Poesie d'Autore


Scritta da: Sonia Dem.
in Poesie (Poesie d'Autore)

Come un poeta

Cantavo al cielo
la mia delicata malinconia
e mi volarono incontro tutti i sogni e i desideri miei,
stormi di parole,
dolci melodie irrequiete,
vite di donne sognanti alla luna.
Tacciono i venti,
la calma si apre alle mie spalle,
innanzi a me il sorriso,
dietro il passato,
oltre i miei passi il tempo.
Composta giovedì 14 gennaio 2010
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    Scritta da: Gaetano Ferrieri
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Natale

    Notte gelida tra le coperte e il cartone,
    sulla panchina sdraiato della stazione,
    dormi tranquillo sorridendo nei tuoi sogni,
    viaggiatori passano senza lasciar dono.

    Strade illuminate danno lieve luce al tuo viso,
    aspetti il mercenario amor per poter scaldar,
    il tuo stanco corpo dona vita senza ragione,
    sei sola nel tempo del viaggiator notturno.

    La tua pelle scura difficilmente intravedo,
    sei solo fuori dalla tua terra cerchi riposo,
    lavori umili è la tua realtà del vivere oggi,
    ma i tuoi pensieri volano nella luce lontana.

    Dentro quelle vecchie mura fredde ti trovi,
    assopito sopra quel consumato letto sogni,
    giochi d'infanzia mancati in una dolce casa,
    l'aria fredda non turba carezza materna verrà.

    Anziano solo nei ricordi ti trovi appesi al muro,
    il vento entrar dalle finestre ti è compagno,
    aspetti arrivar in un sonno lento la signora,
    desiderio di tornar nel sorriso di vita vissuto.

    Natale è una splendida luce pei vostri cuori,
    giornata di festa che dimenticar fa i dolori,
    persone sorridono donandoti cose passate,
    Natale è giorno vissuto speciale per l'ultimo.
    Composta giovedì 24 dicembre 2009
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La notte

      So poco della notte
      ma la notte sembra sapere di me,
      e in più, mi cura come se mi amasse,
      mi copre la coscienza con le sue stelle.
      Forse la notte è la vita e il sole la morte.
      Forse la notte è niente
      e le congetture sopra di lei niente
      e gli esseri che la vivono niente.
      Forse le parole sono l'unica cosa che esiste
      nell'enorme vuoto dei secoli
      che ci graffiano l'anima con i loro ricordi.

      Ma la notte deve conoscere la miseria
      che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
      Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
      sapendoli pieni di interessi, di non incontri.

      Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
      La sua lacrima immensa delira
      e grida che qualcosa se n'è andato per sempre.

      Un giorno torneremo ad essere.
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Dormi

        Nei tuoi respiri
        tra le ciglia chiuse
        le tue labbra
        ed i tuoi capelli.
        Tutta la notte mio
        ora dormi
        ti accarezzo senza toccarti
        ho voglia o no... di svegliarti
        guardo le tue mani
        come fossi un pianista
        hai saputo fare di me
        musica e poesia
        resterò aspettando
        l'ennesima bugia
        quando da me, te ne andrai via.
        Composta nel gennaio 2010
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Fantasia

          Lascia sempre vagare la fantasia,
          È sempre altrove il piacere:
          E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
          Come le bolle quando la pioggia picchia;
          Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
          Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
          Spalanca la porta alla gabbia della mente,
          E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
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            Scritta da: Antonino Gatto
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Oro, diamanti, e poesia

            Così preziosa pare,
            la pietra che hai comprato,
            con tutto il suo brillare,
            da lasciarti senza fiato;
            per non parlar del sole
            che splende in quel metallo,
            e porta seco gli anni
            di un passato millenario.
            Splendidi tesori,
            padroni della storia,
            ma frutto della terra,
            e della sua memoria.
            Vissuti nelle tenebre,
            la dove sono nati,
            e portati allo splendore,
            dal sudore di antenati.
            Immortali resteranno,
            amati e poi lasciati,
            alla loro madre terra,
            da dove sono nati.
            Per questo ho scelto te,
            mia splendida poesia,
            per non lasciarti mai,
            anche il giorno in cui andrò via.
            Composta domenica 10 gennaio 2010
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Nei ghetti d'Italia questo non è un uomo

