Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Il mare

Del mare dell'estate c'è ora solo il riflesso del tramonto, del riflesso solo i volti, e dei volti solo l'attesa. Il mare ora è lontano. È solo una foto nel telefonino. Un salvaschermo sul computer. Però... però il mare è dentro di noi. Un ricordo, certo, ma soprattutto una promessa. Ritorneremo!
Composta mercoledì 23 settembre 2009
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Silenzio

    Dove era la vita
    ora è silenzio
    tra le pietre ricordi.
    Scava una mano tra quello che rimane
    dei suoi resti
    ogni pezzo di te ormai è sepolto
    tra detriti e paura e ricerchi con cura
    quello che è il tuo passato.
    Dal vecchio monastero
    ancora s'ode una campana...
    ora la gente muta
    ascolta e tace
    senza darsi pace su chi in terra giace.
    Ancora la pioggia
    non ha lavato pietre
    in terra intrise di sangue e polvere
    ancora echi di voci ormai lontane.
    Delle tante fontane
    uno zampillo resta
    e la gente rimasta si appresta
    a raccogliere anche l'ultima goccia.
    Come fantasmi vanno
    a tarda sera tra le fioche luci
    di lampade di cera.
    Ancora un fiore proverà a sbocciare
    in questa triste primavera.
    Composta nel 2009
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      Scritta da: Paul Mehis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ode all'allegria

      Allegria
      Foglia verde
      Caduta dalla finestra.
      Minuscola chiarezza
      Appena nata,
      elefante sonoro
      abbagliante
      moneta,
      a volte
      fragile raffica,
      o
      piuttosto
      pane permanente,
      speranza compiuta,
      dovere svolto.
      Ti sdegnai allegria.
      Fui mal consigliato.
      La luna
      mi portò per i suoi cammini.
      Gli antichi poeti
      mi prestarono occhiali
      e posi
      accanto ad ogni cosa
      un nimbo oscuro,
      sul fiore una corona nera,
      sulla bocca amata
      un triste bacio.
      È ancora presto.
      Lascia che mi penta.
      Avevo pensato che soltanto
      se il mio cuore
      avesse bruciato
      il rovo del tormento,
      se la pioggia avesse bagnato
      il mio vestito
      nella regione violacea del lutto,
      se avessi chiuso
      gli occhi alla rosa
      e toccato la ferita,
      se avessi condiviso tutti i dolori,
      avrei aiutato gli uomini.
      Non fui nel giusto.
      Sbagliai i miei passi
      Ed oggi ti invoco, allegria.

      Come la terra
      sei
      necessaria.

      Come il fuoco
      sostieni
      i focolari.

      Come il pane
      sei pura.

      Come l'acqua d'un fiume
      sei sonora.

      Come un'ape
      Distribuisci miele volando.

      Allegria,
      fui un giovane taciturno,
      credetti che la tua chioma
      fosse scandalosa.

      Non era vero, me ne resi conto
      quando sul mio petto
      essa si sciolse in cascata.

      Oggi allegria,
      incontrata per strada,
      lontano da ogni libro,
      accompagnami.

      Con te
      voglio andare di casa in casa,
      voglio andare di gente in gente,
      di bandiera in bandiera.
      Tu non appartieni soltanto a me,
      Andremo sulle isole,
      sui mari.
      Andremo nelle miniere,
      nei boschi.
      E non soltanto boscaioli solitari,
      povere lavandaie
      o spigolosi, augusti
      tagliapietre,
      mi riceveranno con i tuoi grappoli,
      ma i congregati,
      i riuniti,
      i sindacati del mare o del legno,
      i valorosi ragazzi
      nella loro lotta.

      Con te per il mondo!
      Con il mio canto!
      Con il volo socchiuso
      della stella,
      e con la gioia
      della spuma!

      Io sono debitore verso tutti
      perché devo
      a tutti la mia allegria.

      Nessuno si sorprenda perché voglio
      consegnare agli uomini
      i doni della terra,
      perché ho imparato lottando
      che è mio terrestre dovere
      propagare l'allegria.
      E con il mio canto compio il mio destino.
      Composta mercoledì 23 settembre 2009
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        Scritta da: Cleonice Parisi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lo schiaffone di mamma

        Mamma dalle tue mani sante
        io di botte ne meritavo tante,
        alzavi il braccio iraconda,
        le tue grida si udivano da sponda a sponda,
        sembravi un terremoto
        pronto a metter tutto a ferro e fuoco;

        Quella tua mano piccolina,
        sembrava quasi una punizione divina,
        ti guardavo intimorito,
        e per paura non muovevo un dito;

        Ero ormai rassegnato mentre trattenevo il fiato
        e il ceffone sul viso sentivo già ben piantato,
        e tu neppure mi avevi sfiorato,
        mi scottava persino il volto,
        per quello schiaffo che sapevo
        mi avrebbe sconvolto;

        Mamma, una cosa però non l'ho capita,
        perché quando sul viso mi arrivavan le dita
        la tua rabbia era già sparita?

