Scritta da: Gigliola Perin
in Poesie (Poesie generazionali)
Io lo sento.
lo vivo, la mia pelle è divenuta un sentiero lastricato di tormenti.
lo sento.
lo vivo ma è l'unico amore di cui vorrei morire!
Composta venerdì 6 dicembre 2013
Io lo sento.
lo vivo, la mia pelle è divenuta un sentiero lastricato di tormenti.
lo sento.
lo vivo ma è l'unico amore di cui vorrei morire!
Attendo.
Non lasciare che la neve scenda,
non permettere che il gelo copra la strada.
Attendo.
Non lasciarmi sola ad affrontare questo freddo inverno,
mi manca il calore della tua anima.
Lenta la notte è scesa,
ho chiuso gli occhi per non pensare,
la mente è zittita,
il cuore s'è fermato.
Ho preferito una notte senza sogni
al risveglio delle emozioni.
Ora il giorno inizia
e come un uragano
il tuo pensiero
invade il mio corpo.
L'amore che nutro per te
ha gridato il tuo nome
ed ogni lembo di pelle
ti ha portato a vivere in me.
Cuori di donne,
coronati da fiori e spine,
sognano ascoltando canzoni d'amore,
mentre accarezzano ancora
libri di fiabe
tra le dita sognatrici.
I veri racconti si leggono nei loro occhi,
sono gocce di memoria in una notte di stelle cadenti,
nascondono dentro loro
dolori inflitti da lame taglienti,
affilate con menzogne di chi non ascolta,
dadi lanciati nel gioco della vita,
cuori che nascondono in fondo ai silenzi le loro illusioni.
Occhi di mamma,
occhi trasparenti
come acqua di sorgente
e assetati di luce
nell'affrontar
le tenebrose paure.
Eppur disarmanti
per come assicuran
quotidiana presenza:
inconsapevoli e intrepidi
fari dell'esistenza.
E quando il figlio
che han cresciuto,
ritorna all'orticello
allor li onoran
e nel modo più bello,
giacché alberga
in quel cuor, ancora,
la gioia di un monello.
Raccolgo pensieri usati
copiati e riposti nei cassetti
della vita.
Dimmi, che cerchi?
Qualcosa di buono ho
in serbo anche per te.
Dentro un docx trovi
la storia d'amor
di un storione finito
inscatolato dall'emozione.
Ora ti parla da dentro
alla tua panza
e narra del mar agitato
degli alisei e parole al vento.
Tornano a cinguettare
agli orecchi miei.
Al primo sguardo.
Dal primo istante in cui le nostre vite si sono incrociate, ho capito che un solo minuto, non sarei più riuscito a vivere senza averti accanto.
Nuove parole andrebbero inventate per descrivere ciò che provo quando Ti guardo.
Da lontano ti osservo,
i tuoi occhi parlano al cuore, narratori di un'anima pura.
Incantevole viso, splendida cornice di un raggiante sorriso.
Rapito, seguo l'ipnotica danza delle tue labbra.
Da lontano ti osservo, mentre intenta a parlare, non ti accorgi che ti sto guardando.
Da lontano ti osservo, mentre intenta a parlare non ti accorgi, di essere tutto il mio mondo.
Un petalo di rosa,
viene dal mio cuore,
è per te,
dentro c'è l'essenza
del mio amore!
Non è tempo di quiete, fuor dalla finestra;
le nubi si rompono ed è tempesta
i piagnistei del vento calcano la terra,
che, pur tenace teme la rovina.
Difatti si staccano tegole dai tetti,
la natura da una forza è scossa,
che furibonda, spacca, toglie e solleva,
porta lontano, e cadono ai suoi piedi,
i resti di una guerra.
Non è tempo di quiete, nessuno è sordo;
si ascoltano le repliche del vento,
quel suo impetuoso malcontento,
che bastona le porte e, nei cortili,
la refurtiva porta,
facendola spostar di volta in volta.
Sopra il sofà, il cane sbotta d'un soffocato abbaiar,
vorrebbe dar conforto alla sua cocca,
però sta anche lui ad ascoltar,
il tempo in lotta.
Tutto mi parla di te in questi giorni tristi. I miei occhi cercano ovunque il tuo sguardo e le mie orecchie vorrebbero ancora sentire la tua voce. Credevo di avere tanto tempo per parlarti ma tu sei andato via da me troppo presto e non ho potuto dirti tante cose. Adesso che sei lassù e puoi sentirmi, vorrei dirti poche parole soltanto; mi avvicino ad un albero e tra le lacrime poggio la mia bocca sul suo tronco, come se fosse il tuo viso e dolcemente ti dico: "Ti ho sempre voluto bene!".