              Di nuovo, considerate di nuovo
              Se questo è un uomo,
              Come un rospo a gennaio,
              Che si avvia quando è buio e nebbia
              e torna quando è nebbia e buio,
              Che stramazza a un ciglio di strada,
              Odora di kiwi e arance di Natale,
              Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
              Che contende ai topi la sua cena,
              Che ha due ciabatte di scorta,
              Una domanda d'asilo,
              Una laurea in ingegneria, una fotografia,
              e le nasconde sotto i cartoni,
              e dorme sui cartoni della Rognetta,
              Sotto un tetto d'amianto,
              o senza tetto,
              Fa il fuoco con la monnezza,
              Che se ne sta al posto suo,
              In nessun posto,
              e se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
              "Ha sbagliato!",
              Certo che ha sbagliato,
              l'Uomo Nero
              Della miseria nera,
              Del lavoro nero, e da Milano,
              Per l'elemosina di un'attenuante
              Scrivono grande: negro,
              Scartato da un caporale,
              Sputato da un povero cristo locale,
              Picchiato dai suoi padroni,
              Braccato dai loro cani,
              Che invidia i vostri cani,
              Che invidia la galera
              (Un buon posto per impiccarsi)
              Che piscia coi cani,
              Che azzanna i cani senza padrone,
              Che vive tra un No e un No,
              Tra un Comune commissariato per mafia
              e un Centro di Ultima Accoglienza,
              e quando muore, una colletta
              Dei suoi fratelli a un euro all'ora
              Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
              Alla sua terra - "a quel paese!"
              Meditate che questo è stato,
              Che questo è ora,
              Che Stato è questo,
              Rileggete i vostri saggetti sul Problema
              Voi che adottate a distanza
              Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
              e scrivete al calduccio, né di qua né di là,
              Né bontà, roba da Caritas, né
              Brutalità, roba da affari interni,
              Tiepidi, come una berretta da notte,
              e distogliete gli occhi da questa
              Che non è una donna
              Da questo che non è un uomo
              Che non ha una donna
              e i figli, se ha figli, sono distanti,
              e pregate di nuovo che i vostri nati
              Non torcano il viso da voi.
              Composta lunedì 11 gennaio 2010
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Di notte

                Oh quante volte mi svegliò il pensiero
                che or nella notte naviga un veliero
                alla ricerca di sponde marine
                che la mia brama vorrebbe vicine...
                che in uno a tutti sconosciuto sito
                arde una rossa aurora boreale...
                che un braccio femminil bello, tornito,
                brucia d'amor sul candido guanciale...
                che un amico a me dato dalla sorte
                ghermito è lungi in mar da oscura morte...
                che ora la mamma mia, seppur non mi ama,
                forse nel sonno per nome mi chiama.
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                  Scritta da: Anna De Santis
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Vorrei averti qui

                  Qui vorrei averti ora, senza parlare
                  davanti a questo fuoco
                  per lasciarmi andare
                  alle tue carezze.
                  Vorrei gustare piano
                  il gusto saporito delle tue labbra
                  e vorrei poterti amare
                  come tu sai fare
                  darti quella pace
                  che non abbiamo invece
                  perché ci siamo persi.
                  Non è mai tardi
                  e ci siamo amati
                  la voglia di assaggiare
                  quel frutto mai colto
                  e la passione che ha travolto
                  e per sempre sconvolto
                  le nostre vite e le certezze.
                  Il tempo ci ha ridato
                  la gioia di un momento perso e ritrovato
                  di un amore folle, mai dimenticato.
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