Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Immagini

C'erano urla di una Dea muta
nelle lacrime che ho visto
scendere dai tuoi occhi.

Ho visto rompersi
lo specchio
del tuo sorriso,
scheggiarsi la tua
immagine di felicità.

Ho ascoltato il tuo
sentimento incatenato,
sbattere le catene
che lo tengono prigioniero.

Le mie lacrime si sono
abbracciate alle tue,
si sono unite,
per far nascere nuove lacrime.

Le lacrime di una felicità vissuta.

I miei occhi, accanto ai tuoi,
si sono incrinati
delle tue schegge
di sofferenza.

Catene fatte di anelli tristi,
anelli di dolore
in tristi rintocchi,
in una realtà fra le lacrime.

Un solo sogno vaga nel cielo,
due anelli d'oro uniti per sempre.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Quando staremo sulla sommità del Tutto -
    E come gli Alberi, guarderemo giù -
    Il fumo si sarà del tutto dissipato -
    E Specchi sulla scena -
    A spargere luce - nessun'anima strizzerà gli occhi
    Eccetto quelle che hanno peccato -
    Quelle Oneste, come le Colline - staranno -
    Nessuna Luce, le mette in fuga -

    I Perfetti, in nessun luogo hanno paura -
    Essi spingono le loro impavide Fronti,
    Dove altri, non oserebbero andare a Mezzogiorno,
    Protetti dai loro atti -

    Le Stelle osano brillare talvolta
    Su un Mondo punteggiato -
    E i Soli, vanno sicuri, alla Prova,
    Come se un Asse, possedessero.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Com'è - il "Paradiso"?
      Chi ci vive?
      Sono "Contadini"?
      "Zappano"?
      Sanno che questa è "Amherst" -
      E che - anch'io - sto arrivando?
      Calzano "scarpe nuove" - nell'"Eden"?
      È sempre ameno - là?
      Non ci rimprovereranno - quando avremo nostalgia?
      O diranno a Dio - quanto siamo imbronciati?

      Si può esser certi che c'è qualcuno
      Come "un Padre" - in cielo -
      Così se mai - là - dovessi perdermi -
      O accadesse quello che la Balia chiama "morire" -
      Non dovrò camminare sul "Diaspro" - a piedi nudi -
      I redenti - non rideranno di me -
      Forse - nell'"Eden" non saremo così soli
      Come eravamo nel New England!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Non oserei abbandonare il mio amico,
        Perché - perché se dovesse morire
        Mentre fossi via - ed io - troppo tardi -
        Raggiungessi il Cuore che mi cercava -
        Se deludessi gli occhi
        Che cercherebbero - cercherebbero così tanto - di vedere -
        E non potrebbero accettare di chiudersi fino a quando
        Non mi avessero "riconosciuta" - non mi avessero riconosciuta -

        Se pugnalassi la paziente fede
        Così sicura del mio arrivo - così sicura del mio arrivo -
        Che ascoltando - ascoltando - si addormenterebbe -
        Pronunciando il mio pigro nome -

        Il mio Cuore preferirebbe spezzarsi prima -
        Poiché spezzarsi dopo - poiché spezzarsi dopo -
        Sarebbe vano come il nuovo sole del mattino -
        Dove il notturno gelo - si è posato.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Andai in Cielo -
          Era una piccola Città -
          Illuminata - da un Rubino -
          Lastricata - con soffici Piume -
          Più silenziosa - dei campi
          Ricoperti di Rugiada -
          Bellissima - come Dipinti -
          Che mai Uomo disegnò.
          Gli abitanti - come la Falena -
          Di Pizzo - le strutture -
          I doveri - di impalpabile Velo -
          E di Piuma d'oca - i nomi -
          Quasi - contenta -
          Io - potrei essere -
          In mezzo a tale singolare
          Società.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Dico ogni giorno
            "Se fossi una Regina, domani" -
            Farei in questo modo -
            E così mi adorno, un po',
            Se mi accadesse, di svegliarmi Borbone,
            Nessuno a me, si rivolgerà altezzoso -
            Con un "È costei -
            Che elemosinava al Mercato -
            Ieri".

            La Corte è un luogo solenne -
            Ho sentito dire -
            Così allaccio il mio grembiule, in previsione della Maestà
            Con splendenti Spilli di Ranuncolo -
            Perché non troppo semplice -
            Il Rango - mi sorprenda -

            E appoggio la mia Lingua
            Su Ramoscelli di canto - alquanto in alto -
            Solo questo, potrebbe essere il mio breve Periodo
            Per rendermi degna -

            Elimino dal mio semplice linguaggio ogni parola comune -
            Prendo altri accenti, così come li ho uditi
            Benché se non fosse per il Grillo - a malapena,
            E se non fosse per l'Ape -
            Nessuno in tutto il Prato -
            S'accosterebbe a me -

            Meglio essere pronta -
            Piuttosto che il prossimo mattino
            Ritrovarmi in Aragona -
            Con la mia vecchia Gonna - addosso -

            E l'Aria stupita
            Che i campagnoli - mostrano -
            Convocati - inaspettatamente -
            A Exeter.
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