Poesie personali


Scritta da: Rosa Coddura
in Poesie (Poesie personali)

Insoddisfazione

Invade un senso di effimera meraviglia,
quando nascono nuovi progetti,
poi li rileggi
li riosservi
e realizzi,
la benda slega
piccoli sbiadimenti
che adesso
appaiono lentamente evidenti.

Mi sembra di non aver fatto niente,
mi sembra di aver scritto parole nell'aria,
cancellate dal vento
mi sembra di aver disegnato sulla lavagna
e con un colpo di spugna
aver tolto tutto il gesso,
mi sento,
mi sento
insoddisfatta lo stesso.
Composta sabato 29 giugno 2013
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    Scritta da: Rosa Coddura
    in Poesie (Poesie personali)

    Vecchia porta

    L'ennesima porta in faccia
    mi chiedo quando resterà aperta,
    quando entrare sarà una scoperta
    del rifiuto ormai son esperta
    c'è qualcuno al di fuori di essa che aspetta?

    Ne ho ricevute troppe
    tante,
    che il mio naso è diventato un pomello
    di una porta sbattuta
    quasi abbattuta
    dalle speranze infrante,
    il mio viso, ante
    che quasi nessuno apre,
    i miei cardini di idee
    a cui sono legata agli infissi
    che non hanno più voglia d'ascoltare,
    sempre le solite cose tristi.

    Nessuno bussa,
    quel campanello
    fradicio da tempo,
    gli è piovuto addosso
    tutto il male del mondo,
    ha smesso di aspettare,
    anche questa vecchia porta
    sta per crollare
    i suoi cardini svitati,
    sono malandati,
    non sono più invogliati,
    sa che è destinata a lasciarsi andare,
    per ora penzolante da un lato,
    presto anche l'altro le sarà negato
    oramai, troppe volte le sue ante
    sbattute, si son consumate,
    dalle venature del suo legno
    sangue fuoriuscito dai graffi delle gente,
    schegge di lacrime
    cadono sul ventre del suolo
    deflagrazione, scricchiolii odo,
    stanca delle lesioni che più non regge,
    eppure dietro c'era una casa di speranze
    che però a suo tempo si son impolverate.

    Un tempo tinta di verde
    per accogliere sulla sua soglia tanta gente,
    ora ha perso anche il suo colore,
    perché è stata graffiata,
    oggetti le sono stati scagliati,
    ora a saccheggiarla dei ladri
    di in cerca di ambiti quadri

    Solo una porta sbattuta
    ed una casa ormai distrutta,
    tanto a nessuno importa,
    tutti vandali di fronte a questa porta.
    Composta mercoledì 3 luglio 2013
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      Scritta da: Rosa Coddura
      in Poesie (Poesie personali)

      Terrazza al chiaro di luna

      Salir sopra una terrazza,
      lasciare il vociare alla gente
      ed isolarmi tra l'immensità della notte.,

      La luna ha scritto "libertà" sul suo volto,
      ogni parola a lei come un'amica ho sempre rivolto,
      ogni sospiro, emozione, desiderio incolto,
      sostenuti da pochi centimetri di cemento
      e limitati da ringhiere che li trattengono dentro.

      Un urlo. Un filo di voce che è invece stato trattenuto,
      non so perché, anche se qualcuno non c'è,
      che può ascoltarmi,
      eppure non è uscito,
      con il silenzio è stato riempito.

      Gli occhi intanto si escludono,
      il pavimento più non sostiene,
      sul mio equilibrio più non interviene,
      la ringhiera s'abbassa
      ed ogni convenzione eclissa.

      Che cos'è questa sensazione?
      Una vertigine che più non ha paura
      ma stende le braccia per volare,
      sento di volare,
      sento tra le vie che posso urlare,
      è folle
      è come stare al centro della strada
      a correre il rischio di essere investita,
      con la consapevolezza di non potermi più rialzare,
      sento la libertà scorrermi in vena,
      sento che lasciarsi andare vale la pena.

      Una voce mi cerca,
      l'incantesimo si spezza,
      non posso più sporgermi oltre,
      astratta è per me la luminosa coltre.

