Poesie d'Autore


Scritta da: Emanuele Marcuccio
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'amore dei vecchi

In una gloria di sole occidentale
Vaneggi, mente stanca:
Inseguito prodigio non s'adempie
Nell'aldiquà del fiore che s'imbianca

Ma tu, distanza, torna a ricolmarti
Tu a farti terra in questa ferma fuga
Mare di nuda promessa
Ai nostri balbettanti passi tardi

E tu, voce, rimani
Persuàdici – un poco, un poco ancora
Nostro non più domani,
Usignolo dell'aurora.
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    Scritta da: Fiorella Cappelli
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Festa di San Giovanni

    Fuochi accesi nella notte
    grande festa ora inizia
    canti, vecchie e scope rotte
    crepi il male e l'avarizia.

    San Giovanni è già alle porte
    usa l'aglio con dovizia
    Ogni strega ha la sua corte
    ti cattura con malizia.

    Con l'iperico e la ruta
    all'occhiello della giacca
    la fattura resta muta
    e l'avversità si stacca...

    Di lumache gran consumo
    con le corna son mangiate
    tra i sabba c'è un gran fumo
    le discordie dissipate.

    Ventinove noci verdi
    colte all'ombra della luna
    il nocino che non perdi...
    elisir della fortuna!

    Questa festa è proclamata
    col solstizio dell'estate
    l'erba vecchia vien bruciata
    nove erbe radunate.

    Sosta il sole all'orizzonte
    ora muta il suo cammino
    le canzoni sono pronte
    la magia... è qui vicino.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Tu mio

      Tu mio...
      Sempre
      ed il silenzio prende
      concentrata sul tuo corpo
      che mi scalda e addosso
      non mi concede sosta
      come sempre adesso
      aspetto le parole
      i baci e le carezze
      e non esiste niente
      solo il vuoto ci circonda
      e non vedo niente
      tu mio ora
      sei la mia onda che viene e torna
      sei le mie mani
      che si confondono insieme
      come oggi e domani
      e tanti anni ancora
      e quelli che sono passati
      con i nostri respiri
      e tutti i nostri momenti belli ed appassionati
      esiste un tempo per tutto
      ma per noi non conteranno stelle e lune
      non verrà mai quel giorno...
      non ci sarà mai fine.
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        Scritta da: Alfonso Trivisonne
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Pluviali attese

        Chi sei?
        Che odore ti sento...
        Cos'è?
        Dietro al lamento...
        Che d'onda d'urto sbatte,
        tra le tempie riempie!
        Già sento il ritorno,
        di grido s'alza,
        scontro di gesti e alberi maestri!
        Rifilano pluviali attese
        ma tu sei stanca,
        sei tanta di tanto in tanto,
        tu che hai aria d'alito
        e sei già stesa d'attesa!
        Ma amar s'intende questo
        anche oltre pensare ancora
        che c'è tremenda sorte
        e ancora finanche di morte.
        Già, serena oltre la sera
        a coricar col sonno la schiena!
        Spilla così la notte
        la palustre arma d'odio delle locuste!
        Se ingorga le vene,
        ci tende la rete,
        amor più forte della sete!
        Composta martedì 31 maggio 2011
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          Scritta da: Anna De Santis
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          E poi...

          E poi
          volevi dirmi ancora
          solo una parola
          ma senza più la vita
          forza nella voce
          e mi rimane la rabbia per non aver sentito...
          quell'ultimo desiderio
          che con te hai portato
          lasciandomi da sola
          e poi
          non volevi ancora abbandonare
          vivere ancora per noi
          che tanto hai amato
          ed odio quel cuore
          che ti ha tradito
          odio quel tempo che abbiamo perduto
          sempre poco quello che hai vissuto
          sai bene che se il giusto è stato
          non è mai morto
          solo passato...
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            Scritta da: Davide Bidin
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Comare Coletta

            "Saltella e balletta
            comare Coletta!
            Saltella e balletta!"

            Smagrita, ricurva, la piccola vecchia
            girando le strade saltella e balletta.
            Si ferma la gente a guardarla,
            di rado taluno le getta denaro;
            saltella più lesta la vecchia al tintinno,
            ringrazia provandosi ancora
            di reggere alla piroetta.
            Talvolta ella cade fra il lazzo e le risa:
            nessuno le porge la mano.

            "Saltella e balletta
            comare Coletta!
            Saltella e balletta!"

