in Poesie (Poesie d'Autore)
Una rosa non può vivere all'ombra delle ortiche.
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Una rosa non può vivere all'ombra delle ortiche.
"Quand'è che alzando gli occhi al cielo vedrai
una striscia d'aereo ecco
la prima persona che in mente ti verrà,
starà pensando-ti."
"Ed io ad essa...
Ed i nostri sorrisi
si incontrarono,
diventando un unico sorriso,
sotto un cielo di primavera."
Quasi
un unico verso unito nell'abbraccio,
sotto un cielo indistinto,
tra il profumo incantevole della
prima Vera stagione della rinascita...
Il rinnovarsi della natura,
nella quale i due poeti
si confondono
tra i fiori dei giardini celestiali,
in cui la poesia si fa impalpabile,
aerea,
magica,
quasi mistica...
Quasi compagnia. Dolce e melodia.
Un sentiero aperto e verde,
dal colore nostro, del nostro poetare.
Una voce lontana, parole,
o forse semplici suoni,
quasi ninna nanne, inducono al dormire.
E un fiore ti porgo, nella dolce mia notte.
Ed il fiore offerto dal più giovane
è ricambiato dal pio grande
con un raggiante sorriso primaverile,
poi se ne andò lontano
immergendosi nella folla danzante a ritmo di musica
country, al suon di banjo e violini...
Io che amavo Battisti,
adoravo Beatles e Rolling Stones,
cantavo i Nomadi, Guccini e De Andrè...
Ascoltavo opere e romanze di Verdi e Puccini,
sonate, sinfonie e rapsodie di Mozart,
Beethoven e Liszt...
Leggevo romanzi di Silone e Wilde,
poesie di D'Annunzio e Garcia Lorca,
racconti di Tolkien e Pasolini...
Esultavo per un goal azzurro di Gigi Riva,
una parata di Zoff,
un dribbling di Garrincha...
Oggi devo accontentarmi di Chiambretti,
la Marcuzzi e Littizzetto;
della D'Urso, la Ventura e Platinette!
Splendente Romagna,
dolce e canterina
svegli il mattino.
Nell'azzurro mare,
sopra le crespe onde,
danzano le vele
spinte dalla brezza.
Voci allegre e scanzonate,
tra piadine e Sangiovese,
cantan "viva la Romagna".
Igea*, amica sincera,
al chiaro di luna
ormeggiano cuori,
salpano amori...
Matite pastello
"secchi colori"
impressionisti
creazioni e valori...
Tra dita di bimbi giulivi
tratti confusi,
sorrisi vivi.
Scaglie temperate
ondulate, di pioppo...
raccolte tra le mani
profumano di bosco.
Unite in un cuore
vivono,
in un libro... d'autore.
Si apre il mattino e squarcia l'incanto
sopra questo cortile di pietra,
dove primogenita e fonte
la brezza notturna evapora
come i sogni,
lasciando questo cielo plumbeo
fatto di mistero
come fosse nel grembo di una madre.
L'orchidea e il suo spirito
nutre l'occhio
nell'eco di mezzo dì
e si trasforma in domanda,
la cui risposta sazia
i commensali del tempo perduto.
Uno sconosciuto sa
tutto il mio mondo interiore
del quale mai non dissi
né alcuno mai mi chiese.
Molti gli errori
che imbrattarono
la mia anima intonsa
e ancor più numerosi
i volti che varcarono
il guado della mia mente.
Avevo assai da dire e da riferire,
piaghe e dolori da confessare
ma celai ogni cosa in un cantuccio
nella mia casa di periferia.
Ma lui lo sconosciuto esige
ch'io scavi nel mio urlo.
Le mie terrose unghie depongono
i reperti in braccio allo straniero.
Mi chiudo la porta alle spalle
in un pianto senza lacrime
per l'uomo, l'uomo mio
che sempre mi mancò.
La poesia è una guerra,
vive in trincee di inchiostro
in perenne attesa di un lampo,
di una vivida illuminazione.
Il suo evolvere è in mano ai vivi,
i quali ammirano e si ispirano
a coloro che non respirano più.
Stringere tra le dita le nuvole
e capire che sono più concrete
dei miei sogni, dei miei ideali
è come un colpo in mezzo al petto
che brucia ed infiamma il mio costato.
Hai ragione piccola
la poesia non è come la guerra.
Lunatica, la luna
bella come non mai
cattura le stelle dentro sé
ruba loro i segreti
poi li nasconde...
nello spicchio che rimane
per farne poesia...
In questo gioco maledetto
ho vinto io...
Con le mie bugie,
i miei pianti.
I miei sorrisi freddi come l'inferno
nel deserto presero fuoco
e si sciolsero nel vento.
Insensibile nel sangue.
Ma cosa ho fatto per mischiare
il tuo odore con il mio?
Sono vivo con le ali
infuocate dal destino...
Io non vivo più nell'infinito.
Il mio nome è scritto
nelle galere degli angeli
portatori di dolore e paura.
E scrissero le pagine
della vita...
La mia vita tormentata dal gelo,
distrutta dal cadere
di sogni e respiri spenti...
Dal niente
mio unico padrone.
Di fronte ad un Addio
io non crollo,
ho l'anima puntata
verso il mare mio generoso
maestro senza fede.