Dall'abat jour
S'allarga la luce
sul lato appartato dei lineamenti
negli occhi
senza misura si distende
l'interno dei pensieri
è il siero della vita a scorrere
dove non fa mai freddo.
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S'allarga la luce
sul lato appartato dei lineamenti
negli occhi
senza misura si distende
l'interno dei pensieri
è il siero della vita a scorrere
dove non fa mai freddo.
Abbracciami,
perché l'abbraccio è amore,
perché l'abbraccio
è protezione
ma anche tenaglia.
Abbracciami perché senta forte il tuo petto
premere su di me,
le tue unghie sulla mia schiena,
il tuo fiato al viso,
ed il ventre premere con forza.
Abbracciami per non farmi andare,
per tenermi a te
perché tieni a me.
Spogliamoci perché questo abbraccio è voglia,
è sesso.
Cerco,
nei giorni che passano inutili
il sentire la tua voce,
vedere il tuo volto,
averti accanto
nei momenti del giorno,
mi guardo intorno,
non ci sei.
la mia mano cerca te,
ma trovo il vuoto,
il vuoto e il silenzio
mi avvolgono nel loro
soffocante bozzolo,
ed allora lo sconforto
mi assale e...
vorrei non più
esser qui.
È stato rinvenuto un corpo.
Un corpo senza alito di vita.
Un corpo fermo e senza Anima.
È stata ritrovata un Anima.
Un'Anima abbandonata in un angolo.
Un'Anima ferma e ferita.
Ferite aperte che non incrociano punti di sutura,
ferite che non guariranno mai.
Non resta che aspettare il Tempo.
Tempo al Tempo.
Incasso con dignità! Signore,
l'estremo vivere da te attribuito
non per scelta ti scrivo con attrito
dalla cupa tomba la poesia del mese.
Con la tristezza sono viscide parole coese
nella solitudine che il cuore dal sogno tese
aride immortali pene che l'anima arrese
per un Dio, con emozioni poi il suo corpo pose.
La giovinezza presa con l'alloro della vecchiaia
presto per malattia tardi condusse l'esistenza
al cimitero morto da fantasma vive sazio
per descrive memorabili eventi inchiostrati
di ricordi raccontati con il nero dell'anima.
Il suo inferno! Vissuto è verità su poesia.
Anche se osò scrivere delle inutili prose
compatite peggio di ridicole poesie d'osè
comprate in edicola con mani rafferme prese
per arrossire la solitudine... delle rose.
Non ci riesco più! La disabilità ti leva la vita.
È una mantide religiosa ti frega il cuore
succhia anima con tutte le emozioni.
Gadget soprammobili trottole caricate
a dolore spontaneo ciechi sordo muti
per essere diversi e traslocabili.
Ti ho pensato all'alba! Perché,
mi hai lasciato vivere...
I sogni inquieti sono strani anche
dopo la tempesta mi sconvolge
non poco, tanta tua generosa umanità.
Appiccicati a fiamme interiormente
a ferro e fuoco, la certezza
lampante come la bellezza
anoressica per le cattive attenzioni
che brucia la speranza.
La tristezza và a sofferenza
Qui! Ci vuole un po' di acqua santa.
Parole sante! Giocate a cruciverba
arrivano a soluzione per un corpo
il mio, finché morte non ci separi.
De canto amore ooh Dio
per te che non ci ami...
Quando
amici noi siamo per te.
Purtroppo il troppo pure allunga
questa inutile vita avvitata
all'esistenza nell'estrema dipartita.
Figuriamoci per il non ritorno!
Siamo tutti in ansia d'amore
non aspettiamo altro
con te. Signore!
Anche a Natale... Io lavoro.
Acerbo di mente nel sonno sveglio la notte alle due
dall'ululare parkinsoniano mesto s'alzano i dolori.
In giro alla ricerca di un po' di pace vado, cerco
e trovo in un prato le margherite le più bulbose
non più per giocare con i petali del fiore per colorare
la mia gioventù al gioco del m'ama non m'ama,
per la manna di gustare il sapore del suo bulbo
la mamma della camomilla la migliore prelevo
per bere la tisana della tranquillità interiore.
Fa amare con occhi languidi il paesaggio
per vivere sopravvivendo al fine
sofferente che offre scene di vita triste
così svio nella solitudine salvo i colori belli
li lavo, li profumo e li vesto con le mie fantasie
nel sogno allontanandoli dalla mia cupa realtà.
Anima! I fiori con i colori belli li consegno a te
per te... che sempre più buia puzzi d'incenso
e, inconsciamente percorri la stessa strada rancorosa
da tempo barata d'estrema unzione asfaltata
lunga da arrivare inesorabile alla solita lontananza
che ci frega la vita privata dell'anima con la morte nel corpo.
Anima!
Potevi girare ai molti incroci per improbe prospettive
ti allunghi la vita solo per bellissime e degne emozioni.
se poeta son tuoi ricordi in poesia emozioni desiderate.
Forte!
La dignità impone la parola in questa realtà
mi nvita a proseguire i mirati eventi assaporano
i densi sentimenti che si consumano carboni ardenti
sulla graticola mette fuoco: Aria d'onesta diventa
polvere gassosa palpabile al vento invisibile che
vuole andare... come normale scorre la vita via
così lo vuole per tutti la natura.
Nella tua immensità
ooh Dio ne ho necessità,
drogami! La fede con intensità
rendimi l'io folle incosciente nullità
la volontà che svia,
ha la forza giusta per reagire all'infinito...
il suo amore per la vita.
Come altri mi spalleggio raccontando.
Io, non ho più bisogno di mostrarmi
per essere noto al pubblico dominio.
Sono conosciuto ampiamente
tutti hanno profittato di me.
Mi dispiace vanamente vecchiaia
per l'età acerba poco vissuta del vivere
come un seminato lavorato d'altri
è ampiamente profanato.
Corre stanca la sfortuna,
rincorsa dalla vecchiaia quando
è tutta da vivere e,
ancora nessun lo vuole
senza fare il passo indietro
una parte dei miei difetti.
Preferiscono amministrare
loro con assistenza
il frutto dei miei guai.
Se sono soldi spesi bene lo sai sempre dopo,
ma non è quasi mai così.
Del resto
dopo il sorriso per attrarti
ritorna il mestiere,
il poco tempo da dedicarti,
ma basta tentare di nuovo,
sperare che vada meglio
la prossima volta,
alla prossima voglia,
a un altro muro,
un'altro lampione,
oppure un numero di telefono
su un giornale.
Ruzzolano gli occhi in figure cieche
Ho lasciato che il buio che avvolgesse la luce.
È vulnerabile il tramonto
infetta di nero inchiostro le idee
solitarie come corvi che sorvolano
uno scheletro di anni.
Effluvio nero,
Pallide mani,
Il sale indugiato sulle labbra del tempo.
Brucia e sanguina lento,
Gocce e ticchettio del tempo
cadenzano spasimo sconnesso.