Poesie personali


Scritta da: Sandra Piogia
in Poesie (Poesie personali)
Se fossi mare bagnerei la terra
d'amore profondo per lavare la guerra
se fossi vento spazzerei la tristezza
soffierei più forte per aver la certezza
se fossi immenso come il cielo
stenderei l'allegria leggera come velo
se fossi soldato sparerei con i fiori
perché ogni guerra portasse colori
se fossi fuoco l'odio brucerei
con scintille d'amore che mai spegnerei
se fossi sole con ogni mio raggio
darei all'uomo tanto coraggio
se fossi terra seminerei felicità
perché la vita sia di prima qualità
se fossi tempo tutti aspetterei
perché ogni cosa andasse come vorrei.
Composta mercoledì 28 novembre 2012
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro
    in Poesie (Poesie personali)

    Poeti e lacune

    Leggo Saffo e mi fa un baffo.
    Con Catullo mi trastullo.
    Se con Saba tiro all'alba
    di Montale me ne cale.

    Penna poi il lirismo impenna
    mentre la Merini insegna.

    Per non dire poi di Dante
    sommo il verso e virtù tante.

    Di poeti folta schiera
    leggo da mattina a sera.

    Ma riuscire ad imitarli
    non riesce senza tarli
    e lacune risanare
    del mio umile poetare.
    Composta venerdì 25 ottobre 2013
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro
      in Poesie (Poesie personali)

      Natale

      Attendere ti fai come una sposa,
      sapendolo il mio cuor sereno aspetta
      prezioso come petali di rosa
      soave come i fiocchi della vetta.

      Pian piano ti avvicini silenzioso
      Il tempo di lasciar per dote amore
      a terre e genti un tepido candore
      magia donando all'animo dubbioso.

      Natale, ti ricordo quelle notti
      ingenue le mie veglie di fanciullo
      che nella fantasia i ricordi cullo
      né il tempo né l'età ha ancor corrotti.

      L'immagine del Babbo col pastrano
      che rosso come il fuoco tutto infiamma
      sentire mi faceva inquieto e strano
      cercando poi conforto dalla mamma.

      Ma la mattina dopo era una festa,
      il cuore palpitante e incuriosito,
      pensieri che frullavan per la testa
      e lo scartar dei doni atteso rito.

      Da allora di natali ho visto andare
      ma poi immancabilmente ritornare
      a rinnovare gioie e fratellanza
      e al mondo intero dare la speranza.
      Composta mercoledì 23 ottobre 2013
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        Scritta da: Franco Paolucci
        in Poesie (Poesie personali)

        Per essere

        Per essere presente, si, ci sono.
        Ma, in verità, non ho certezza d'essere!
        Per essere non basta certo vivere,
        osservare, lottare, sopravvivere,
        respirare, conoscere le scienze,
        farsi idee, altre idee, e... innamorarsi,
        aver voglia di abbracci e di carezze,
        baciare, ribaciare, e poi sposarsi,
        fare figli, allevarli, farli grandi,
        soffrendo per distacchi e delusioni;
        piangere soli, ridere in comune,
        essere utile a tutti ed a te stesso,
        incontrare il talento ed ammirarlo,
        osservarsi in dettaglio in uno specchio,
        e poi in più specchi ancora;
        urlare tanta gioia nel godere,
        tacere senza sfogo per la rabbia,
        lacerarsi le carni nel soffrire,
        recare aiuto a gente sconosciuta,
        sperimentare la menzogna, odiarla,
        cercar la verità, forse trovarla!
        E tante altre cose, e tante ancora!

        Tutto questo, benché abbia un valore,
        non ti farà sentire in piena vita
        se la presenza tua in un mondo opaco
        non sarà stata in fremito sconvolta,
        percossa, trascinata, violentata,
        scombussolata fino al rapimento
        nella marea di luce generata
        dalla potenza eccelsa dell'amore.
        Composta mercoledì 23 ottobre 2013
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          Scritta da: Fragolosa67
          in Poesie (Poesie personali)

          Dono segreto, la libertà

          Busso al tuo cuore sopito e sorrido con sguardi di lame lucenti!
          Non conosco il tuo volto ma il tuo odio che
          cola fino in basso dove è cieco il tuo sapere.

          Brilla l'opera pia maledetta!

          Vuoto è il calice sbattuto a terra.
          Perché urli dove è sordo il mio sentire?
          Voltati ed eremo vai, senza virtù e senza gloria!

          Ragazzo: Che tu dici o padre a chi ti rivolgi?

          Non parlo a te degli empi, ma saggia beato
          l'arguzia mia perché tu possa, un giorno, ascoltare
          canto di vergini e menestrelli.

