Nell'aria della sera umida e molle Era l'acuto odor de' campi arati E noi salimmo insieme su questo colle Mentre il grillo stridea laggiù nei prati. L'occhio tuo di colomba era levato. Quasi muta preghiera al ciel stellato; Ed io che intesi quel che non dicevi M'innamorai di te perché tacevi.
Una corda. Una corda piena di nodi. Una corda piena di ricordi in infiniti nodi tutti diversi, tutti unici, tutti irripetibili.
Seguo la corda mi avvicino ai nodi sfiorandone uno sorridente, uno umido di pianto, ne vedo uno stupito, uno incredulo, uno meravigliato.
Altri quasi vergognosi di essere dei nodi timidi, imbranati, ingenui.
Passo dopo passo, vivo questa corda fino alla fine.
Una corda tagliata, sfilacciata in mille piccolissimi fili, in mille pensieri spezzati, in pensieri spezzati che non riusciranno più ad unirsi per fare ancora assieme un nuovo irripetibile nodo.
Snocciolo tra le dita momenti di gioia, in gesti che sembrano una recita del rosario.
Il rosario della felicità, in un lento fluido d'emozioni che scorre tra le dita.
Gioco, gioco con te. Sono i tuoi capelli, sono fili d'oro, fili di seta intrecciati con sogni e ricordi.
Sono pensieri, gioie, speranze da scartare, aprire, consumare, al prossimo tramonto.
Snocciolo tra le dita fili d'emozioni per unirli in una corda di sogni e speranze, una corda di vita che legherà un giorno ad un altro giorno fino alla fine di tutti i sogni.
In un teatro di carta, con la musica di sogni e ricordi una ballerina danza.
Danzano carta e penna fra sorrisi sogni, pianti e dolori, creando sul bianco velo lettere e parole.
Amo questa ballerina compagna della mia vita, che danza e scrive, che parla per me, parla per te.
Oggi la sua danza è triste, i disegni sono annacquati, i suoi passi volano su ritmi lenti, parole cupe.
Tra le mie mani ruvide la mia ballerina trema, sapendo che questo sarà l'ultimo ballo per te.
Sapendo che dietro il sipario ci sarà solo il buio, ci sarà solo un'uscita, ci sarà solo un cartello che indicherà una nuova strada, una nuova città, un nuovo mondo. Un mondo vuoto.
La mia mente scorre su queste parole, su questi pensieri, per rivivere, narrare, ricordare.
Sento la mia vita posseduta, posseduta dal mistero e da una vita nuova.
Piccole cose, tante piccole cose.
Un fiore stretto dalle tue labbra, le tue mani che si scaldano tra le mie, poche parole infilate in un filo per sentirti accanto a me.
Non esisteva il passato, non si cercava il futuro, la vita era il presente.
Non c'era il desiderio di essere altrove, quando un sasso diventava una poltrona, quando una nuvola si trasformava in bolle di sapone, quando un ortica era per noi il più bel fiore del mondo.
Non c'era nessun desiderio di fermare il mondo, conoscere il futuro.
La puoi vedere ogni mattina appollaiata sopra un palo della recinzione che costeggia l'autostrada. È una poiana bella, fiera ed immobile osserva lo scorrere del traffico e si gusta il riverbero e il calore del sole. Poi si alza, allarga le sue ali vola in alto sulla campagna a perlustrare, e poi, silenziosa piomba sulle prede da mangiare. Anch'io ho una poiana dentro al cuore, è ferma lì ad osservare il traffico dei miei sentimenti. Ogni tanto si trasforma, diventa gatta, fa le fusa e si lascia accarezzare ma se poi tenti di ritornare a vivere con lei non solo qualche istante si alza, vola via e minacciosa ti dice "voglio poter fare quello che voglio, volare qua e là libera ti devi accontentare di quegli attimi che mi sentirò di darti". E allora torna a presidiare il tuo cuore triste e se passa un'allodola e hai voglia di volare, lei arriva subito e la ghermisce rifà la gatta e poi sparisce. Sono quattro giorni che non la sento. Lei non chiama ed io nemmeno. Quattro giorni che non la vedo. Forse come allodola ha inseguito il luccichio di uno specchietto forse brillava ai suoi occhi e adesso, ad un'ala è ferita. Forse più semplicemente la fiera poiana si è goduta quattro giorni di quiete e sole ritemprata e ferma non si fa sentire, chissà se pensa come me: perché non mi chiama?
Stella che hai brillato nel firmamento del mio cuore. Stella che hai estratto dalla mia mente dolci parole che ti parlavano d'amore. Stella che ad un tratto ti sei divisa in due. Una parte di te che inseguiva le mie carezze sul volto e sui capelli, ansiosa come una tela bianca aspetta il pennello di un pittore bramosa di diventare un'opera d'arte. E l'altra parte di te, invece, si interrogava se quella eri proprio tu, non si riconosceva più, arrivava a chiedersi se quella già vissuta era stata vera vita. Però questa emozione mai provata Lo stomaco bloccava e alfine ti ha spaventata. In quel "io vorrei non vorrei", eterno dilemma, si sceglie sempre la tranquillità mai di vivere la vita. Stella che ancora accendi il mio cuore. Stella che alimenti dolci emozioni. Ritorna a brillare nel mio firmamento solleticherò la tua mente con un arpeggio melodioso di parole, affrescherò di carezze tutto il tuo corpo, e insieme... cercheremo l'eternità.
Le stelle si addormentano avvolte nel chiaro della luna quando io chiudo gli occhi e tu mi appari, dolce visione che poi scompare. Le mie mani si allungano e come vento accarezzano i tuoi capelli, la mia bocca sfiora le tue labbra di corallo e un tenero bacio ne ricava. La fantasia abile regista dei miei sogni, spalanca porte chiuse, cori di violini suonano melodie sconosciute, il gorgo dell'immenso si riduce a poco, tutto si concentra in quel calore. Ciak. Il film è finito, apro gli occhi nel silenzio tutto è buio. Vedo la mia stella, l'attrice protagonista Dei miei sogni che mi sorride, l'appuntamento è solo rimandato non svanito.