      Chissà cosa prova quel gabbiano a volare,
      cosa si prova a saltare da un tetto all'altro,
      cosa si prova a rimanere vivi
      dopo aver realizzato che non era la fine?

      Cosa si prova ad urlare anche forte,
      da far svegliare la notte,
      cosa si prova ad infrangere le regole,
      a volare sopra le tegole?

      Cosa si prova veramente ad essere liberi?
      Godersi questi fuochi d'artificio,
      buttare all'aria all'improvviso pratiche d'ufficio,
      cantare facendo tacere il silenzio,
      volare e sfidare la morte, cosa si prova?

      A volte ho voglia di andare lontano
      da occhi indiscreti,
      a liberare i miei segreti.
      Composta domenica 16 giugno 2013
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        Scritta da: Rosa Coddura
        in Poesie (Poesie personali)

        Passione

        È forse per quel pugno
        dato allo specchio,
        dove è stato rotto il riflesso di un grugno
        contro un possibile avversario di te stesso.
        È forse il sangue
        che hai asciugato con la mano
        dopo che è stato assaggiato il suo sapore,
        mentre scorreva lungo il pendio del volto, colorando le labbra,
        quando l'incomprensione alimentava la rabbia.
        È forse la voce che con enfasi esce,
        e con entusiasmo cresce
        per la voglia di farsi ascoltare,
        sotto i riflettori di una canzone
        è forse questa la passione?

        È forse la distanza,
        cercare di abbatterla
        immaginandoti in questa stanza
        è forse il terremoto del mio stomaco,
        dove viene giù a poco a poco un pezzo di intonaco,
        le mie pareti tremanti
        ogni volta che mi parli,
        o sguardi
        lesioni provocate da amanti distanti,
        ricordi lontani,
        sguardi che dicono
        "Non è mai troppo tardi".

        Che colore ha la passione?
        Rossa come il sangue
        che mi scorre lungo il pugno, il braccio,
        ferito dal vetro,
        come ogni passo, metro, che ci allontana,
        come la bandiera di un torero
        è la forza di un desiderio.

        È la determinazione,
        in un percosso tortuoso,
        la volontà che non ha riposo,
        la perseveranza
        sono i mille chiodi affissi sulla bacheca della mia testa
        che non so strappare,
        dove ancora ogni scritta resta.

        È questa la passione,
        a volte un sentirsi vivo
        ma senza respiro
        nell'attesa di una presenza,
        sentirsi vinti in un mondo campione
        l'insopportabile delusione.

        Le parole fuori controllo,
        un terremoto, un crollo
        e la ricostruzione
        è questa la passione.
        Composta sabato 13 luglio 2013
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          Scritta da: Salvatore Coppola
          in Poesie (Poesie personali)

          Se non avrai paura di me

          La limpidezza di questo cielo
          ha generato in me
          il desiderio di scrivere
          una poesia per te che io amo.
          Ti amo da quando
          una breccia al petto
          ha concesso al mio cuore
          di seguire il richiamo del tuo.
          Ti amo da quando
          per la prima volta nella vita,
          ho sentito il sangue nelle vene
          correre come un fiume in piena.
          Mi sono innamorato di te,
          di te che come musa m'ispiri.
          Scriverò di te
          in una canzone d'amore,
          e tu leggerà le mie parole.
          Canterai di me,
          ed io ascolterò il tuo canto.
          Danzerai per me,
          per un cuore innamorato
          che ha paura della solitudine.
          Forse il mio è un sogno
          che non sa di essere un sogno.
          Ma presto l'alba mi sveglierà,
          è se questo scaccerà l'ombra
          che insegue il mio destino,
          tra queste mura senza luce
          nasconderò le mie inquietudini.
          Un giorno ci incontreremo,
          è se non avrai paura di me,
          mi porgerai mano
          ed io ti condurrò lassù,
          dove i sogni si chiamano emozioni,
          dove milioni di piccoli diamanti
          si specchieranno felici nei tuoi occhi. ©
          [S. Coppola – scrittore].
          Composta mercoledì 31 luglio 2013
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            Scritta da: Rosa Coddura
            in Poesie (Poesie personali)

            Semicerchio sfumato

            Anche se è giorno, ti cerco, ti osservo
            tu, lassù sembri un semicerchio
            dal gesso sfumato
            nel disegno di Dio.

