Poesie d'Autore


Scritta da: Widmer Valbonesi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Buon compleanno amore

Vorrei stupirti con parole
che non trovo per dirti
buon compleanno amore.
Vorrei regalarti un mazzo di rose
Il cui profumo rimanesse eterno, tanto
rosse da coprire il grigio dell’inverno.
Vorrei che ogni petalo da adesso
cadendo fosse come ogni pagina
di un diario pieno di successo.
Vorrei regalarti una torta di sorrisi
pieno di candeline di desideri , e
che spegnendole diventassero veri .
Vorrei regalarti un gatto persiano
grigio, striato a pelo lungo
che trasferisse a me le tue carezze.
Vorrei che il suo  miagolìo portasse
serenità, affetto e dolcezza e che ti
arrivasse  portavoce del mio cuore.
Vorrei che tu non cambiassi mai
buon compleanno amore,
rimani sempre come sei!
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    Scritta da: Widmer Valbonesi
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Voglia di un nitrito

    Eppure ritornerò nei tuoi pensieri
    cavalcherò le onde più alte per
    approdare alla spiaggia dell'isola
    deserta e lambire i tuoi desideri.
    Sfiderò anche lo yeti delle nevi
    per sciogliere il gelo dal tuo cuore.
    M i arrampicherò su per gli specchi
    pur di riuscire ad addolcirti gli occhi.
    Scaverò le montagne di detriti
    che incrostano come stalattiti
    gli anfratti del tuo amore.
    Eppure risveglierò i tuo tormenti
    puledri liberi nella prateria
    condotti e controllati entro recinti.
    Taglierò con le cesoie il filo spinato
    abbatterò ad uno ad uno quei paletti
    per darti ancora la voglia di un nitrito.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      La mia Ruota è nell'oscurità!
      Non riesco a vederne i raggi
      Eppure so che i suoi stillanti passi
      Girano sempre in tondo.
      Il mio piede è sull'Onda!
      Una strada non frequentata -
      Eppure tutte le strade hanno
      Una radura alla fine -

      Alcuni hanno restituito il Telaio -
      Alcuni nell'operosa tomba
      Trovano un bizzarro impiego -

      Alcuni con nuova - solenne andatura -
      Attraversano regalmente il portone -
      Rilanciando il problema
      A voi e a me!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        C'è una parola
        Che regge una spada
        Può trafiggere un uomo armato -
        Scaglia le sue acuminate sillabe
        Ed è muta di nuovo -
        Ma dove è caduta
        Gli scampati diranno
        Nel patriottico giorno,
        Che qualche decorato Fratello
        Esalò l'ultimo respiro.
        Ovunque corra l'affannato sole -
        Ovunque vaghi il giorno,
        Là è il suo silenzioso assalto -
        La è la sua vittoria!
        Osserva il tiratore più acuto!
        Il colpo più centrato!
        Il più sublime bersaglio del Tempo
        È un'anima "dimenticata"!
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Le perle sono gli spiccioli del Tuffatore
          Estorti al mare -
          Le piume - il carro del Serafino
          Appiedato un tempo - come noi -
          La notte è la Tenda del mattino
          Latrocinio - lascito -
          La morte, solo rapita attenzione
          All'Immortalità.

          Le mie cifre non riescono a dirmi
          A che distanza sia il villaggio -
          I cui contadini sono gli angeli -
          I cui Campi costellano i cieli -
          I miei Classici chinano il volto -
          La mia fede adora quel Buio -
          Che dalle sue solenni abbazie
          Tale risurrezione riversa.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Nessuna Ruota può torturarmi -
            L'Anima - in Libertà -
            Dietro quest'Ossatura mortale
            Ne è saldata Una più vigorosa -
            Non si può forare con la sega -
            Né trafiggere con la Scimitarra -
            Due Corpi - dunque vi sono -
            Legane Uno - L'Altro vola -

            L'Aquila del suo Nido
            Non si libera più facilmente -
            E guadagna il Cielo
            Di quanto puoi Tu -

            A meno che Tu stesso sia
            Il tuo Nemico -
            Prigione è la Coscienza -
            Così come è Libertà.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Autunno veneziano

              L'alito freddo e umido m'assale
              di Venezia autunnale.
              Adesso che l'estate,
              sudaticcia e sciroccosa,
              d'incanto se n'è andata,
              una rigida luna settembrina
              risplende, piena di funesti presagi,
              sulla città d'acque e di pietre
              che rivela il suo volto di medusa
              contagiosa e malefica.
              Morto è il silenzio dei canali fetidi,
              sotto la luna acquosa,
              in ciascuno dei quali
              par che dorma il cadavere d'Ofelia:
              tombe sparse di fiori
              marci e d'altre immondizie vegetali,
              dove passa sciacquando
              il fantasma del gondoliere.
              O notti veneziane,
              senza canto di galli,
              senza voci di fontane,
              tetre notti lagunari
              cui nessun tenero bisbiglio anima,
              case torve, gelose,
              a picco sui canali,
              dormenti senza respiro,
              io v'ho sul cuore adesso più che mai.
              Qui non i venti impetuosi e funebri
              del settembre montanino,
              non odor di vendemmia, non lavacri
              di piogge lacrimose,
              non fragore di foglie che cadono.
              Un ciuffo d'erba che ingiallisce e muore
              su un davanzale
              è tutto l'autunno veneziano.

              Così a Venezia le stagioni delirano.

              Pei suoi campi di marmo e i suoi canali
              non son che luci smarrite,
              luci che sognano la buona terra
              odorosa e fruttifera.
              Solo il naufragio invernale conviene
              a questa città che non vive,
              che non fiorisce,
              se non quale una nave in fondo al mare.
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