in Poesie (Poesie d'Autore)
Non sapendo quando l'alba possa venire
lascio aperta ogni porta,
che abbia ali come un uccello
oppure onde, come spiaggia.
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Non sapendo quando l'alba possa venire
lascio aperta ogni porta,
che abbia ali come un uccello
oppure onde, come spiaggia.
Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
Perché ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare.
Le cose che ho imparato nella vita.
Dite: è faticoso frequentare bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete: bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
É piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi
fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
S'ì fosse foco, arderei 'l mondo;
s'ì fosse vento, lo tempesterei;
s'ì fosse acqua, ì l'annegherei;
s'ì fosse Dio, mandereil'en profondo
s'ì fosse papa, sarè allor giocondo,
che tutti i cristiani imbrigherei;
s'ì fosse 'mperator, sa che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondo
s'ì fosse morte, andarei da mio padre;
s'ì fosse vita, fuggirei da lui:
similmente faria da mì madre
s'ì fosse Cecco, come sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre,
e vecchie e laide lassarei altrui.
La stella del mattino
scrive sorridente
l’arrivo della luce nell’ultima pagina della notte.
L’immagine autentica
di tanta potenza
l’artista entusiasta
ritrae pura e casta.
Il dolce suono del diminutivo
breve o ritmato come il respiro,
che lo sussurra col cuore,
insinua: non basta una vita
a vantar Gerardina.
La Gerardina regna nei boschi,
in luoghi ameni freschi ed ombrosi:
erba perenne, medicinale
crea fluorescenze candide e rosee,
con discrezione infonde salute.
Così ci insegna l’agronomo colto;
anche la fisica ne esalta il nome:
Dina, grazioso diminutivo,
è l’unità che misura la forza,
forza che imprime l’accelerazione.
Se col pennello dipingo la bocca,
ecco che appare un vezzeggiativo,
sboccia il sorriso di Dina Bocchino:
magico filtro di nuova allegria,
che ancora un sogno dona alla mente,
dolcezza onirica sempre presente.
Roma 1999 dedicata a
Dina Bocchino Lo Conte
Ribaciami amore è
solo ieri
che mi hai sfiorato la lingua
con il verbo del tuo violino,
acino d'uva il tuo fallo
che posi sul granbo migliore.
Rimani e ascolta
l'ultimo respiro di vita
che si libera dai miei capelli.
Torna amore
vela delicata e libera
che occupi
il pensiero della mia terra
sto morendo sulla grandiosità di un fiume
che è rosso di desiderio
e vorrebbe
travolgere il tuo amore.
Pranzano a prezzo fisso
secondo le regole del club
insalata di polpo
con fiori di zucchine.
Pranzano a prezzo fisso
come ogni giovedì del mese
bianchetti con carciofi
risotto e gamberoni.
Abito scuro come richiede il club
linguine all'astice
con mousse di pomodoro.
Serata in beneficenza
crespelle alle erbette
ravioli di ricotta.
Compiangono la miseria altrui
e pranzano a prezzo fisso
bevande incluse,
vermentino, rossese, ormeasco.
Pranzano a prezzo fisso
sull'uguaglianza degli uomini.
Maniacale la loro propensione al buongusto.
Si nutrono a prezzo fisso
dell'anima degli umili
e pretendono per l'ambiente che li accoglie
un servizio di altissimo livello.
Non sanno negarsi nulla
nell'eccitazione del loro protagonismo.
Il presidente
onora la tradizione
glorifica la generosità
esalta la solidarietà tra simili.
Interrompe lo chef
crostata alla Robespierre.
Compiacimento generale per amore della virtù.
Arrivederci al prossimo giovedì del mese.