Scritta da: Fragolosa67

Dono segreto, la libertà

Busso al tuo cuore sopito e sorrido con sguardi di lame lucenti!
Non conosco il tuo volto ma il tuo odio che
cola fino in basso dove è cieco il tuo sapere.

Brilla l'opera pia maledetta!

Vuoto è il calice sbattuto a terra.
Perché urli dove è sordo il mio sentire?
Voltati ed eremo vai, senza virtù e senza gloria!

Ragazzo: Che tu dici o padre a chi ti rivolgi?

Non parlo a te degli empi, ma saggia beato
l'arguzia mia perché tu possa, un giorno, ascoltare
canto di vergini e menestrelli.

Che il tuo orecchio non oda mai ciò
che a me è dato udire
e guardar ciò che io rinnego e copro con la mia nobile mano.

Coperti sono gli occhi miei ma altro non oso fare.
Ogn'or maledico l'istante che conobbi le mie catene.

Ragazzo: A che brami allor, perdona il mio voler sapere!

Scellerato taci, non siamo soli ma sprovveduti.

Ragazzo a bassa voce con la mano arcuata intorno alla bocca:
Avvicino l'orecchio e ti ascolto.

Padre a bassa voce: Libertà figliol, libertà!

Ragazzo con voce più alta: Un dono!

Già così io sogno e in grande viaggio.
Libero ero prima di cotal passaggio.
Amavo giovin fanciulla e frutta matura gustavo beato.

Ragazzo: Ora son stenti o padre e sacrifici che pesano in cuor.
Vorrei conoscer anch'io il tuo bramar desio.

Solerte e fiducioso mi alzerò di nuovo.
Un tempo figliol, vedevo negli occhi miei le stelle di un grande
firmamento. Il viso mio, di rosse gote era vestito e di alamari e
specchi addobbavo il mio nido.

Gioiosi giorni conobbi e a te sorrisi, figlio.

Ragazzo: Padre di me racconta che sono ora?
Dov'è mia madre e la sua storia?
Dov'è quel volto di madonna che mi guardò la prima volta.

Figlio mio, è qui il difetto, non oso risponder per non turbar
Il tuo giovane intelletto.

Ragazzo: Parlami allora di libertà ogni ora
finché io possa imparar cosa è un sogno
e una gioia.

Commuover mi fai o figlio e oserei dir...
Chi è là! Hai visto?
Rischiar mi fai di me la vita!

Ragazzo: Perdona padre la mia vocale.
Il tono alzai dimentico di tutto.
Troppa è la foga di saper di questo dono che celi in cuor.

Basta voi due o son sferzate!

Ragazzo: padre, un tremito io sento sulla pelle con goccia di sudor che dalla schiena discende!

È paura figlio, su calmati e taci.
Domani è di nuovo l'alba chissà se potrò insegnarti cos'è
(in un orecchio a bassa voce) la fuga.
Composta mercoledì 23 ottobre 2013

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