Poesie d'Autore


Scritta da: Gloria Levrini
in Poesie (Poesie d'Autore)

La tigre

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l'occhio
Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l'Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?
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    Scritta da: Gloria Levrini
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La Divina Immagine

    Grazia, Amore, Pace, e Pietà
    Chi è negli affanni prega,
    E ad esse virtù che liberano
    Torna l'animo grato.

    Grazia, Amore, Pace, e Pietà
    È Iddio, Padre caro,
    Grazia, Amore, Pace e Pietà
    È l'uomo, Suo figliolo e Suo pensiero.

    La Grazia ha cuore umano;
    Volto umano, Pietà;
    Umana forma divina, l'Amore,
    E veste umana, Pace.

    Ogni uomo, d'ogni clima,
    Se prega negli affanni,
    L'umana supplica forma divina,
    Amore e Grazia e la Pietà e la Pace.

    Da tutti amata sia l'umana forma,
    In Turchi si mostri o in Ebrei;
    Dove trovi Pietà, l'Amore e Grazia,
    Iddio sta di casa.
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      Scritta da: Marianna Mansueto
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il sorriso

      C'è un sorriso d'amore,
      e c'è un sorriso della seduzione,
      un sorriso c'è dei sorrisi
      dove si incontrano quei due sorrisi.

      C'è un aggrottamento dell'odio
      e c'è un aggrottamento del disdegno,
      ed un aggrottamento c'è degli aggrottamenti
      di cui invano tentate di scordarvi,

      Poiché a fondo nel profondo del cuore penetra,
      e affonda nelle midolla delle ossa-
      e mai nessun sorriso fu sorriso,
      ma solo quel sorriso solo,

      sorriso che dalla culla alla fossa
      sorridere si può una volta una sola;
      quando è sorriso
      ha fine ogni miseria.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Unicità

        In fondo è questo, lasciare scappare ciò che nutre
        il sangue, poterne fare a meno. Abituarsi al secco
        cuore. Dal mattino una distrazione il resto:
        andare, venire, umiliare le braccia e la sobrietà.
        Ogni tanto un passaggio, una stretta affondata
        che ha ragione nel fumo della sigaretta.
        Ecco il marchio. Ciò che siamo è invulnerabile.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ode alla Vita

          Lentamente muore
          chi diventa schiavo dell'abitudine,
          ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
          chi non cambia la marcia,
          chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
          chi non parla a chi non conosce.

          Muore lentamente chi evita una passione,
          chi preferisce il nero su bianco
          e i puntini sulle "i"
          piuttosto che un insieme di emozioni,
          proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
          quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
          quelle che fanno battere il cuore
          davanti all'errore e ai sentimenti.

          Lentamente muore
          chi non capovolge il tavolo,
          chi è infelice sul lavoro,
          chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
          chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

          Lentamente muore chi non viaggia,
          chi non legge,
          chi non ascolta musica,
          chi non trova grazia in se stesso.

          Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
          chi non si lascia aiutare
          chi passa i giorni a lamentarsi
          della propria sfortuna o della pioggia incessante.

          Lentamente muore
          chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
          chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
          chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

          Evitiamo la morte a piccole dosi,
          ricordando sempre che essere vivo
          richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

          Soltanto l'ardente pazienza
          porterà al raggiungimento
          di una splendida felicità.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Nicodemo

            Nei vicoli della notte
            s'incamminò Nicodemo,
            cieli spenti senza stelle aveva nel cuore.
            Dal silenzio ascoltò
            una voce che raccontava
            profondità di cielo
            e teneri germogli
            fiorirono nell'anima.
            Sentì sciogliersi grumi di sabbia
            dentro le vene e venti di lume trascinarono lontano il buio.
            Negli occhi ritrovò l'innocenza d'un bambino
            e sul ciglio del giorno vide fiorire l'aurora.
            Il pensiero raggiunse nuovi mattini
            e sentì gli anni passare sulla pelle.
            Dio gli svelò il segreto del fiume
            che attraversa la Santa Città
            dove un cielo di cristallo non conosce il buio.
            Sereno andò nel lieve sussurro del vento
            e germogli sbiancati incontrò all'orizzonte
            nella stella lucente del mattino.
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