            Sono niente, neanche un punto,
            al confronto del tutto,
            sei lontana, luna, eppur ti cerco,
            con uno sguardo che mi fa sembrare
            al traffico, una persona distratta,
            e mi fermo a pensare che anche se sei distante
            ti vedo, ma non è così per tante cose.

            Poi scatta il verde,
            passo e faccio finta di niente,
            mi sono incantata un momento,
            e poi svegliata dal clacson
            che mi intima di passare,
            è tardi devo andare,
            il mio impegno mi attende,
            per questa notte si ci sente.
            Composta martedì 18 giugno 2013
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              Scritta da: Rosa Coddura
              in Poesie (Poesie personali)

              Sbaglio sempre

              Sbaglio sempre lo so,
              ma istintiva sono però,
              ho sbagliato, sbaglio e sbaglierò
              finché da qualche parte arriverò.

              Sono parte delle domande,
              un eterno punto interrogativo,
              passi esitanti
              fingono sicurezza
              per non sembrar ignoranti.

              Sbagliare,
              alzo la mano per imparare,
              cado, si, per potermi rialzare,
              cercare.

              Ed ho sbagliato così tante volte
              che le persone se ne sono accorte,
              alcune mi hanno teso la mano
              in segno di un "Ricominciamo",
              altre hanno incrociato le braccia
              "Non voglio vedere più la tua faccia".

              Ho sbagliato,
              ma tu ti sei tanto stancato
              che alla fine invece di tagliare,
              cancellare,
              il foglio hai cambiato,
              ed hai ragione,
              ma non troverai mai la perfezione!
              Composta martedì 25 giugno 2013
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                Scritta da: Rosa Coddura
                in Poesie (Poesie personali)

                Persone sorridenti

                Ti accorgi delle persone
                cordiali, umili e semplici,
                i loro sguardi autentici,
                animano l'emozione.

                Sono già, pronte a distanza,
                serene aprono le braccia,
                si vede anche dalla faccia,
                accolgono sorridenti,
                a denti quasi lucenti,
                mentre il loro cuore avanza.

                Cosa ti pulisce il viso?
                Una lacrima o un sorriso?
                Donano tutte sé stesse,
                crucci che la vita tesse,
                sembrano adesso fragili,
                per un'istante labili.

                Le riconosci fra mille,
                hanno negli occhi scintille,
                luce entra nelle pupille,
                dove nasce lo spirito,
                ed io più non mi limito,
                un accenno, una prima risata,
                una carezza aspettata,
                è sul mio cuore posata,
                un'allegria appena nata,
                finalmente l'ho trovata.

                Viene un pianto commovente,
                nel ricordo divertente,
                che rivive nella mente,
                pensando un sorrido sorge,
                l'umore, un bagliore scorge.

                Versione a versi liberi

                Ti accorgi delle persone
                umili, cordiali e semplici,
                loro sono già pronte a distanza
                ad accoglierti con un sorriso
                che dona un certo senso d benessere spirituale.
                Li riconosci fra mille,
                quasi un accenno, trattieni una risata,
                perché ricordi i divertenti momenti.
                Quando le penso, sorge sul mio viso
                un sorriso, un'accecante luce di serenità.
                Composta mercoledì 31 luglio 2013
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                  Scritta da: Rosa Coddura
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La mancanza

                  La mancanza affonda gli artigli,
                  lacera i rapporti, i ricordi,
                  i nostri armoniosi accordi
                  che da sempre più lontano origli.

                  Mi spezza dentro
                  la stupida abitudine,
                  in un vuoto improvviso entro
                  l'inquietudine
                  data dall'assenza
                  della tua presenza.

                  Un furioso dolore,
                  nel silenzio
                  un pensante fragore
                  ogni battito
                  del mio cuore,
                  che scandisce
                  le arrese ore
                  di chi mi tradisce.

                  Io convalescente,
                  torno a vivere
                  anche se sei assente,
                  mentre nell'amore
                  torno a credere.
                  Composta lunedì 11 marzo 2013
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