Poesie generazionali


Scritta da: Aurora Sisi
in Poesie (Poesie generazionali)
A volte mi chiedo
se il mio è un dono
o una condanna...
questa sensibilità
che a tratti mi distrugge
e che a tratti mi esalta...
questo mio vivere mille
vite ogni giorno...
questo non lasciar mai perdere...
questo non riuscire a fregarmene...
questo far caso ad ogni piccola cosa...
questo mio rivestirmi spesso
dei problemi degli altri...
questa mia ansia, paura...
di allontanarmi dalle persone che amo...
questo mio infinito bisogno
di tenerezza... senza la quale
potrei anche morire...
questa mia voglia di vivere
tutto intensamente...
mettendoci l'anima...
emozionandomi per ogni
semplice gesto...
per ogni dolce parola...
per tutto ciò che nasce
dal cuore... dall'amore.
Composta mercoledì 15 aprile 2015
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    Scritta da: Stefano Medel
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Uggiosa giornata

    Il sole non compare,
    rimane ottuso
    dietro le nubi basse e
    grigie,
    piccole goccette cadono,
    piastrelle inumidite di pioggia,
    giornata smorta e sbiadita,
    poca allegria,
    noia e sonnolenza
    di aprile,
    erba bagnata cespugliosa e abbondante,
    cresce in fretta;
    il vicino imbacuccato,
    passeggia e fuma nervoso,
    voglia di focolare e di tepore
    dei termosifoni;
    freddo che fa stringere nei paltò,
    chiusi in casa,
    con un bisogno di calore
    e di sole
    che non c'è.
    Composta lunedì 15 aprile 2019
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      Scritta da: Stefano Medel
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Ma siamo liberi

      Liberi liberi
      siamo liberi
      di non credere,
      liberi di non fare,
      di stare fermi ad aspettare,
      liberi di stare spenti,
      di fregarcene,
      liberi di sbagliare,
      di fare di testa nostra,
      prendere sentieri diversi,
      siamo liberi,
      la società ci fa schiavi,
      ci vuole comandare,
      e dire cosa fare e non,
      ci vuole far andare
      allo sbaraglio;
      ma noi siamo liberi,
      di dire no,
      di stare in casa,
      chiudere le tapparelle,
      e dire non ci sto,
      e se non vogliamo
      la società ci condanna,
      ad essere pazzi;
      ma siamo liberi.
      Composta domenica 14 aprile 2019
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        Scritta da: Stefano Medel
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Liguria

        Pioggetta ligure
        paesaggio ligure,
        aria tiepida,
        qualche grado in più.
        Primavera nell'aria;
        davanti la costa,
        il litorale,
        con gli scogli
        e i pietroni
        lungo la riva,
        qualcuno pesca con la lenza lunga,
        pochi gabbiani
        svolazzano
        inquieti,
        due seduti col cane,
        aria fresca,
        onde scure,
        i marosi,
        mare;
        facce locali,
        gente coi camper,
        parlano straniero,
        poi cade una pioggerellina,
        nuvole enormi,
        la battigia,
        sabbia intorno per terra,
        un ragazzo lancia sassi in acqua,
        giornata al mare primaverile.
        Composta domenica 14 aprile 2019
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          Scritta da: Stefano Medel
          in Poesie (Poesie generazionali)

          A te

          A te mando questa poesiola,
          a te,
          che sei vicina a me,
          che mi tieni compagnia,
          che mi hai trovato
          solo,
          tanto tempo fa,
          e non mi hai più lasciato,
          a te,
          che sei unica,
          che sei la sola,
          a cui credo,
          in cui spero;
          e per te,
          sono uscito fuori,
          sopportando ancora questo mondo
          fetente,
          di cui,
          non mi fregava niente;
          a te, che mi fai sorridere,
          che apri il mio cuore,
          e mi dai emozioni,
          e mi accarezzi,
          e mi dai del bene,
          in un mondo
          cattivo;
          a te,
          credo,
          a te.
          Composta sabato 13 aprile 2019
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            Scritta da: Marta Emme
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Un bosco da attraversare

