Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Cento Sonetti D'amore (XVII)

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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    I tuoi occhi

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    che tu venga all'ospedale o in prigione
    nei tuoi occhi porti sempre il sole.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,
    sono cosi, le spighe, di primo mattino;

    i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    quante volte hanno pianto davanti a me
    son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
    nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
    ma non un giorno han perso il loro sole;

    i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
    gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
    allora saprò far echeggiare il mondo
    del mio amore.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    Così sono d'autunno i castagneti di Bursa
    le foglie dopo la pioggia
    e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    verrà giorno, mia rosa, verrà giorno
    che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
    fraternamente
    con i tuoi occhi, amor mio,
    si guarderanno con i tuoi occhi.
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      Non nascondere il segreto del tuo cuore
      Non nascondere
      il segreto del tuo cuore,
      amico mio!
      Dillo a me, solo a me,
      in confidenza.
      Tu che sorridi così gentilmente,
      dimmelo piano,
      il mio cuore lo ascolterà,
      non le mie orecchie.
      La notte è profonda,
      la casa silenziosa,
      i nidi degli uccelli
      tacciono nel sonno.
      Rivelami tra le lacrime esitanti,
      tra sorrisi tremanti,
      tra dolore e dolce vergogna,
      il segreto del tuo cuore.
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        Ricordami

        Tu ricordami quando sarò andata
        lontano, nella terra del silenzio,
        nè più per mano mi potrai tenere,
        nè io potrò il saluto ricambiare.

        Ricordami anche quando non potrai
        giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
        ricorda e basta, perché a me, lo sai,
        non giungerà parola nè preghiera.

        Pure se un po' dovessi tu scordarmi
        e dopo ricordare, non dolerti:
        perché se tenebra e rovina lasciano

        tracce dei miei pensieri del passato,
        meglio per te sorridere e scordare
        che dal ricordo essere tormentato.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Il mio occhio s'è fatto pittore ed ha tracciato
          L'immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
          il mio corpo è cornice in cui è racchiusa,
          Prospettica, eccellente arte pittorica,
          Ché attraverso il pittore devi vederne l'arte
          Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
          Custodita nella bottega del mio seno,
          Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.
          Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
          I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
          Son finestre al mio seno, per cui il Sole
          Gode affacciarsi ad ammirare te.
          Però all'arte dell'occhio manca la miglior grazia:
          Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
            e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
            l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
            sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
            Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
            dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
            rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
            per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
            Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
            se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino
            pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",
            dando prova che la sua bellezza da te fu data.
            Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
            mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene è freddo.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Cogli questo piccolo fiore
              e prendilo. Non indugiare!
              Temo che esso appassisca
              e cada nella polvere.

              Non so se potrà trovare
              posto nella tua ghirlanda
              ma onoralo con la carezza pietosa
              della tua mano - e coglilo.

              Temo che il giorno finisca
              prima del mio risveglio
              e passi l'ora dell'offerta.

              Anche se il colore è pallido
              e tenue è il suo profumo
              serviti di questo fiore
              finché c'è tempo - e coglilo.
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