Poesie personali


Scritta da: A. Cora
in Poesie (Poesie personali)

La tua voce

Quando
hai usato la tua
voce sottile, che più dolce
sortiva dal cuore

Ho chiuso gl'occhi, per ascoltarne
la melodia

Ho quasi fermato il respiro, perché non
volevo che quel'istante mi togliesse
il fiato

Ho chiesto al tempo di intrattenere le ore
al cielo di cambiare colore

Al vento caldi sapori, al mare un'altro
rumore

Era bello, troppo bello, quelle parole
addolcite, ispirare ancora, quasi
un lieve bisbiglio

Che mi carezzava
l'anima.
Composta lunedì 10 aprile 2000
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    Scritta da: Alfonso Chiaromonte
    in Poesie (Poesie personali)

    Silenzio

    Tacciono le labbra chiuse suggellate
    da un arcano senso di mistero,
    e, simili a corolle reclinate,
    pallide e mute in un silenzio austero,
    rinchiudono dentro la parola ardita,
    l'enigma della morte e della vita.
    Tacciono gli occhi ora chinati al suolo,
    ora fissi in visione misteriosa,
    ora seguenti delle nubi il volo,
    ora vaganti incerti su ogni cosa.
    Muti e freddi, così che sembrano spenti
    occhi chiusi alla vita e ai viventi.
    Ma l'animo d'amore alto favella
    e ride e piange. Or folleggia or freme,
    or canta la sua fede ardente e bella,
    or sugli affanni tristemente geme
    e con svariati accenti ad ora ad ora
    un po' di ben dalla sua anima implora.
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      Scritta da: Alfonso Chiaromonte
      in Poesie (Poesie personali)

      Verso l'amore

      Sento una musica: è il vento calmo.
      Si va
      nella quiete dell'aria, del cielo
      io e te, al timone di una goletta
      in un mare infinito
      là verso l'amore.
      Il faro radioso
      batte dritto e fiammante:
      ci dondola piano la goletta
      nell'acqua incolore.
      Percorre il tempo
      ritrova il sole e la luna
      boccheggia sotto i nostri occhi
      respira dolcemente
      e va
      rigonfia d'illusioni d'amore
      va al largo
      come il primo giorno
      forte e armoniosa.
      Un po' di pittura grigia appare
      si rigonfia il mare opaco
      la goletta sbanda
      e va.
      Una livida rabbia e triste angoscia
      ci turba il sangue
      la goletta s'agita furiosa
      e salda va.
      Stretti io e te,
      lo sguardo si sdraia nel cielo
      amore, come il mare, limpido spazio infinito.
      S'increspano le labbra
      ribolle il sangue.
      Sorride la goletta
      e dritta fila
      là verso l'amore.
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        Scritta da: A. Cora
        in Poesie (Poesie personali)

        Ritrovarsi

        Nel
        ritrovare me stesso
        e del mio cuore il rumore

        Camminando da solo, della mia
        vita il sentiero

        Ove nessuno appare, con il suo sguardo
        sincero, tra tanti fastelli
        d'errori

        Tra quei meandri ombrosi, ove si ferma il respiro
        dove si perde il pensiero, dove confondo
        chi ero

        Ad ogni passo già fatto, a quel filo appeso
        ove l'abisso traspare, dal troppo
        ombroso che vedo

        Più forte ricordo il tuo dire
        È solo nel'ora più scura
        che scorgi dal nulla

        Bianchi fantasmi
        sortire.
        Composta sabato 8 novembre 2008
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          Scritta da: A. Cora
          in Poesie (Poesie personali)

          Tripudio di sera

          Se ami
          il tripudio
          ch'effonde la sera

          Quando un vento leggero disperde
          suoni e colori

          D'un sole che tuffa nel mare, d'un uomo
          che fugge pensieri, su scogli dal tempo erosi

          D'un'orizzonte sottile, che taglia lo sguardo e scompare
          Laggiù nel'acqua più scura, dove s'infossa
          la baia

          Allora fermati, ascolta il rumore del'onda, quando
          languida avvolge lo scoglio, per amarlo

          Mostrando tra spruzzi di gioia, il suo bianco
          raggiante colore

          In quel'amplesso d'istanti, che lo
          sguardo goloso si gode

          Scorgi un pensiero banale
          come un gabbiano
          volare.
          Composta sabato 27 luglio 2013
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            Scritta da: Luigi Principe
            in Poesie (Poesie personali)

            La notte perfetta

            Ah, che piacere
            vivere questa notte.
            Averti nel mio letto
            e non fare l'amore.
            La poesia e la grazia
            di questa notte senza fretta
            ci appartiene.
            Perché non abbiamo pagato il letto
            né rubato il tempo.
            Perché sta di mezzo a quanto è accaduto
            e ciò che ci spetta.
            Le altre notti.
            Composta sabato 27 luglio 2013
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              Scritta da: Gianluca Cristadoro
              in Poesie (Poesie personali)

              Una giornata al lago

              Movesi leggiadra eppur di passo lesto,
              piacevolmente discorrendo con chi di sue sostanze
              colora di bianco imbandite tavole mattutine.