            Come un puledrino era quel bambino
            che così tanto mattacchiava e
            scorrazzava per come era birichino.
            Ma poi fosco è diventato quando da
            solo col mondo s'è misurato (da
            adolescente o come adulto). Infatti
            il suo galoppo dentro un bosco l'ha
            portato (mistero del vivere), pien di
            ostacoli che a evitarli tutti c'era da
            fare, a dir poco, dei miracoli. Ma lui,
            tosto fin da piccino, e anche un po'
            briccone, siccome era rimasto dentro
            un mattacchione, si convinse più che
            mai che non la forza bruta ma il
            pensiero poteva dar la soluzione a
            dipanare l'intrico di una così fitta
            vegetazione. E capì che lì poteva sol
            quell'armoniosa vibrazione (linguaggio
            neuronale) che nell'intelligenza trova la
            massima espressione. Così quella
            apriva piste (soluzioni) ove e come
            prima non s'erano mai viste. Le entrate
            e le uscite ora eran chiare ovunque si
            volesse andare e pure l'avventura non
            faceva paura perché seguiva lì sempre
            la stessa orditura (struttura) che
            aveva la natura (un certo ordine, le
            regole). E anche quando ti perdevi
            trovavi sempre una sboccatura, una
            via sicura, e a volte una apertura che
            si apriva verso nuovi orizzonti nella
            radura. E qui si potrà dire che le
            relazioni son da costruire nel
            discernimento di chi pone l'obiettività
            come fondamento, che non travisa le
            cose, ma vede pure le spine nelle rose.
            Così il buono e le insidie son da
            riconoscer nelle tortuose vie (vicende,
            esperienze) e, senza rimaner indietro,
            nelle retrovie, dar piuttosto carica alle
            batterie (darsi coraggio) e, semmai
            possibile, domesticar la vita con le
            sue follie per non cader mai nelle
            tanto rovinose sue ipocondrie
            (tristezza, sconforto, malinconia).
            Composta lunedì 15 aprile 2019
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              Scritta da: Stefano Medel
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Giovane

              Giovinezza
              ti guardo
              e sei l'immagine
              della gioventù
              che non ho più,
              sei forte giuliva,
              piena di vita,
              non ti stanchi mai,
              non ti fermi,
              hai mille appetiti,
              resisti al freddo,
              al caldo,
              sei un virgulto giovane,
              sei tu;
              ed io qui,
              e tu non sai,
              la mia età,
              i miei disturbi,
              non lo sai,
              non ti dico nulla,
              ti seguo come posso,
              e non ti disturbo,
              giovane sei.
              Composta venerdì 12 aprile 2019
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                Scritta da: Fily Russo
                in Poesie (Poesie generazionali)
                Col tempo ti accorgi!
                Col tempo ti accorgi cosa vale e cosa non vale...
                Col tempo ti accorgi chi è stato sincero e chi ha giocato...
                Col tempo ti accorgi che la vita è una e non vale la pena distruggersela per chi non vale...
                Col tempo ti accorgi che niente rimane uguale...
                Col tempo ti accorgi che chi conta è sempre li, accanto a te...
                Col tempo e grazie al tempo tutto diventa più chiaro, più vero, più eterno.
                Composta martedì 9 aprile 2019
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                  Scritta da: Asianne Merisi
                  in Poesie (Poesie generazionali)
                  Mostra a questo giovane uomo i segni del tempo... vita
                  quelle vecchie mura diroccate
                  dove un vecchio uomo si sente premere addosso,
                  seduto sul suo divano a scaldar le ossa.
                  Ma il freddo e dentro,
                  nella malinconia di tutto il tempo
                  che ha donato a chi amava e lo ha lasciato solo,
                  mentre si abbraccia il cuore.
                  Ricorda le dame d'amore da lui amate,
                  e i nobili amici svaniti, che ora non sente
                  mentre ne rammenda i sorrisi della loro gioventù.
                  Ma quanto e bastardo questo tempo che
                  racconta storie e passioni vissute,
                  mentre il gelo che ha dentro rimane,
                  e fa male.
                  Sarà che nel camino il tozzo di legno brucia
                  e si consuma in cenere,
                  e lui pensa:
                  che basterebbe un alito di vento
                  per chiudere gli occhi in eterno.
                  Composta martedì 9 aprile 2019
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