        Ma dove era finita?

        Quello schiaffone,
        che aveva la potenza di un tifone,
        sul mio viso
        aveva sempre il sapore di un sorriso.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Vorrei Essere

          Vorrei essere il vento
          per spazzare via il dolore,
          il sole per scaldare
          il freddo del tuo cuore.

          Vorrei essere il mare
          e con le onde portare la pace.
          Vorrei essere il gelo per
          congelare l'odio.

          Vorrei essere un orologio
          per regalarti del tempo.
          Una stella per illuminare
          il buio dentro di te.

          Vorrei essere la notte
          per riempirti di sogni,
          l'alba per regalarti
          un altro giorno.

          Ma sono solo io
          e posso solo amarti.
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            Scritta da: piumarossa70
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Wani (le 4 direzioni)

            Io sono il vento che viaggia nelle Quattro Direzioni,
            che trasporta e deposita i semi della vita.
            Come la neve, il mio seme scompare nella terra per
            riapparire, in seguito, sotto nuove spoglie.
            Sono il cerchio della tua coscienza che cresce e si espande,
            grazie all'esperienza, fino al luogo della Bellezza, il
            luogo dove la vita è solo celebrazione e gioia.
            Sono il pianto del neonato che sente le prime pene di
            separazione dall'unità.
            Sono il pianto di ogni forma di vita che diventa consapevole
            di questo mistero.
            Amici miei, non fermate ciò che è in crescita.
            Lasciate che il giardino della vita vi offrai suoi doni fino
            all'istante della morte, che non è la fine ma solo una
            continuazione del Cerchio della Vita.
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              Scritta da: Antonino Gatto
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il potere delle parole

              Come burrasca nel deserto, possono diventare
              tempesta in cielo aperto, ricche solo di sale,
              le parole sprecate tanto per dire,
              senza essere contate, senza pensare.

              La vita stessa è fatta di parole
              ve ne sono di belle, che nascono dal cuore
              per portare il sorriso sul volto della gente,
              che ha sete di amore, ma vive indifferente.

              Famiglie distrutte per una parola di troppo
              per aver risposto ad uno sporco ricatto,
              lacrime di bimbo che gridano perdono,
              soffocate dalle liti, in un grande frastuono.

              Parole sacre di profeti lontani,
              seguite a rigore, da pochi esseri umani,
              che insegnano il bene, e proclamano il perdono,
              come dottrina per un mondo, un poco più buono.

              Ognuno le ascolta, e ne dice di altre,
              alcune trascritte in un opera d'arte,
              le pessime avranno la vita di un'ora,
              le altre saranno impresse a memoria.

              Viviamo in un mondo in costante mutamento,
              avvolti dalle onde, dall'asfalto e dal cemento,
              senza pensare che la famiglia in cui cresciamo
              è frutto soltanto delle parole che diciamo.
              Composta venerdì 11 settembre 2009
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                Scritta da: Livia Cassemiro
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Orme sulla sabbia

                Questa notte ho fatto un sogno,
                ho sognato che camminavo sulla sabbia
                accompagnato dal Signore,
                e sullo schermo della notte erano proiettati
                tutti i giorni della mia vita.

                Ho guardato indietro e ho visto che
                per ogni giorno della mia vita,
                apparivano orme sulla sabbia:
                una mia e una del Signore.

                Così sono andato avanti, finché
                tutti i miei giorni si esaurirono.
                Allora mi fermai guardando indietro,
                notando che in certi posti
                c'era solo un'orma...
                Questi posti coincidevano con i giorni
                più difficili della mia vita;
                i giorni di maggior angustia,
                maggiore paura e maggior dolore...

                Ho domandato allora:
                "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
                in tutti i giorni della mia vita,
                ed io ho accettato di vivere con te,
                ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
                peggiori della mia vita?"

                Ed il Signore rispose:
                "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
                con te durante tutta il tuo cammino
                e che non ti avrei lasciato solo
                neppure un attimo,
                e non ti ho lasciato...
                i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
                sulla sabbia,
                sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".
                Composta mercoledì 16 settembre 2009
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                  Scritta da: Ann Freld
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Tu che mi hai dato
                  questa forma e queste mani
                  non trovo nulla in comune
                  nulla che porti a te a me nel domani

                  percorrendo le tue rughe
                  proprio sotto gli occhi
                  via dal tuo viso
                  giù sui miei ginocchi

                  e poi ancora sui miei sui miei occhi verde oliva
                  che ancora sognano e regnano loro due soli
                  sulla mia ragione

                  in te che mi hai dato
                  questa forma e questo dolore
                  non mi rivedo

                  non mi rivedo nei tuoi occhi stanchi
                  nelle rughe che disegnano il tuo viso
                  a mò di mappa di un mondo affetto
                  da sciacallaggio e praticità borghese

                  di un mondo che non cede ai sogni
                  calpestato da borghesi rancorosi
                  che non hanno avuto altra sfortuna
                  che nascere e crescere borghesi.
                  Composta lunedì 14 settembre 2009
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