              Resistere non vuol alla brama di fluidi svuotamenti
              e senza affanno s'affretta tuttavia
              in cerca di riparo angusto e periglioso.

              S'immerge indugiando nelle acque lacustri,
              poi d'un tratto volteggia sicura,
              quasi danzando al ritmo della sua natura docile e flessuosa.

              Sottrae d'incanto all'altrui visione cibo meridiano
              fatto di grano e impasti sapienti,
              si posa poi su teli accoglienti, disponendosi
              ora verso un sole infuocato o troppo tiepido,
              ora alla frequente ricerca di terre ombrose
              ove rilasciare il capo dolente e mosso da mille fermenti.

              Soavemente fende le limpide acque
              tingendole di odorosi biondi effluvi
              di cui con candore si libera compiacendosi graziosamente.

              Pronta è però al richiamo del suo prode timoniere
              con cui si incontra con fragore in asincrone movenze.

              Ma vinta da rigori quasi invernali
              si lascia stringere e scaldare da braccia forti ed amorose
              di chi di sé le fece promessa e dono.
              Composta martedì 8 settembre 1998
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                Scritta da: Angela MORI
                in Poesie (Poesie personali)

                Il giardino

                L'oleandro velenoso intrecciato alle tue dita,
                la regina dei fiori, cagiona la mia invidia
                petali bianchi di margherita
                si scompigliano anelando la tua cura;
                torso bronzeo tra quel verde
                che concilia ai tuoi occhi,
                tra l'avvenenza ed il mistero
                come nera pantera ti destri
                non ti accorgi che dall'alto,
                freme la mia brama.
                Spine scure le tue ciglia,
                la tua fronte celata da dorate foglie
                arbusti vivaci non temi
                affonda il tuo piede nella terra annaffiata
                la mano si unge di sudore e pantano
                e quel'arma innocente diventa tutt'una ad essa.
                Svestito al sole che risplende
                sulla tua rovente pelle
                stille di sudore non tengono pudore
                e tra gli incavi delle tue grazie,
                scorrono maliziose
                mentre dai vita a ciò che non c'era,
                vigore a ciò che è,
                speranza a ciò che sarà...
                Il balcone della brama
                cela il paonazzo del mio volto,
                la sgomento, la malizia e la vergogna...
                solo il mio sogno resterà incolto!
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                  Scritta da: Angela MORI
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La passione di cappucetto rosso

                  La passione di cappuccetto rosso.
                  L'ho voluto io quest'incubo,
                  cercandoti tra i fitti tralci di un bosco,
                  intrecciati e umidi di bruma
                  nel tetro della notte.
                  Li ho voluti io quei graffi sulla pelle,
                  con spine di cupe rose
                  e foglie putride e ingiallite,
                  sotto la vecchia faccia della signora in cielo,
                  che spiava gelosa ogni respiro.
                  Ho corso a lungo,
                  seguendo il tuo ululato,
                  Forte da graffiar l'udito...
                  Ho voluto togliermi di dosso
                  la seta di un rosso mantello,
                  sporcar di rossetto la tua bocca,
                  lambire cosi l inferno,
                  farmi posseder dal vento
                  che bruciava dentro te.
                  Ho cercato e voluto
                  i tuoi palmi forti su di me,
                  Il tuo sapore d odio e rabbia,
                  ho voluto sdraiarmi su pozze di fango,
                  contaminare il mio corpo con il tuo
                  ho voluto amarti in nemesi di gioia,
                  in quella notte di smania e trasgressione,
                  tra le creature che popolano gli incubi,
                  con te che corrodi il mio cuore
                  e ti nutri del mio dolore.
                  Composta venerdì 26 luglio 2013
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                    Scritta da: Fedel Franco
                    in Poesie (Poesie personali)

                    tentazione

                    Folgorante apparizione;
                    creatrice di misteriosa
                    ed irrefrenabile sensazione
                    si spiega infamante
                    la Signora tentazione.
                    Rende irascibili
                    gli esseri più miti.
                    Ricopre di crassa superbia
                    l'umiltà,
                    annerendola d'inchiostro indelebile,
                    trasmutandola in vanità.
                    È il piatto saporito,
                    che neanche una donna anoressica
                    riesce a rifiutare.
                    È il dolce più fragrante,
                    intriso di corroborante miele,
                    che si attacca alle anime
                    più labili;
                    per inebriarle
                    di vischiose illusioni.
                    Anche i santi
                    l'hanno incontrata;
                    era una donna povera;
                    sola e affranta,
                    desiderosa di essere confortata.
                    Una mendicante
                    lurida e lacera,
                    chiedeva un piccolo obolo,
                    intenerendo i Servi di Dio
                    e sprofondar la loro anima
                    nel più cupo oblio.
                    Composta venerdì 26 luglio 2013
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