Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Coro dei morti nello studio di Federico Ruysch

Sola nel mondo eterna, a cui si volve
Ogni creata cosa,
In te, morte, si posa
Nostra ignuda natura;
Lieta no, ma sicura
Dall'antico dolor. Profonda notte
Nella confusa mente
Il pensier grave oscura;
Alla speme, al desio, l'arido spirto
Lena mancar si sente:
Così d'affanno e di temenza è sciolto,
E l'età vote e lente
Senza tedio consuma.
Vivemmo: e qual di paurosa larva,
E di sudato sogno,
A lattante fanciullo erra nell'alma
Confusa ricordanza:
Tal memoria n'avanza
Del viver nostro: ma da tema è lunge
Il rimembrar. Che fummo?
Che fu quel punto acerbo
Che di vita ebbe nome?
Cosa arcana e stupenda
Oggi è la vita al pensier nostro, e tale
Qual dè vivi al pensiero
L'ignota morte appar. Come da morte
Vivendo rifuggia, così rifugge
Dalla fiamma vitale
Nostra ignuda natura;
Lieta no ma sicura,
Però ch'esser beato
Nega ai mortali e nega à morti il fato.
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Paura d'amare

    Quando le tue braccia stringeranno il cuscino,
    nessun ricordo rimarrà, nel cuore
    mai niente proverai se non ti lasci andare.
    La tua vita scivola in un letto calmo,
    dove l'acqua non incontra inganno,
    dove le pietre non dovrai scansare,
    né le rapide attraversare....
    Non proverai gioia né dolore
    Se non hai mai avuto un amore
    per la paura di dover soffrire,
    e certamente comincerai a morire.
    Ora lanciati, è una folle corsa,
    una strada ad ostacoli da superare,
    stanca avrai modo di riposare
    ma se non provi cosa vuoi fare?
    Ricorda il rischio è sempre presente,
    ma è meglio vivere anche perdente,
    non lasciar scorrere questa tua età,
    perché il tuo cuore, senza provare, ne morirà.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Meraviglioso amore

      Meraviglioso amore,
      Dimenticarti, come,
      non ci posso pensare,
      sarebbe come spengere del sole, il suo calore
      arginare l'onda che viene e va dal mare,
      un fiume in piena che non puoi fermare.
      Il tuo amore ha riempito la mia solitudine,
      ha colmato i miei vuoti, dando senso alla mia vita
      soddisfatto le mie voglie, i sogni,
      e son tornata una bambina capricciosa
      che da te pretende ogni cosa.
      Con te ogni minuto è vita, poca e rubata,
      e poi silenzi e lunghe attese.
      Amore meraviglioso, che non decide i tempi
      per poterti pensare ed amarti,
      che sente vive con te intense emozioni
      nello stesso istante, amore amante,
      il mio sogno costante, il mio peccato ricorrente,
      ma chi ha mai potuto frenare il cuore,
      quando vive e batte col tuo respiro,
      desiderio da realizzare, bisogno di averti
      stringerti, abbracciarti.
      Meraviglioso amore come posso non amarti?
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lo sforzo umano

        Lo sforzo umano
        non è quel bel giovane sorridente
        ritto sulla sua gamba di gesso
        o di pietra
        e che mostra grazie ai puerili artifici dello scultore
        la stupida illusione
        della gioia della danza e del giubilo
        evocante con l'altra gamba in aria
        la dolcezza del ritorno a casa
        No
        Lo sforzo umano non porta un fanciullo sulla spalla destra
        un altro sulla testa
        e un terzo sulla spalla sinistra
        con gli attrezzi a tracolla
        e la giovane moglie felice aggrappata al suo braccio
        Lo sforzo umano porta un cinto erniario
        e le cicatrici delle lotte
        intraprese dalla classe operaia
        contro un mondo assurdo e senza leggi
        Lo sforzo umano non possiede una vera casa
        esso ha l'odore del proprio lavoro
        ed è intaccato ai polmoni
        il suo salario è magro
        e così i suoi figli
        lavora come un negro
        e il negro lavora come lui
        Lo sforzo umano no ha il savoir-vivre
        Lo sforzo umano non ha l'età della ragione
        lo sforzo umano ha l'età delle caserme
        l'età dei bagni penali e delle prigioni
        l'età delle chiese e delle officine
        l'età dei cannoni
        e lui che ha piantato dappertutto i vigneti
        e accordato tutti i violini
        si nutre di cattivi sogni
        si ubriaca con il cattivo vino della rassegnazione
        e come un grande scoiattolo ebbro
        vorticosamente gira senza posa
        in un universo ostile
        polveroso e dal soffitto basso
        e forgia senza fermarsi la catena
        la terrificante catena in cui tutto s'incatena
        la miseria il profitto il lavoro la carneficina
        la tristezza la sventura l'insonnia la noia
        la terrificante catena d'oro
        di carbone di ferro e d'acciaio
        di scoria e polvere di ferro
        passata intorno al collo
        di un mondo abbandonato
        la miserabile catena
        sulla quale vengono ad aggrapparsi
        i ciondoli divini
        le reliquie sacre
        le croci al merito le croci uncinate
        le scimmiette portafortuna
        le medaglie dei vecchi servitori
        i ninnoli della sfortuna
        e il gran pezzo da museo
        il gran ritratto equestre
        il gran ritratto in piedi
        il gran ritratto di faccia di profilo su un sol piede
        il gran ritratto dorato
        il gran ritratto del grande indovino
        il gran ritratto del grande imperatore
        il gran ritratto del grande pensatore
        del gran camaleonte
        del grande moralizzatore
        del dignitoso e triste buffone
        la testa del grande scocciatore
        la testa dell'aggressivo pacificatore
        la testa da sbirro del grande liberatore
        la testa di Adolf Hitler
        la testa del signor Thiers
        la testa del dittatore
        la testa del fucilatore
        di non importa qual paese
        di non importa qual colore
        la testa odiosa
        la testa disgraziata
        la faccia da schiaffi
        la faccia da massacrare
        la faccia della paura.
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          Scritta da: Anna De Santis
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Natale 2008

