Sarà
anche la moda
che pur di non perdere
l'osso, spesso ignora se stessa
Sarà dei tempi il colore, che spesso
confonde le menti
Ma l'indossare calzoni dal cavallo abbassato
dalle tasche ai ginocchi, che smorzandolo
Lasciano fuori il sedere
È cosa davvero pietosa, che offende
oltre il piacer del vedere, oltre il
femmineo se stesso, scordato
specchiare
Anche il bon ton
del pensare.
Avvampano le gote
il caldo pervade,
maligni mi sfiorano
mentre smarrisco virtù,
inspirando effluvio,
di dame argentee.
Tra psichedelici bagliori
la fiaccola della logica si smorza,
sotto i piedi,
sisma tuona in spirale.
Fuliggine vicino e voci lontane,
sconnesso turbamento,
scruto ciò che non avevo mai veduto
dagli occhi bendati dalla ragione,
l'occultato mistero
dietro lastra ora mi appare,
di nero ammantato,
con occhi assenti,
m'indaga.
Vedo ciò che non c'era.
Mi abbandono placidamente
a infermità della mente,
intanto che gira il mondo fluttuante.
Con la percezione di sommergere
per poi librami in etere
odo canti africani
tamburi e anatemi arcani
si propagano confusi,
intanto che negromanti e stregoni,
volteggiano intorno,
come dannati.
Gola arida,
cuore che imperversa,
sintomo distruttivo,
d'oblio stupefacente.
Ora sull'uscio,
pioggia che bagna,
lava via lacrime e sorrisi
dell'estrema follia.
I tuoi passi più vicini,
la fredda mano tua che mi sfiora,
e tra la tua veste mi perdo per sempre;
così in un angolo perisce,
la mia eternità fallita.
O Claudia (Silvia),
musa ispiratrice di sopiti istinti creativi,
mirabile narratrice di racconti onirici,
errante cantatrice delle eroiche gesta
di spirti sublimi chini ad imprimere
sulle sudate carte
fantasie, immagini e vaghe illusioni,
Tu, che l'animo dei coevi nobiliti
di affreschi catturati in istanti fuggitivi.
Tu, che con maestria e sapienza incidi
apostrofi verdi (speranza) fra le parole "E mò?"
Tu, O Claudia (Silvia), onoraci un ultima fiata
del tuo vitale afflato e dicci:
"Ma che vordì'sta filastrocca?"
Agnello puro,
Agnello Santo,
a te si affida il pianto
di chi da una vita
ti sta cercando:
il carcerato che sconta
la sua pena,
l'apolide in cerca
di una nuova patria,
il morente che rivede la sua vita
in una variopinta girandola
di omissioni ed errori.
Agnello bianco,
Agnello mai stanco
di perdonar le offese,
di obliar le persecuzioni,
di confidar
in tutti gli uomini,
cattivi e buoni,
bianchi e neri,
potenti e schiavi,
perché tutti uguali
davanti al tuo infinito amore.
Agnello miracoloso
più temibile di un lupo,
più di una volpe astuto,
sia tu lodato
nunc et semper
nel mondo,
Agnello vittorioso!
Sorretto nel viaggio
dal fido bastone,
un passo,
poi un altro,
ci vuole attenzione.
Irta è la strada
che porta alla meta
e poi, lassù in alto,
in fondo alla via,
non sai che ci sia.
Ma tu non demordi
e il tempo ti sfugge
in seno ai ricordi.
Fa un freddo mortale.
Un tenero abbraccio
può sciogliere
il ghiaccio.
E tu sali ancora
ed ecco l'aurora.
Ecco,
se ora tu mi lasci cadere
o se te ne vai
se scompari o se mi dimentichi
io resto qui
come un'ala sola di farfalla al sole
resto invisibile
come un ricordo ormai dimenticato
resto a metà
come un gesto d'amore senza l'amato
resto viva
ma vuota e fragile, trasparente e inutile.
Semina il tuo vento
sussurra piccole parole
raccogli nebbia grigia
schiariscila con il sole
e se nuvole pesanti
oscurano il tuo cielo
guarda il mondo
attraverso un velo
perché velata
deve essere la vita
e di velo ricoperta
un'emozione proibita.
Stretti percorsi
come ponti sospesi
per anime oscillanti
Fragili tutti i limiti
di specchi taglienti
a piedi nudi già feriti
Piovono muri
chiudono labirinti
scende la notte
Un'ultima voce
prima del silenzio:
parola di grazia?
No, perversa risata.
Quanto male sai fare
Tagliente silenzio, lama affilata
scia sulla pelle, affonda delicata
chiama sangue, la carne è lacerata
fette di cuore, bocconi di vita
scorre il tempo, scivola tra le dita
acqua che si perde e la giornata è già finita.
Le chiavi
quella del cuore,
quella dei corridoi della mente
e la chiave di tutti i miei segreti.
E poi
la briciola d'aria con i miei pensieri
la goccia di luce con tutti i miei sogni
la scintilla di vita donatami da Dio.
Nelle tue mani è ora il mio tesoro
chiuso nel tuo cuore il mio percorso.
Tanta strada per trovarti
infiniti sembravano i passi
sconfinati i cieli, consumati i gesti
tanti sguardi, quante voci.
Adesso sono qui, mi poso in te
adesso dormirò il più lungo sonno
adesso io lo so, tu mi conserverai.