Poesie personali


Scritta da: *marta*
in Poesie (Poesie personali)

La poesia non muore

La poesia non muore.
Noi cambiamo,
cambia il modo di scrivere
cambiano gli argomenti
cambia persino il nostro credo,
ma la poesia resta.
Resta nei cuori di chi legge
Ed ha letto
E ricorda.
Resta nelle pagine riempite di parole
Nelle lacrime e nei sorrisi
Che ci provoca.
Resiste nella conquista
Lenta ma continua
Di anime nuove
Lontane e vicine
Simili e diverse.
Immortale,
persiste nel cambiamento,
emozioni che da personali
diventano universali,
come un fil rouge
che tiene tutti cuciti insieme.
Composta sabato 18 giugno 2011
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    Scritta da: *marta*
    in Poesie (Poesie personali)

    Una vita di poesia

    Una vita di poesia è possibile per tutti.
    Ingredienti indispensabili:
    pensieri sereni.
    Pensieri profondi.
    Emozioni forti.
    Passione distruttiva.
    Amore
    Odio.
    Cosa voglia dire vita di poesia
    È ancora incognito.
    Eppure la certezza è una:
    se non rischi
    non riesci ad aspirare
    al massimo,
    se non rischi
    vivi di apatia.
    E la poesia resta agli altri.
    Composta sabato 18 giugno 2011
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      Scritta da: Salvatore Coppola
      in Poesie (Poesie personali)

      La mia poesia

      Fino a ieri
      era la mia canzone,
      le note di uno spartito
      i tasti di un pianoforte
      le corde tese di un violino.
      Fino a ieri
      tra le pagine di un libro,
      leggevo le sue dolci parole
      il loro intercalare libero
      le piccole frasi di una poesia,
      i sentimenti più puri
      la sua nostalgia.
      Ora tutto è cambiato.
      Sono solo. Lei è sola;
      siamo soli.
      Non è più la mia canzone,
      non è più la mia poesia.
      Composta venerdì 17 giugno 2011
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        Clxxx

        Se di tremore tutto quanto movo
        veloce subentra palpitio in core
        e fronte è bagna di freddo sudore
        e grande fobia in alma mi ritrovo.

        Ancor più forte gran bruciore provo
        che serpeggiando avvolge dentro e fore
        mentre le tempie scoppian di dolore,
        gambe e ginocchia, pure, a stento movo.

        Tutto quanto lo corpo ora è fremente
        che d'improvviso vien febbricitante
        tanto che vista perdo e conoscenza.

        Nessun conforto vien dalle prestanze
        di mani di delicate movenze
        che oprano a ridarmi persa coscienza.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          CLXXXI

          Inebetito, steso mi fui cheto
          per nove dì che tutto ardea di foco
          e membra consumommi poco a poco
          e lo pensare al cranio fummi veto.

          Lo cinquettar d'uccello del vigneto
          fecemi intraveder dond'ero il loco
          e a fiato fioco la mia mamma invoco
          ché dal cald'affetto ancora non desueto

          Giovane suora che a mio canto siede,
          flebile e dolce voce sì mi dice:
          Mamma ch'invochi tosto qui riede

          Ch'affiancata dalla madre Badessa
          siede al cospetto di Signora Contessa
          ch'è di colei che ami generatrice.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            CLXX

            Pensa, perciò, quanto noi s'è detto
            e se convinta stilerem rogito,
            così tutto sarà ben definito,
            sperando gesto ti sia ben'accetto.

            Quanto mi date non è un oggetto
            ma gesto, signora, che mai avrei capito
            se non fosse da voi, puro spirito
            e per spirito, signora tutt'accetto.

            Domani, se vuoi, sarai in Azienda,
            avrai di che vedere e imparare,
            cominci a districarti nel da fare.

            Verrò, ch'ò voglia di prest'imparare
            certa ch'è poco agevol seguitare
            conduzione di sì grand'Azienda

            Questo, figliolo, quanto con Bonconto
            e consorte donna Maria del Ronto.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              CLXIX

              Tale motivo, indi, a te ci porta
              Che nel vedere te vediam figliolo
              e n'abbiamo da sempre gran consolo
              e sol l'amore è che ci trasporta.

              Accetta, indi, questa nostr'offerta
              e accedi lesto a tuo alto ruolo
              Né ti crucciar di ciò, né darti duolo,
              guida l'Azienda con man forte e certa.

              Terrai a tuo fianco noi e maestranza
              Fintantoché farai l'esperienza
              e d'ogni cosa avrai piena coscienza.

              L'Azienda, come sai, gode prestigio
              Ch'amministrata è in mod'egregio
              Perciò convien seguir la vecch'usanza.
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