Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Non oserei abbandonare il mio amico,
Perché - perché se dovesse morire
Mentre fossi via - ed io - troppo tardi -
Raggiungessi il Cuore che mi cercava -
Se deludessi gli occhi
Che cercherebbero - cercherebbero così tanto - di vedere -
E non potrebbero accettare di chiudersi fino a quando
Non mi avessero "riconosciuta" - non mi avessero riconosciuta -

Se pugnalassi la paziente fede
Così sicura del mio arrivo - così sicura del mio arrivo -
Che ascoltando - ascoltando - si addormenterebbe -
Pronunciando il mio pigro nome -

Il mio Cuore preferirebbe spezzarsi prima -
Poiché spezzarsi dopo - poiché spezzarsi dopo -
Sarebbe vano come il nuovo sole del mattino -
Dove il notturno gelo - si è posato.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Andai in Cielo -
    Era una piccola Città -
    Illuminata - da un Rubino -
    Lastricata - con soffici Piume -
    Più silenziosa - dei campi
    Ricoperti di Rugiada -
    Bellissima - come Dipinti -
    Che mai Uomo disegnò.
    Gli abitanti - come la Falena -
    Di Pizzo - le strutture -
    I doveri - di impalpabile Velo -
    E di Piuma d'oca - i nomi -
    Quasi - contenta -
    Io - potrei essere -
    In mezzo a tale singolare
    Società.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Dico ogni giorno
      "Se fossi una Regina, domani" -
      Farei in questo modo -
      E così mi adorno, un po',
      Se mi accadesse, di svegliarmi Borbone,
      Nessuno a me, si rivolgerà altezzoso -
      Con un "È costei -
      Che elemosinava al Mercato -
      Ieri".

      La Corte è un luogo solenne -
      Ho sentito dire -
      Così allaccio il mio grembiule, in previsione della Maestà
      Con splendenti Spilli di Ranuncolo -
      Perché non troppo semplice -
      Il Rango - mi sorprenda -

      E appoggio la mia Lingua
      Su Ramoscelli di canto - alquanto in alto -
      Solo questo, potrebbe essere il mio breve Periodo
      Per rendermi degna -

      Elimino dal mio semplice linguaggio ogni parola comune -
      Prendo altri accenti, così come li ho uditi
      Benché se non fosse per il Grillo - a malapena,
      E se non fosse per l'Ape -
      Nessuno in tutto il Prato -
      S'accosterebbe a me -

      Meglio essere pronta -
      Piuttosto che il prossimo mattino
      Ritrovarmi in Aragona -
      Con la mia vecchia Gonna - addosso -

      E l'Aria stupita
      Che i campagnoli - mostrano -
      Convocati - inaspettatamente -
      A Exeter.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Osi vedere un'Anima al Calor Bianco?
        Allora rannicchiati dietro la porta -
        Rossa - è la tinta comune del Fuoco -
        Ma quando il vivido Metallo
        Ha sconfitto la condizione di Fiamma,
        Esce fremendo dalla Fucina
        Senza colore, eccetto la luce
        Di una Vampa profana.
        Il più piccolo Villaggio ha il suo Fabbro
        E l'incessante echeggiare della sua Incudine
        Assurge a simbolo di una Fucina più sottile
        Che senza suono batte - dentro -
        Raffinando questi impazienti Metalli
        Col Martello, e con la Vampa
        Finché la Luce Designata
        Ripudia la Fucina.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Il Mattino dopo il Dolore -
          È spesso un Cammino -
          Che supera tutti quelli levatisi prima -
          Per Giubilo assoluto -
          Come se la Natura fosse indifferente -
          E accumulasse le sue Fioriture -
          E per ostentare ancor di più la Gioia
          Fissasse la sua Vittima -

          Gli Uccelli declamano le loro Melodie -
          Pronunciando le parole
          Come Martelli - Sapessero che si abbattono
          Come Litanie di Piombo -

          Qua e là - su una creatura -
          Modificherebbero il Canto
          Per adattarlo a una Chiave da Crocifissione -
          A una Tonalità da Calvario.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            La Morte dà significato a Cose
            Che l'Occhio avrebbe frettolosamente ignorato
            Salvo che una Creatura defunta
            Ci implori teneramente
            Di soffermarci su piccoli Lavori
            Di Pastello, o di Lana,
            Con un "Questo fu l'ultimo che fecero le Sue dita" -
            Industriose fino a quando -

            Il Ditale divenne troppo pesante -
            I punti si fermarono - da soli -
            E allora fu posato fra la Polvere
            Sulle mensole del Ripostiglio -

            Ho un Libro
            La cui Matita - qui e là -
            Ha segnato i punti che Lui preferiva -
            A Riposo - sono le Sue dita -

            Ora - quando leggo - non riesco a leggere -
            Per le Lacrime che interrompono -
            Cancellando quelle Incisioni
            Troppo Costose da Riparare.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Se qualcuno cade, assicurategli che colui, che adesso è in piedi -
              Fallì come Lui - ed è conscio che rialzarsi -
              È frutto delle Circostanze, e non della Consapevolezza
              Che la Debolezza è passata - o la Forza - risorta -
              Ditegli che il Peggio, si placa in un Momento -
              Il Terrore, è solo nel Sibilo, prima della Pallottola -
              Quando la Pallottola entra, entra il Silenzio -
              La Morte - annulla il potere di uccidere.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Dio è un distante - maestoso Innamorato -
                Corteggia, come ci ha spiegato - per mezzo di Suo Figlio -
                In verità, un Corteggiamento Vicario -
                Per "Miles", e "Priscilla", accadde lo Stesso -
                Ma, affinché l'Anima - come la bella "Priscilla"
                Non scelga l'Inviato - e rifiuti lo Sposo -
                Garantisce, con iperbolica astuzia -
                Che "Miles", e "John Alden" erano Sinonimi.
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Colui che non sa niente, non ama niente.
                  Colui che non fa niente, non capisce niente.
                  Colui che non capisce niente è spregevole.
                  Ma colui che capisce, ama, vede, osserva...
                  La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore...
                  Chiunque crede che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva.
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