          Che il tuo orecchio non oda mai ciò
          che a me è dato udire
          e guardar ciò che io rinnego e copro con la mia nobile mano.

          Coperti sono gli occhi miei ma altro non oso fare.
          Ogn'or maledico l'istante che conobbi le mie catene.

          Ragazzo: A che brami allor, perdona il mio voler sapere!

          Scellerato taci, non siamo soli ma sprovveduti.

          Ragazzo a bassa voce con la mano arcuata intorno alla bocca:
          Avvicino l'orecchio e ti ascolto.

          Padre a bassa voce: Libertà figliol, libertà!

          Ragazzo con voce più alta: Un dono!

          Già così io sogno e in grande viaggio.
          Libero ero prima di cotal passaggio.
          Amavo giovin fanciulla e frutta matura gustavo beato.

          Ragazzo: Ora son stenti o padre e sacrifici che pesano in cuor.
          Vorrei conoscer anch'io il tuo bramar desio.

          Solerte e fiducioso mi alzerò di nuovo.
          Un tempo figliol, vedevo negli occhi miei le stelle di un grande
          firmamento. Il viso mio, di rosse gote era vestito e di alamari e
          specchi addobbavo il mio nido.

          Gioiosi giorni conobbi e a te sorrisi, figlio.

          Ragazzo: Padre di me racconta che sono ora?
          Dov'è mia madre e la sua storia?
          Dov'è quel volto di madonna che mi guardò la prima volta.

          Figlio mio, è qui il difetto, non oso risponder per non turbar
          Il tuo giovane intelletto.

          Ragazzo: Parlami allora di libertà ogni ora
          finché io possa imparar cosa è un sogno
          e una gioia.

          Commuover mi fai o figlio e oserei dir...
          Chi è là! Hai visto?
          Rischiar mi fai di me la vita!

          Ragazzo: Perdona padre la mia vocale.
          Il tono alzai dimentico di tutto.
          Troppa è la foga di saper di questo dono che celi in cuor.

          Basta voi due o son sferzate!

          Ragazzo: padre, un tremito io sento sulla pelle con goccia di sudor che dalla schiena discende!

          È paura figlio, su calmati e taci.
          Domani è di nuovo l'alba chissà se potrò insegnarti cos'è
          (in un orecchio a bassa voce) la fuga.
          Composta mercoledì 23 ottobre 2013
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            Scritta da: Gabriele
            in Poesie (Poesie personali)

            Un addio

            Vorrei dirtelo, dare voce a ciò che sento
            a lacrime che verso mentre penso alla tua lapide,
            un dolore immenso blocca ogni mio intento d'espressione,
            dire come scacciare il male da dentro
            e attraverso il mare dei ricordi perdo me stesso
            senza porti dove approdare, mentre la luce lascia i tuoi occhi
            è tutto normale, riflussi di sogni e di ciò che rimane,
            di ciò che vale scrivere.
            Composta giovedì 10 ottobre 2013
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              Scritta da: Luigi Berti
              in Poesie (Poesie personali)

              Il mio sogno

              O babbo mio
              ti voglio raccontare,
              che questa vita scorre
              come un grande fiume,
              è lento lento il suo cammino verso il mare.
              Ma adesso, anche io so,
              che indietro non potrò mai più tornare,
              rimane un sogno il mio
              di poter tornar bambino,
              ma non sono i sogni
              che ci tracciano il destino.

              O babbo mio,
              dove sei arrivato tu
              ora ci sono io.
              Ma i miei giorni ora sembrano più corti,
              veloci scorrono i minuti e i secondi,
              ed io mi perdo
              in un attimo solo,
              anche un secondo
              ora vale un tesoro.

              O babbo mio,
              c'eri tu
              e c'ero anche io,
              il giorno in cuoi sono nato,
              questo ricordo molto lontano,
              mi lascia in bocca il gusto un po' amaro.

              O babbo mio
              a questo mondo non ci sono solo io,
              siamo milioni o forse siamo miliardi,
              che preghiamo Dio
              e senza soldi andiamo avanti.
              Ma poi si sa che i soldi non faranno la felicità,
              allora è meglio forse fare un bel sogno,
              tornare indietro anche fosse per un giorno.

              O babbo mio,
              adesso che sono nel mio sogno,
              mi sento un Re
              e faccio ciò che voglio,
              potrei fermare anche il mondo con un dito,
              o volarci intorno
              e poi crearci il paradiso.

              O babbo mio
              adesso sono sveglio,
              è finito il sogno e inizia la realtà,
              mentre il mondo gira e fermo non ci sta,
              e gira il mondo
              gira sempre intorno a se,
              con mille dubbi
              e tutti i suoi perché.
              Composta lunedì 22 ottobre 1990
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