare
l'orecchio nel quieto ascolto
del battito consolatore.
Solo, dalla lunga via in basso,
ogni tanto saliva il fragore di uno
zoccolo pesante
che andava e riandava la via.
Un turista si ritrovava, perdendosi
tra i palazzi densi di vita nella città
di notte.
Un vecchio cavallo bendato lo
trasportava.
E ti portava, la mia preghiera
ardente.
E mi portava, la tua dolce campana
silente.
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    Scritta da: sintagma
    in Poesie (Poesie personali)

    Conchiglie

    Spesso mi sono rifiutata
    di guardare la luna,
    benché sapessi, che ti avvolgeva
    tra le braccia,
    benché desiderassi, il suo riverbero
    sulla faccia
    come l'acqua per l'assenzio nei
    miei occhi.
    Temevo che mi chiedesse:
    "Perché, sei più pallida
    di me?"
    Ma la luna, che tutto vede,
    è vereconda, e niente mai
    chiede.
    In silenzio, mi guidava
    lungo la riva del
    mare, perché potessi
    confidare all'onda
    l'amaro sapore della
    solitudine profonda.
    Mi faceva camminare
    scalza sulla battigia e
    illuminava una conchiglia
    grigia che sbocciava da
    un solco di sponda,
    levigata come un
    giovane viso, marino narciso.
    Mi diceva: "Per te, il fiore
    del mare. Non avere paura di
    ascoltare."
    Soffi di bufera, spume infrante
    contro la scogliera, profumi di brezze,
    sogni di isole lontane.
    Musica dolce e feroce.
    Era la tua voce.
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      Scritta da: sintagma
      in Poesie (Poesie personali)

      Baccanale

      Un giorno, chissà dove e
      chissà, in quali circostanze,
      magari vedendoti
      soltanto passare,
      una vecchia esclamò:
      "Che begli occhi,
      che hai."
      Vedi,
      l'esperienza ha un senso.
      Ma, quella vecchia, non
      era solo una
      donna vecchia.
      Vedi,
      a volte gli dei si
      mascherano da mortali,
      e parlano con voce umana
      a coloro che sono
      degni.
      Sotto le vesti di quella
      vecchia donna accorta,
      batteva il cuore eterno di
      Demetra.
      E tu, malaccorto amore,
      chissà, se anche allora,
      davi pietre di silenzio,
      o petali di parole.
      Perché la verità dei
      tuoi splendidi occhi è
      legge,
      persino fra gli dei.
      I tuoi occhi sono
      grandi solchi dove
      scorrono perenni,
      calde sorgenti
      sotterranee.
      In un tramonto di gola
      e di lussuria,
      Bacco errabondo strinse
      Demetra in un abbraccio.
      E vi piantò
      una vite.
      Tanto valse il
      tuo vigneto: un
      lunghissimo bacio
      ubriaco di mosto.
      La stagione dell'uva,
      dai tralci alla tua bocca,
      pende grappoli di stelle,
      per la tua fame di
      firmamenti, macerati
      succhi, per le eclissi
      delle tue memorie.
      Ingenua ebbrezza,
      di passi danzati, in
      spazi traslati, ai margini
      del crollo.
      Ingenua ebbrezza,
      di canti spiegati, in
      spazi traslati, oltre i limiti
      dell'accordo.
      Tenerissima ebbrezza,
      di sguardi mozzati,
      da sguardi affilati, come
      fulgide spade di
      pampini.
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        Scritta da: geggio
        in Poesie (Poesie personali)

        Ma...

        Sei bello sei fico
        sei in tv
        sei un razzista
        sei uno zingaro
        sei un prete
        sei uno spazzino

        sei pessimista
        sei geniale

        sei tirchio

        sei furbo

        sei raffinato

        sei un cuoco

        puoi essere anche un ministro
        sei un contadino
        sei un assicuratore

        sei moro o biondo

        rosso no, grazie

        non ci credi
        lo vivi

        perdi e vinci

        spendi e mangi

        non hai figli

        costruisci

        fumi e bevi

        sei ignorante

        hai una piscina

        dormi per strada

        sei un soldato

        sei un ottimo amante

        rubi e scopi

        caghi e pisci

        sogni incubi

        ascolti musica

        lavori e vaghi
        dimentichi e pensi
        sei tutto o niente

        ma...

        ricorda

        sei un animale
        un animale uomo.
        Composta domenica 10 ottobre 2010
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          Scritta da: geggio
          in Poesie (Poesie personali)
          La gente pensa che tu sia stupido
          perché
          vai e fai
          ridi alle loro cazzate
          dici cazzate

          ma non sai mai cosa sinceramente
          tu nel tuo fottuto cervello
          cosa possa pesnsare o credere

          l importante
          è l'abbigliamento
          l'importante è quello che fai
          l'importante è quello che tu possa dire o fare

          ma che si fottano
          non capiranno mai quello che tu vuoi essere
          perché a nessuno importa

          fingono di capire

          ma come un branco di pecore
          si inseguono
          si inseguono
          nei loro interessi nei loro scopi

          ma che si fottano
          io non sono
          così

          io vivo la mia cazzo di vita
          e che i giudizi imparino a darseli a loro

          alla loro famiglia
          alla loro figa
          al loro lavoro
          al loro modo di essere

          mi fate schifo

          preferisco stare da solo

          e che il mondo si fotta

          mondo fottiti.
          Composta domenica 10 ottobre 2010
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            Scritta da: Mariella Mulas
            in Poesie (Poesie personali)

            ... e sfoggiò l'amore

            E l'amore
            diede sfoggio
            nei tuoi occhi,
            ti diede il giorno
            che era già infinito
            nelle sue promesse... per te.
            Ti accosti, così, alle ore
            che camminano
            ma sono lente
            per essere solo
            abbondanti di dolci parole,
            di sensazioni
            che hanno sguardi lunghi,
            carezzevoli
            ad ogni tuo sorriso...
            Si pone
            festone luccicante,
            per approntare teneri
            turbamenti
            per adornare di colori
            il tuo tempo
            e la passione
            e la certezza
            di ogni altro, di te,
            innamorato domani!
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              Scritta da: Danut Gradinaru
              in Poesie (Poesie personali)

              È scritto nel Dna

              Non sprecate il vostro tempo con le promesse;
              i frutti crescono sugli alberi vicino ai passeri
              e maturano sotto i raggi luminosi del sole.

              Sono loro la dulcezza e la fiducia che nutre lealta.
              Hanno un gusto fresco e tropicale molto gradevole,
              il sapore tenero della miraculosa vita.

              È il seme che rinasce dal seme nel giardino divino;
              l'albero che cresce dritto nel grembo celeste
              e spolvera le foglie al di là delle Grandi Porte...

              Non perdete il tempo con grandi illusioni.
              Reale è il tocco che sentiamo dentro di noi
              ed il nostro DNA non si sbaglia mai.
              Composta giovedì 20 maggio 2010
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