Poesie generazionali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie generazionali)
Un altro vecchio calendario è finito nel camino di casa
Illuminandoci gli occhi con le sue fiamme le prime ore
di questo nuovo anno con odore a vino e champagne.

Sfogleremo il nuovo calendario appeso sulla nostra vita
leggendo da soli con magica fantasia il sogno di domani
donando a coloro che ci circodano un sorriso e un bacio.

L'anno nuovo arriva pieno di interrogativi ed esclamativi
ai quali dobbiamo rispondere col cuore e con la mente,
con la pietà e la dolcezza se siamo veramente fratelli.

Siamo stati chiamati a sfogliare il calendario della vita
per far sbocciare fiori freschi nel nostro umano giardino
dove l'uomo è chiamato a scalare una divina montagna.

L'anno nuovo inizia per donare la speranza nel domani
dove il tempo cavalca su cavalli alati con l'uomo cavaliere
con redini e speroni che ci spronino senza perdere la meta.

Il nuovo calendario dobbiamo riempirlo di sole e di stelle,
di giorni di pioggia e di venti che ci spazzino cielo e terra.
Le date del calendario ci regalano baci di vita e di speranza.
Composta venerdì 5 gennaio 2018
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    Scritta da: Leonardo
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Basta parlare

    Siamo facce senza identità
    siamo spiriti di un'altra età
    vagheremo per l'eternità
    senza controllo senza vanità.
    Siamo tracce di rugiada
    sparse nell'umanità,
    aspettiamo quel qualcosa che verrà
    e stringiamo questa falsità
    come brivido di libertà.

    Sempre appesi ad una gerarchia
    noi scappiamo e poi torniamo qua,
    figli e padri di un'apologia
    antenati della nostalgia
    intrappolati da noi stessi noi
    ci strappiamo mille sguardi e poi
    quando dobbiamo dare spazio al fiato
    sigilliamo con l'ossigeno il palato.

    Ora basta parlare
    non c'è più tempo per mollare
    siamo chiusi in una gabbia
    e il pastore vende scabbia,
    come fosse la cura
    per la nostra tortura,
    per la nostra utopia,
    mentre dentro questo recinto
    abbandoniamo il nostro istinto.
    Composta sabato 6 gennaio 2018
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Pietismo

      È questo un moto del cuore,
      generato da chi sa infondere
      un utile fervore in quel che
      ha poco pensiero e non
      riconosce nelle cose, fino in
      fondo, il reale valore. Così gli
      opportunismi, apposta, su di
      lui, prendon vigore, non la
      verità col suo nudo crudore.
      In tal caso, alla dabbenaggine,
      non c'è soluzione se non
      riconoscerla in tutta la sua
      estensione. E quando una
      lampadina s'accende e di ciò
      coscenza si prende, un
      luminoso cammino, vedrai ti
      attende, rischiarato dall'usar
      il cervello in modo intelligente
      senza dimenticar di veder le
      cose, sì, umanamente, ma
      sempre nel loro contesto,
      avvedutamente.
      Composta sabato 6 gennaio 2018
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        in Poesie (Poesie generazionali)
        E torno,
        torno alle tue mani,

        al cappotto della veglia
        e allo stile della tredicesima ( "... ti hanno
        sfigurato, arso vivo, vero?" ), torno
        all'industria delle pupille e delle asticelle
        seminate nel buio, solo

        a rischiarare una debolezza
        fatta veste, o ticchettio di qualcosa di incandescente,
        a scadere, a perdersi
        nel marasma che si chiuderà
        intorno a te, intorno a noi. Oltre tutto,

        la tua radice è un'arteria temporale,
        un pasto frugale
        che acuisce le ultime moltitudini,

        e poi, al mattino, ne sono iniettate
        altre generazioni, altre cesure
        sono già acqua,
        già mente
        la volontà che ti, ci esilia.
        Composta giovedì 4 gennaio 2018
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Rispetto

          Le proteste siano un'occasione di
          riflessione non di cruenta e feroce
          contestazione. Libera sia
          l'espressione ma se si adopera
          violenza egual risposta trova
          consistenza. E chi soffia sul fuoco
          della ribellione* (twitter di Trump),
          sfidando chi è al potere in quella
          situazione* (Kamenei e Rouhani)
          è perché cerca di seminare rogna
          dopo aver armato l'Arabia fino alla
          vergogna. Non si vuole un'altra
          primavera* (araba) che sfoci nella
          confusione più vera, fino alla guerra,
          che faccia sprofondare quel paese
          nella melma o tra la polvere, a terra.
          Nel rispetto delle culture altrui dobbiam
          pensar che quei paesi non son per
          forza dei nostri più bui. Il polso ci
          vuol deciso per tener insieme, da
          quelle parti, un paese che funzioni
          come un orologio preciso. Se son
          rispettati i diritti umani ogni cultura
          non merita richiami. E, semmai,
          che le transizioni* (rinnovamento)
          non avvengan per congetture ed
          esterne infiltrazioni. La Persia ha
          fatto la storia, sia l'Iran anch'esso al
          pari di questa fulgida memoria.
          Composta mercoledì 3 gennaio 2018
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