          Questo Natale, vorrei farlo ricordare,
          non son le luci, tutti quei doni,
          ma le intenzioni riposte dentro il cuore.
          Ogni bimbo sogna davanti alla capanna,
          ma quanti hanno bisogno della mamma,
          una carezza, un dono, serenità e sicurezza.
          Ogni uomo si ferma dinanzi a quel presepe,
          con la sua insicurezza,
          quell'affannarsi e correre senza pensare
          dove dobbiamo andare?
          La strada è impervia e lunga da seguire,
          basta guardare la stella e farci guidare,
          ci porterà alla semplicità, all'umiltà
          di un uomo che ha saputo amare,
          di quello che tutti dovremmo fare.
          La serenità di una vita semplice,
          senza lo sforzo per arrivare, prevaricare
          mortificare il tempo che chiede di riposare.
          Il Natale viene per far riflettere,
          per fermarsi a godere delle piccole cose,
          per volersi bene, per voler bene,
          fatevi guidare dalla stella,
          ogni cosa della vita avrà il giusto valore,
          e sembrerà più bella.
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            Scritta da: Anna De Santis
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Forse ho sbagliato tutto

            Ferite che mi porto dietro,
            sogni non realizzati,
            per la fretta di crescere.
            Quello che mi gridava dentro
            ho sempre tenuto a bada,
            forse ho sbagliato tutto,
            ma ormai comunque vada
            ho scelto la mia strada,
            il fiume in piena che passava gli argini
            si è dovuto adattare ad un più giusto letto,
            ma dentro il cuore ancora e ancora
            tutta quella voglia di fare, di arrivare
            non si sa dove,
            non riesco a fermare,
            ed allora scrivo per potermi sfogare,
            per arrabbiarmi, per contestare
            son solo io comunque a stare male
            per quella voglia che mi preme dentro
            e che inarrestabile mi fa ancora vivere ed amare.
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              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Lentamente

              Le grida dei bambini dalla strada,
              non hai più voglia di sentirli
              e chiudi la finestra,
              il tuo mondo per te comunque vada,
              ora è in quel piatto di minestra.
              Ben poca cosa è chiudersi con ogni scusa,
              la vita va vissuta, nonostante tutto,
              guarda che è fiorita la tua rosa,
              si è arrampicata sopra il tuo balcone, ancora pensi che lei ti abbia distrutto?
              Lentamente morirai su quella sedia,
              apri alla vita, respira l'aria e dai retta al cuore, ti aspetta un altro amore.
              Scendi in cortile, tira un calcio al pallone,
              dai un bacio ad un bimbo, allenta la tensione,
              vedrai che tutto passerà in un attimo,
              e sarai pronto per una nuova occasione.
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                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il ritorno

                Eravamo già con i vetri appannati,
                il freddo dell'inverno si faceva sentire,
                il fuoco del camino,
                aveva trasformato in brillanti le piccole gocce, che piano scivolavano.
                Col naso spiaccicato si scrutava fuori,
                la gente a sera in quella nebbia a malapena si vedeva.
                Un uomo con un grande cappello,
                la valigia in mano, verso casa, con incedere lento, procedeva,
                il suo volto con il buio non si scorgeva
                ma la speranza di questo ritorno, si prevedeva.
                La vecchia mamma si affacciò, con le lacrime agli occhi,
                e con il cuore in gola corse giù per le scale,
                è tornato Pasquale!
                La tavola era già apparecchiata,
                nel camino mise altri due ciocchi.
                La cena era pronta e la mamma lo guardava,
                per la gioia non riusciva a parlare,
                ma sul suo viso lenta una lacrima scendeva.
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                  Scritta da: Luca Zecca
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Si guarda il cielo sereno

                  Si guarda il cielo sereno
                  sperando che sia un momento passeggero,
                  si odono gli uccelli cantare
                  mentre tenti ancora di dimenticare.

                  Si sta a farsi accarezzare
                  dalla brezza che ti vuole aiutare,
                  cercando di allontanare,
                  quella delusione che così ti ha fatto diventare.

                  Ma poi il sole sembra scappare,
                  una nuvola l'ha fatto oscurare;
                  ma non vi è niente da fare,
                  il sole torna a brillare.

                  In simil guisa ti sei comportato,
                  come la nuvola ci hai provato,
                  l'hai fatto sapendo già di perire,
                  da errate conclusioni non ti far tradire.

                  Sereno e forte puoi ritornare,
                  ma questi due miei versi devi rammentare:
                  "non sempre conta il risultato,
                  ma che tu ci abbia provato".
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Ho... Riprendo...

                    Ho dipinto di rosa per te, il nero
                    ho cambiato i colori dell'arcobaleno
                    Ho trasformato i miei sogni, nei tuoi
                    ho cosparso di petali il tuo sentiero
                    tolto le spine al gambo della rosa.

                    Ora riprendo per me la rosa
                    rendo i colori all'arcobaleno.
                    Sogno col mio cuore, sogni fatti per me
                    Alle rose ora lascio le spine
                    e spargo di petali il mio camino.
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