Tra le sirene che Boecklin gittava nel fremito dell'onde verdazzurre una ne manca, appena adolescente, agile più di tutte e la più bella.
Poiché non quella che supina ascolta il Tritone soffiare nella conca, non quella che si gode la bonaccia con tre scherzosi albàtri affaticati,
e non quelle che fuggono al Centauro, l'una presa alle chiome, l'altra emersa con volto sorridente, l'altra immersa col busto, eretta con le gambe snelle:
non tutte quelle vincono la grazia appena adolescente che abbandona il mare caro al grande basilese, il mare Azzurro per il mare Grigio!
E al mare nostro più non resta viva che l'immagine fatta di memoria, svelta nel solco dove più ribolle la spuma e dove l'onda è tutta gemme!
Mi senti ben piantato nel molo dei ricordi cui con la tua mente ogni tanto approdi Mi vedi intermittente indicare la luce al cuore e come dolce onda a me ti avvicini. Sono il faro dei tuoi sogni ! Non quelli che insegui e che non trovi mai. Quello che ti appare come porto sicuro lì, ad indicare la rotta da seguire, la strada diritta della realtà.
Come un gracidare di rane nello stagno mi appaiono certe menti inconsistenti. Stanno in mezzo al fango si nascondono al rumore, si accontentano di mangiare ingrassano cantando, tutte come una sol voce. E più la melma cresce loro sembrano sguazzare si adeguano al contesto aumenta il gracidare nessuna di quelle menti coro di rane, sarà capace o avrà il coraggio di stonare.
Scappa, scappa, eterna insoddisfatta sogna pure quell'amore che non trovi, cerca attenzione fra menti indifferenti. Un giorno capirai che ciò che vuoi lo trovi in ciò che hai. Vivilo con me il tuo desiderio di nuovo.
Non ci sono destini fabbricati Da eterne insoddisfazioni. Scappa, scappa ma il mio ti amo E la mia tenerezza, ovunque ti raggiungeranno e da me riporteranno te, la tua mente, i tuoi sogni e il tuo desiderio di amore.
Riappari, irresistibile richiamo di un'eco non lontana E scrivo altre parole che si sparpagliano nel vento come foglie già appassite. Non più farfalle che rapite cercano il nettare nei fiori. Inutili sillabe o canzoni che mai potranno riportarmi il tuo amore o quelle parole languide che pronunciavi nell'abbandono.
Canti di germani reali e voli di alzavole che si stampano nel cielo rosa del tramonto autunnale. Odore di salsedine che giunge nella stanza e si amalgama ai sospiri dei corpi tesi nell'amore.
Guizzi di piacere come sprazzi di luce che nascono dai brillanti li percorrono come brezza e come languida carezza in un crescendo piano piano, si fonde nel crogiolo quell'amore e…. sembra l'infinito.
Ho aperto una cartella nel mio cuore e l'ho siglata con la parola amore. Tutto; gioie, dolori, desideri, passioni ed emozioni, gelosie, litigi e delusioni, stimoli, rispetto, affetto ed ambizioni. Tutto ho depositato in quel ricordo tutto quanto lì io ho archiviato. Poi, ho battuto, chiudendo gli occhi, dieci volte la tastiera a caso, …. una password sconosciuta m'impedirà di riaprire la cartella. Chissà se quella parola chiave saturerà la mia ferita! Così profonda oggi, mi appare e solo il tempo piano piano dirà un giorno se è guarita.