Io so bene che dentro la mia stanza c'è un amico invisibile, non si rivela con qualche movimento né parla per darmi una conferma. Non c'è bisogno che io gli trovi posto: è una cortesia più conveniente l'ospitale intuizione della sua compagnia. La sola libertà che si concede è di essere presente. Né io né lui violiamo con un suono l'integrità di questa muta intesa. Non non potrei mai stancarmi di lui: sarebbe come se un atomo ad un tratto si annoiasse di stare sempre insieme agli innumerevoli elementi dello spazio. Ignoro se visti anche altri, se rimanga con loro oppure no. Ma il mio istinto lo sa riconoscere: il suo nome è Immortalità.
Gli dei lanciano i dadi, ma non domandano se vogliamo partecipare al gioco. Non vogliono sapere se hai lasciato un uomo, una casa, un lavoro, una carriera, un sogno. Gli dei non badano al fatto che tu vuoi avere una vita in cui ogni cosa sia al proprio posto, in cui ogni desiderio si possa esaudire con il lavoro e la pertinacia. Gli dei non tengono conto dei nostri piani e delle nostre speranze. In qualche luogo dell'universo, loro lanciano i dadi e, casualmente, vieni scelto tu. Da quel momento in poi, vincere o perdere è solo questione di opportunità. Gli dei lanciano i dadi e liberano l'amore dalla sua gabbia. Questa forza può creare o distruggere, a seconda della direzione in cui soffiava il vento nel momento in cui si è liberata dalla prigione. L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. É necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli. É necessario ricercare l'amore la dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro. E ci salva. E nell'amore non esistono regole. Possiamo tentare di seguire dei manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento. Ma sono tutte cose insignificanti. Decide il cuore. E quando decide è ciò che conta.
Se sei stanco e la strada ti sembra lunga, se ti accorgi che hai sbagliato strada, Non lasciarti portare dai giorni e dai tempi, Ricomincia.
Se la vita ti sembra troppo assurda, Se sei deluso da troppe cose e da troppe persone Non cercare di capire il perché, Ricomincia.
Se hai provato ad amare ed essere utile, Se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti, Non lasciar là un impegno assolto a metà, Ricomincia.
Se gli altri ti guardano con rimprovero, Se sono delusi di te, irritati, Non ribellarti, non domandar loro nulla, Ricomincia.
Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno, Il ramo fiorisce senza domandare perché, E l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno, Perché la vita è speranza e sempre ricomincia...
Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno, non sono da nessuna parte, succede solo che sono felice fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo, che posso farci, sono felice. sono più sterminato dell’erba nelle praterie, sento la pelle come un albero raggrinzito, e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, il mare come un anello intorno alla mia vita, fatta di pane e pietra la terra l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia, tu canti e sei canto, Il mondo è oggi la mia anima canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca, lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia essere felice, essere felice perché si, perché respiro e perché respiri, essere felice perché tocco il tuo ginocchio ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo e la sua freschezza. Oggi lasciate che sia felice, io e basta, con o senza tutti, essere felice con l’erba e la sabbia essere felice con l’aria e la terra, essere felice con te, con la tua bocca, essere felice.
A furia d'amarci non ci conosciamo più, perché non esiste più né tu né io, ma un uccello cieco immobile sul vuoto, che non canta, perfetto, che ringiovanisce. Il fulgore del suo silenzio ripara le ferite. Mio amore, ma tu e io diventiamo vergini!
Assunto mio malgrado nella fabbrica delle idee mi sono rifiutato di timbrare il cartellino Mobilitato altresì nell'esercito delle idee ho disertato Non ho mai capito granché Non c'è mai granché né piccolo che C'è altro. Altro vuol dire che amo chi mi piace e ciò che faccio.
Mille anni e poi mille Non possone bastare Per dire La microeternità Di quando m'hai baciato Di quando t'ho baciata Un mattino nella luce dell'inverno Al Parc Montsouris a Parigi A Parigi Sulla terra Sulla terra che è un astro.
Questo amore Così violento Così fragile Così tenero Così disperato Questo amore Bello come il giorno E cattivo come il tempo Quando il tempo è cattivo Questo amore così vero Questo amore così bello Così felice Così gaio E così beffardo Tremante di paura come un bambino al buio E così sicuro di sé Come un uomo tranquillo nel cuore della notte Questo amore che impauriva gli altri Che li faceva parlare Che li faceva impallidire Questo amore spiato Perché noi lo spiavamo Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Questo amore tutto intero Ancora così vivo E tutto soleggiato É tuo É mio É stato quel che è stato Questa cosa sempre nuova E che non è mai cambiata Vera come una pianta Tremante come un uccello Calda e viva come l'estate Noi possiamo tutti e due Andare e ritornare Noi possiamo dimenticare E quindi riaddormentarci Risvegliarsi soffrire invecchiare Addormentarci ancora Sognare la morte Svegliarci sorridere e ridere E ringiovanire Il nostro amore è là Testardo come un asino Vivo come il desiderio Crudele come la memoria Sciocco come i rimpianti Tenero come il ricordo Freddo come il marmo Bello come il giorno Fragile come un bambino Ci guarda sorridendo E ci parla senza dir nulla E io tremante l'ascolto E grido Grido per te Grido per me Ti supplico Per te per me e per tutti coloro che si amano E che si sono amati Sì io gli grido Per te per me per tutti gli altri Che non conoscono Fermati là Là dove sei Là dove sei stato altre volte Fermati Non muoverti Non andartene Noi che siamo amati Noi ti abbiamo dimenticato Tu non dimenticarci Non avevamo che te sulla terra Non lasciraci diventare gelidi Anche se molto lontano sempre E non importa dove Dacci un segno di vita Molto più tardi ai margini di un bosco Nella foresta della memoria Alzati subito Tendici la mano E salvaci.
Quando musica tu suoni, mia musica, su quel beato legno che alle dita gentili replica mentre conduci la vibrante armonia che mi smarrisce, quanto invidio quei tasti che in su e in giù tenendo il cavo di tua mano baciano - e dal raccolto le mie labbra escluse, lì accanto, si fan rosse a tanta audacia. Ben situazione e stato muterebbero, purché tu le sfiorassi, con quei rapidi in danza - e tu scorri sì che lieto fai morto legno più che vive labbra. Se tanta sorte hanno quegli sfrontati, dà lor le dita, a me le labbra al bacio.
Come un pessimo attore in scena colto da paura dimentica il suo ruolo, oppur come una furia stracarica di rabbia strema il proprio cuore per impeto eccessivo, anch'io, sentendomi insicuro, non trovo le parole per la giusta apoteosi del ritual d'amore, e nel colmo del mio amor mi par mancare schiacciato sotto il peso della sua potenza. Sian dunque i versi miei, unica eloquenza e muti messaggeri della voce del mio cuore, a supplicare amore e attender ricompensa ben più di quella lingua che più e più parlò. Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore è intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.