Poesie d'Autore


Scritta da: Eclissi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Mare nero

Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito
le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l'avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
e l'oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.
La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
su quell'altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire...
Perché ho creduto che saresti venuta uscita dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?
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    Scritta da: mor-joy
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Amore a prima vista

    Sono entrambi convinti
    che un sentimento improvviso li unì.
    È bella una tale certezza
    ma l'incertezza è più bella.

    Non conoscendosi prima, credono
    che non sia mai successo nulla fra loro.
    Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
    dove da tempo potevano incrociarsi?

    Vorrei chiedere loro
    se non ricordano -
    una volta un faccia a faccia
    forse in una porta girevole?
    Uno "scusi" nella ressa?
    Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
    - ma conosco la risposta.
    No, non ricordano.

    Li stupirebbe molto sapere
    che già da parecchio
    il caso stava giocando con loro.

    Non ancora del tutto pronto
    a mutarsi per loro in destino,
    li avvicinava, li allontanava,
    gli tagliava la strada
    e soffocando un risolino
    si scansava con un salto.

    Vi furono segni, segnali,
    che importa se indecifrabili.
    Forse tre anni fa
    o il martedì scorso
    una fogliolina volò via
    da una spalla all'altra?
    Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
    Chissà, era forse la palla
    tra i cespugli dell'infanzia?

    Vi furono maniglie e campanelli
    in cui anzitempo
    un tocco si posava sopra un tocco.
    Valigie accostate nel deposito bagagli.
    Una notte, forse, lo stesso sogno,
    subito confuso al risveglio.

    Ogni inizio infatti
    è solo un seguito
    e il libro degli eventi
    è sempre aperto a metà.
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      Scritta da: goccia di miele
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il complice

      Mi crocifiggono e io devo essere la croce e i chiodi.
      Mi tendono il calice e io devo essere la cicuta.
      Mi ingannano e io devo essere la menzogna.
      Mi bruciano e io devo essere l'inferno.
      Devo lodare e ringraziare ogni istante del tempo.
      Il mio nutrimento son tutte le cose.
      Il peso preciso dell'universo, l'umiliazione, il giubilo.
      Devo giustificare ciò che ferisce.
      Non importa la mia fortuna o la mia sventura.
      Sono il poeta.
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Amore a prima vista

        Sono entrambi convinti
        che un sentimento improvviso li unì.
        È bella una tale certezza
        ma l'incertezza è più bella.

        Non conoscendosi prima, credono
        che non sia mai successo nulla fra loro.
        Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
        dove da tempo potevano incrociarsi?

        Vorrei chiedere loro
        se non ricordano -
        una volta un faccia a faccia
        forse in una porta girevole?
        Uno "scusi" nella ressa?
        Un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
        - ma conosco la risposta.
        No, non ricordano.

        Li stupirebbe molto sapere
        che già da parecchio
        il caso stava giocando con loro.

        Non ancora del tutto pronto
        a mutarsi per loro in destino,
        li avvicinava, li allontanava,
        gli tagliava la strada
        e soffocando un risolino
        si scansava con un salto.

        Vi furono segni, segnali,
        che importa se indecifrabili.
        Forse tre anni fa
        o il martedì scorso
        una fogliolina volò via
        da una spalla all'altra?
        Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
        Chissà, era forse la palla
        tra i cespugli dell'infanzia?

        Vi furono maniglie e campanelli
        in cui anzitempo
        un tocco si posava sopra un tocco.
        Valigie accostate nel deposito bagagli.
        Una notte, forse, lo stesso sogno,
        subito confuso al risveglio.

        Ogni inizio infatti
        è solo un seguito
        e il libro degli eventi
        è sempre aperto a metà.
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          Scritta da: goccia di miele
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il sogno

          La notte impone a noi la sua fatica
          magica. Disfare l'universo,
          le ramificazioni senza fine
          di effetti e di cause che si perdono
          in quell'abisso senza fondo, il tempo.
          La notte vuole che stanotte oblii
          il tuo nome, i tuoi avi e il tuo sangue,
          ogni parola umana ed ogni lacrima,
          ciò che poté insegnarti la tua veglia,
          l'illusorio punto dei geometri,
          la linea, il piano, il cubo, la piramide,
          il cilindro, la sfera, il mare, le onde,
          la guancia sul cuscino, la freschezza
          del lenzuolo nuovo...
          Gli imperi, i Cesari e Shakespeare
          e, ancora più difficile, ciò che ami.
          Curiosamente, una pastiglia può
          svanire il cosmo e costruire il caos.
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            Scritta da: Eclissi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il 16 maggio 1973

            Una delle tante date
            Che non mi dicono più nulla.

            Dove sono andata quel giorno,
            che cosa ho fatto – non lo so.

            Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
            - non avrei un alibi.

            Il sole sfolgorò e si spense
            Senza che ci facessi caso.
            La terra ruotò
            e non ne presi nota.

            Mi sarebbe più lieve pensare
            Di essere morta per poco,
            piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
            benché sia vissuta senza interruzioni.

            Non ero un fantasma, dopotutto,
            respiravo, mangiavo,
            si sentiva
            il rumore dei miei passi,
            e le impronte delle mie dita
            dovevano restare sulle maniglie.

            Lo specchio rifletteva la mia immagine.
            Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
            Certamente più d'uno mi vide,

            Forse quel giorno
            Trovai una cosa andata perduta.
            Forse ne persi una trovata poi.

            Ero colma di emozioni e impressioni.
            Adesso tutto questo è come
            Tanti puntini tra parentesi.

            Dove mi ero rintanata,
            dove mi ero cacciata –
            niente male come scherzetto
            perdermi di vista così.

            Scuoto la mia memoria –
            Forse tra i suoi rami qualcosa
            Addormentato da anni
            Si leverà con un frullo.
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              Scritta da: Eclissi
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              La stazione

              Il mio non arrivo nella città di N.
              È avvenuto puntualmente.

              Eri stato avvertito
              con una lettera non spedita.

              Hai fatto in tempo a non venire
              all'ora prevista.

              Il treno è arrivato sul terzo binario.
              È scesa molta gente.

              L'assenza della mia persona
              si avviava verso l'uscita tra la folla.

              Alcune donne mi hanno sostituito
              frettolosamente
              in quella fretta.

              A una è corso incontro
              qualcuno che non conoscevo,
              ma lei lo ha riconosciuto
              immediatamente.

              Si sono scambiati
              un bacio non nostro,
              intanto si è perduta
              una valigia non mia.

              La stazione della città di N.
              Ha superato bene la prova
              di esistenza oggettiva.

              L'insieme restava al suo posto.
              I particolari si muovevano
              sui binari designati.

              È avvenuto perfino
              l'incontro fissato.

              Fuori dalla portata
              della nostra presenza.

              Nel paradiso perduto
              della probabilità.

              Altrove.
              Altrove.
              Come risuonano queste piccole parole.
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