Poesie generazionali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie generazionali)

Festival: dove vai, dove vai

Forse era scritto nel tuo destino (Ultimo),
ma tu vai avanti per il tuo cammino.
Son gli esiti, questi, di una cultura bigotta
(coi paraocchi) che fa correre il popolo
ma poi lei decide (con la politica) la svolta
(Mahmood). Così te ne devi proprio annà
(Direttore Artistico) con le tue oscenità
(conflitto d'interesse, politichese).
Indipendentemente da quel che piace
(musicalmente), dovevi solo garantir fosse
un canto di pace (festival). E, per far rima
con canto, non è così che si risorge (ai
signori simpatizzanti in giuria) dal fango
(calo del consenso nel PD), anche se può
consolar quell'esotico mango (il vincitore
a cui si vuol augurar così prosperità). Il mio
voto non l'hai avuto (Ultimo), ma mi
rammarica che t'han reso fottuto. E altro
non dico, perché meglio dell'Italia può
fare anche il Portorico (un qualunque
Paese estero che tiene a sé stesso e non
vuole il ridicolo).
Composta martedì 12 febbraio 2019
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    Scritta da: Cetty Cannatella
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Neve

    Ti guardo neve, lenta leggera fiochi...
    Ho un brivido leggero, forse è freddo.
    Parli senza far rumore, stamattina scendevi gioiosa e impaurita come una bimba che mostra le sue tenere scarpette rosa da ballo.
    Ora confusa ti adagi qua e là, ove tutto è ricoperto di te e non fai più rumore, ma cadendo in silenzio ti chiedo: perché pur avendo un'anima bianca a volte hanno timore di te?
    E continuando a fioccare mi rispondi: perché nonostante io avessi potuto dissetare deserti aridi, cado là dove ci sono torrenti, fiumi e senza un perché mi sciolgo senza lasciare nulla di me.
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      Scritta da: Cetty Cannatella
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Le donne che sorridono

      Le donne che sorridono hanno la forza del mare
      Cavalloni matti che nessun può domare
      Non scambiate per debolezza il loro pianto... quello è la forza che indomita li rialza.
      Sanno essere dolci, sanno essere madri, mogli, amanti, amiche...
      Sanno essere graffi e unguenti
      Sanno stringere il dolore al petto e sorridere a chi amano.
      Sanno essere e sono...
      Perché un mondo senza donne è impossibile, ma senza donne che nonostante le ferite, cicatrici, dolori passati o mai finiti... riescono ancora a donarti un sorriso, di quelle donne il mondo non potrà mai farne a meno.
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie generazionali)

        I fanti

        I bellicosi interventi per sostener la primavera
        araba han fatto perdere l'elemento più bello di
        quella magica fiaba (cioè un bel finale come in
        Alì Babà e i 40 ladroni), così nel finale la
        situazione è di gran conflitto in un popolo
        (libico) or dall'instabilità afflitto. Non s'è
        pensato troppo allora dove fosse il rovescio e
        il dritto e siccome eravamo noi i ladroni (s'è
        assecondata la Francia interessata a soffiarci
        il petrolio) ora c'è da pagare il conto buoni
        buoni (instabilità Libia). Un popolo si può
        aiutare a trovare la sua strada (democrazia)
        ma qui sia il dialogo ciò che s'impone e non la
        spada. E un'incauta ingestione non è mai la
        soluzione se alimenta nel popolo una cruenta
        contrapposizione (guerra civile). Un dubbio
        dunque nasce: non sarà mica al petrolio, o ad
        altro, interessato (America) chi si pone in
        modo così poco equilibrato? (venti di guerra).
        La democrazia a volte si ottiene con polso
        saldo e forte e con coraggio, ed io mi inchino
        per render a quell'unico prode (Guaidò) un
        doveroso omaggio. Ma di esprimerla con
        libere elezioni si vuol dar forte il messaggio.
        Così sia a ciò, contestuale, seguir la via
        maestra che è anche la statale (legale).
        Altro che disconoscer a destra (Guaidò) o a
        manca (Maduro), nel politico del cacchio
        (smarrito nel veder lontano) è il buonsenso
        che di molto arranca (non si fa strada).
        Così la trattativa, la tessitura, sia da usar
        come arma, come arma bianca (diretta alla
        persona) e sarò franca: un osso duro
        (Maduro-esercito), pur se lo merita, non se
        lo fa mettere, nel culo, un gran bel siluro
        (non si fa pacificamente destituire, silurare).
        Perciò si muova decisa la fanteria (diplomazia
        d'assalto in prima linea) per aprir subito una breccia in quella porta pia (conquistare cuore e cervello). E in un corpo a corpo di argomentazioni, che al popolo si sappia riconoscer le sue sacrosante aspirazioni
        (diritti, dignità, libertà) che son di esistere le sue ragioni.
        Composta domenica 10 febbraio 2019
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          Scritta da: Oriana Capobianco
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Il silenzio fa rumore - In ricordo della Shoah

          Apri gli occhi e guarda,
          guarda gli orrori che la vita ci offre.
          Apri le orecchie e ascolta,
          ascolta la voce
          e l’urlo della disperazione.
          Occhi spenti
          nel grigio di un cielo senza sole,
          occhi che raccontano.
          Corpi stanchi di vivere
          e troppo silenzio per non pensare.
          Il silenzio fa rumore!
          Eccoci qui.
          Uno ad uno a guardarci,
          a guardarci
          e a cercare di capire
          cosa si nasconde dentro di noi.
          Cosa nascondiamo?
          Nascondere significa custodire qualcosa,
          qualcosa che ci appartiene.
          Qualcosa da non condividere
          con gli altri.
          Nascondere è negarne l’esistenza.
          Composta martedì 27 gennaio 2015
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            Scritta da: Marta Emme
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Il Dio denaro

            In sé ha una luce ridente (denaro)
            che confonde per come sa essere
            suadente. E s'ammanta d'oro
            quando quel che dispensa è il tanto
            cercato tesoro. Ma pure l'astuto
            può perder il decoro se ottenuto
            non l'ha col duro suo e onesto
            lavoro. È come quando si moltiplica
            alla velocità della luce ma a
            condivider neanche un poco induce
            (Dio denaro). Semmai, si sappia che,
            è costui assai cazzuto (ha attributi ed
            è tosto), tanto che non ci pensa a
            renderti cornuto nel concedersi a chi
            più di te è fortunato oppure solo
            dissoluto. Ma tanto ti rispetta se
            sempre in viaggio ti poni con la tua
            adorabile lambretta (nella semplicità
            di una vita vissuta con equilibrio),
            perché i soldi e il potere fan
            facilmente perdere la testa e di
            buono allor lì ben poco ne resta
            (principi).
            Composta domenica 3 febbraio 2019
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