Poesie generazionali


Scritta da: Susan
in Poesie (Poesie generazionali)

Pensiero colorato

Un pensiero,
un piccolo
pensiero
prende forma,
è bello
ha tanti colori,
ma il più bello
è quello dell'amore,
ha la
forma dei colori
dell'arcobaleno
i colori più belli
dell'anima,
i colori dell'amore,
e tu sei il mio
pensiero colorato
anima mia!
Tu, pensiero
d'amore
tu pensiero
colorato
dell'arcobaleno!
Tu anima mia!
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    Scritta da: Susan
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Amore che vivi,
    e vivi.
    ma come vivi?
    Vivi nella
    speranza del
    domani,
    del forse
    un sorriso,
    ed ora?
    Ora vivi,
    e vivi un presente
    tortuoso,
    un presente
    che dà spazio
    infinito ad un amore,
    amore che non dona
    senso se non
    al senso della follia,
    una follia che è
    amore infinito amore,
    amore ed ancora amore,
    lasciando il vuoto un
    vuoto che si riempie
    al sol pensier di un noi!
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      Scritta da: Susan
      in Poesie (Poesie generazionali)
      Ed io ti amo,
      ti amo così
      come è vero
      che esiste
      l'infinito,
      come è vero
      che esistiamo
      noi,
      ed io ti amo
      così,
      tormento,
      follia,
      senso,
      il vero
      ed unico
      senso che vivo
      adesso,
      ora,
      io ti amo così
      come è vero
      che esiste la notte
      come è vero che
      esiste il giorno,
      io,
      io ti amo cosi,
      e ti sento,
      sento in te viva
      la passione
      l'unica passione
      che conosco
      anima mia,
      come una candela
      che brucia
      così brucia la mia anima
      lentamente e vivo,
      l'unico senso che vivo,
      che riconosco
      ed io,
      io così ti amo!
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        Scritta da: Susan
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Una candela,
        un libro,
        una canzone
        e la mente

        nel sogno,
        un sogno di Natale,
        luci accese,
        bancarelle in strada,
        ed io,
        io chiudo gli
        occhi ed immagino,
        io e te,
        a sorridere,
        guardare le luci
        proprio come due
        bambini
        mano nella mano,
        guardiamo
        le vetrine addobbate
        di tanti colori,
        io e te mano nella mano,
        ci guardiamo e,
        sorridiamo,
        è Natale,
        quasi Natale
        mi dici,
        io il mio regalo
        c'è l'ho
        sei tu amore.
        Apro gli occhi e,
        anche l'orologio
        si è fermato nel mio
        sogno,
        asciugo
        le lacrime,
        bella la fantasia,
        riprendo a leggere,
        una bella storia d'amore
        la fantasia,
        la nostra anima mia
        tu che vivi in me!
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          Scritta da: Antonio Belsito
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Cosa sai tu del dolore?

          Cosa sai tu del dolore?
          Tu conosci il dolore
          che strazia il cuore,
          strapazza la mente,
          apre ferite?
          Tu conosci il dolore mentre corre,
          il dolore mentre guarda,
          il dolore regalato?
          Tu conosci il dolore dannato,
          il dolore insensato,
          il dolore affamato?
          Tu conosci il dolore addormentato,
          il dolore simulato,
          quello affannato?
          Tu conosci il dolore?
          Quello santificato,
          quello beato,
          quello gridato?
          Tu conosci il dolore
          che gela la luce,
          immobilizza il buio
          e corre sull'orizzonte?
          Tu conosci quel dolore
          mentre acchiappa le stelle,
          stringe la luna
          e maledice il sole?

          Tu conosci il dolore?

          Il dolore che ingiallisce le foglie,
          il dolore che secca gli alberi,
          il dolore che è fulmine,
          tuono o nubifragio.
          Tu conosci il dolore
          mentre la zattera è in mezzo al mare,
          sola,
          e tu non sai che fare?
          Tu conosci il dolore
          mentre nel fango s'inciampa,
          nella palude si resta,
          il dolore che diventa festa?
          Tu conosci il dolore della morte
          che diviene sorte,
          di occhi spenti
          perché non hanno pregato i santi,
          di mani disunite...
          ... il dolore di vite?
          Tu conosci quel dolore assassino,
          quel dolore iniettato
          perché bisogna tacere,
          quel dolore che è dovere?

          Tu conosci il dolore?

          Quel dolore garbato,
          quel dolore raffinato,
          quel dolore incravattato.
          Tu conosci il dolore
          mentre chinato su un libro
          riconosce che non c'è nessun equilibrio?
          Quel dolore che diventa la farsa
          perché il sistema è tutta una salsa.
          Tu conosci il dolore
          del pane spezzato
          duro e azzannato,
          il dolore di uno schianto
          da una scogliera, da una finestra o da un balcone
          perché il dolore diventa la peggiore condizione?
          Tu conosci il dolore
          di chi è senza parole,
          di chi non sente,
          di chi non vede neanche la gente?
          Tu conosci il dolore
          che non può alzarsi,
          che non può sdraiarsi
          e neanche riesce a saziarsi?
          Quel dolore che è tormento,
          forse, lamento,
          quel dolore che è un momento.

          Tu conosci il dolore?

          Il dolore che scorre nei fiumi,
          il dolore che dorme nei laghi,
          il dolore degli aghi.
          Tu conosci il dolore
          di quei quattro,
          di quel popolo,
          quel dolore che è matto?
          Tu conosci il dolore
          della strada che incanta?
          Il dolore che sembra lontano,
          quello che sembra estraneo,
          il dolore che gira l'angolo
          e...
          Tu conosci il dolore
          che piange
          e non si ferma
          perché ha solo lacrime
          e la terra?

          Tu conosci il dolore?

          Il dolore non si pente.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            in Poesie (Poesie generazionali)
            Presa dalla stessa fame e condannata ai medesimi digiuni.
            Ieri, sapevo amare di più e più forte, oggi, ho le rughe.
            Sono io che uccido i miei slanci e, piano, ammazzo il gusto, l'olfatto, la memoria.
            Sono vittima di un narcisismo che non si riflette più in nessuna immagine e muore del riverbero deformato della propria.
            Un unico Amore che mi attraversa le vite e gli umori.
            Solo sagome di sesso che cadono, una ad una, col mirino sul petto:
            io, Killer sul tetto.
            Ripetizione.
            Ecolalia.
            Stereotipie.
            Impotenza sentimentale.
            Chè nulla scorderò della tua bocca e delle tue mani,
            ché non ho mai amato la mia carne quanto la tua,
            ché ciò che è stato dopo ed è oggi è drappo sbiadito e stinto da acidi e veleni corrosivi che vomitano l'amaro che mi hai lasciato in bocca.
            Mille soldatini di piombo a far milizia e rappresaglia attorno al cuore, reduce di guerra.
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              Scritta da: Livido Nero
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Sentendomi una nullità
              ho scoperto d'essere qualcosa,
              nell'assenza di tutto
              ho avuto bisogno di tutti,
              nel silenzio ho capito che amo parlare,
              nel rumore ho capito che amo pensare.
              Sagome indistinte che spiegano la vita
              come una logica numerabile,
              predicatori ingioiellati si ergono pastori
              di greggi inconsapevoli.
              La vita l'ho suonata
              toccando innumerevoli tasti,
              sbagliando innumerevoli note,
              stonando innumerevoli giorni,
              ma l'ho suonata senza calcolare o predicare,
              senza incatenarla o rinchiuderla,
              nella libera illusione di essere libero.
              Composta venerdì 22 novembre 2013
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