            – La tua parrucchina, comare Coletta,
            ti perde il capecchio!
            – E il bel mazzolino, comare Coletta,
            di fiori assai freschi!
            – Ancora non hanno lasciato cadere
            il vivo scarlatto.
            – Ricordan quei fiori, comare Coletta,
            gli antichi splendori?
            – Danzavi nel mezzo ai ripalchi,
            n'è vero, comare Coletta?
            Danzavi vestita di luci, cosparsa di gemme,
            E solo coperta di sguardi malefici, vero?
            – Ricordi le luci, le gemme?
            – Le vesti smaglianti?
            – Ricordi gli sguardi?
            – Ricordi il tuo sozzo peccato?
            – Vecchiaccia d'inferno,
            tu sei maledetta.

            "Saltella e balletta
            comare Coletta!
            Saltella e balletta!"

            Ricurva, sciancata,
            provandosi ancora di reggere alla piroetta,
            s'aggira per fame la vecchia fangosa;
            trascina la logora veste pendente a brandelli,
            le cade a pennecchi di capo il capecchio
            fra il lazzo e le risa,
            la rabbia le serra la bocca
            di rughe ormai fossa bavosa.
            E ancora un mazzetto
            di fiori scarlatti
            le ride sul petto.

            "Saltella e balletta
            comare Coletta!
            Saltella e balletta"
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              Scritta da: Davide Bidin
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Matrimonio

              Devo sposarmi? Devo essere buono?
              Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
              accanto?
              Portarla al cimitero invece che al cinema
              dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
              poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
              e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
              e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! È bello sentire!
              Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
              e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -

              Quando mi presenta i suoi genitori
              schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
              strangolato da una cravatta,
              devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
              e non domandare Dov'è il bagno?
              Come sentirmi se non come sono,
              pensando spesso al sapone Flash Gordon -
              O come deve essere orribile per un giovanotto
              seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
              Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
              Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
              Devo dirglierlo? Gli sarei simpatico dopo?
              Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
              ma guadagnamo un figlio -
              E devo domandare allora Dov'è il bagno?

              Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
              e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
              che aspettano soltanto cibi e bevande -
              E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
              nel chiedermi Vuoi questa donna come tua leggittima sposa?
              E io tremante che dire direi Torta Colla!
              Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
              È tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
              E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
              Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
              Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
              Tutti che affollano alberghi accoglienti
              Tutti a fare la stessa cosa stanotte
              L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
              Gli idioti nella hall che lo sanno
              Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
              Il portiere ammiccante che lo sa
              Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
              Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
              Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
              correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
              urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
              Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
              caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
              Lunatoredimiele
              e escogitar modi per rompere matrimoni,
              fustigatore di bigamia santo del divorzio -

              Ma devo sposarmi essere buono
              Che bello sarebbe tornare a casa da lei
              e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
              col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
              e così felice per me da far bruciare il roast-beef
              e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
              e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
              Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
              Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
              coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
              1920
              O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
              o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
              o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
              afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
              E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
              Quando li farai smettere di uccider balene!
              E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
              Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
              pinguino -

              Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
              e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
              in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
              trovadomi tremante nella situazione più solita
              consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
              Romana
              O cosa sarebbe!
              Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
              Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
              Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
              Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
              E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto

              No, non credo che sarei quel tipo di padre
              niente campagna niente neve muta finestra
              ma rovente puzzolente isterica New York City
              sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
              una grassa moglie reichina che strilla da sulle
              patate Trovati un posto!
              E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
              E i vicini sdentati e forforosi
              come quelle masse stracciate del 18° secolo
              tutti che vogliono entrare a guardare la TV
              Il padrone vuole l'affitto
              Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
              Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
              No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
              Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
              alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
              con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
              e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
              da cui vedere tutta New York e anche olre nelle giornate serene
              No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno progione -

              Ma e l'amore? Dimentico l'amore
              non che sia incapace di amore
              è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
              non ho mai voluto sposare una ragazza che
              somigliasse a mia madre
              E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
              E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
              E non mi piacciono gli uomini e...
              ma ci deve essere qualcuno!
              Perché se a 60 anni non sono sposato,
              tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
              e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
              Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
              allora il matrimonio sarebbe possibile -
              Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
              così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.
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                Scritta da: Silvio Squillante
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Spleen

                Sfogliando le giornate
                scandite da questo ritmo lento
                ammazzo la noia
                illuminando il buio con una lampada.
                L'angolo buio trema ed invoca pietà
                mentre tendo verso di lui
                la luce di questa mia stupida gioia.
                Mi gocciola il viso
                e mi sovvien una crudele verità:
                per quanto tu possa illuminare una persona
                con il tuo amore
                il dolore che ne riceverai
                potrà uccidere ogni altra luce.
                Se squilla di nuovo rispondo, lo prometto!
                Ha squillato di nuovo
                ma son rimasto sempre qui.
                Composta venerdì 27 maggio 2011
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