Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Antonella Marotta
in Poesie (Poesie d'Autore)
A volte mentre vado al sole
e gli aspetti del mondo accolgo e il cuore
quasi m'opprime l'amorosa ressa,
ombra il sole ecco farsi l'ombra, gelo.

Un cieco mi par d'essere che va
lungo la sponda d'un immenso fiume.
Scorrono sotto l'acque maestose;
ma non le vede lui: il poco sole
lui si prende beato. E se gli giunge
a tratti mormorar d'acque, lo crede
ronzio d'orecchi illusi.

Perché a me par vivendo questa mia
povera vita, un'altra rasentarne
come nel sonno; e che quel sonno sia
la mia vita presente.

Un vago sentimento allor mi coglie,
uno sgomento pueril.
Mi siedo
dove sono, sul ciglio della strada,
miro il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l'erba.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori,
    Le cortesie, l'audaci imprese io canto
    Che furo al tempo che passano i Mori
    D'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
    Seguendo l'ire e i giovenil furori
    D'Agramante lor re, che si diè vanto
    Di vendicar la morte di Troiano
    Sopra re Carlo imperator romano.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Al sole

      Scritto e pubblicato nel 1797.

           Alfin tu splendi, o Sole, o del creato
      Anima e vita, immagine sublime
      Di Dio, che sparse la tua faccia immensa
      Di sua luce infinita! Ore e Stagioni,
      Tinte a vari color danzano belle
      Per l'aureo lume tuo misuratore
      De' secoli, e de' secoli scorrenti,
      Alfin tu splendi! tempestoso e freddo
      Copria nembo la terra; a gran volute
      Gravide nubi accavallate il cielo
      Empian di negre liete, e brontolando
      Per l'ampiezza dell'aere tremendi
      Rotolavano i tuoni, e lampi lampi
      Rompeano il bujo orribile. - Tacea
      Spaventata natura; il ruscelletto
      Timido e lamentevole fra l'erbe
      Volgeva il corso, nè stormian le frondi
      Per la foresta, nè dall'atre tane
      Sporgean le belve l'atterrita fronte. -
      Ulularono i venti, e ruinando
      Fra grandini, fra folgori, fra piove
      La bufera lanciosse, e riottoso
      Diffuse il fiume le gonfie e spumose
      Onde per le campagne, e svelti i tronchi
      Striderono volando, e da’ scommossi
      Ciglion dell'ondeggianti audaci rupi
      Piombàr torrenti, che spiccati massi
      Coll'acque strascinarono. Dal fondo
      D'una caverna i fremiti e la guerra
      Degli elementi udii; Morte su l'antro
      Mi s'affacciò gigante; ed io la vidi
      Ritta: crollò la testa e di natura
      L'esterminio additommi. - In ciel spiegasti,
      O Sol, tua fronte, e la procella orrenda
      Ti vide e si nascose, e i paurosi
      Irti fantasmi sparvero.... ma quanti
      Segni di lutto su i vedovi campi,
      Oimè, il nembo lasciò! Spogli di frutta,
      Aridi, e mesti sono i pria sì vaghi
      Alberi gravi, e le acerbette e colme
      Promettitrici di liquor giocondo
      Uve giacciono al suol; passa 1'armento
      E le calpesta; e istupidito e muto
      L'agricoltore le contempla e geme.

           Intanto scompigliata, irta e piangente
      Te, o Sol, ripriega la Natura, e il tuo
      Di pianto asciugator raggio saluta;
      E tu la accendi, e si rallegra e nuovi
      Prometto frutti e fior. Tutto si cangia,
      Tutto père quaggiù! Ma tu giammai,
      Eterna lampa, non ti cangi? mai?
      Pur verrà dì che nell'antiquo vòto
      Cadrai del nulla, allor che Dio suo sguardo
      Ritirerà da te: non più le nubi
      Corteggeranno a sera, i tuoi cadenti
      Raggi su l'Oceàno; e non più l'Alba
      Cinta di un raggio tuo, verrà su l'Orto
      Ad annunziar che sorgi. Intanto godi
      Di tua carriera: oimè! ch'io sol non godo
      De' miei giovani giorni: io sol rimiro
      Gloria e piacere, ma lugubri e muti
      Sono per me, che dolorosa ho l'alma.
      Sul mattin della vita io non mirai
      Pur anco il Sole; e omai son giunto a sera
      Affaticato; e sol la notte aspetto
      Che mi copra di tenebre e di morte
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il Sole

        Lungo il vecchio sobborgo, ove le persiane pendono dalle
        catapecchie rifugio di segrete lussurie, quando il sole
        crudele batte a raggi raddoppiati sulla città e i campi, sui
        tetti e le messi, io mi esercito tutto solo alla mia fantastica scherma, annusando dovunque gli imprevisti della rima,
        inciampando nelle parole come nel selciato, urtando
        qualche volta in versi a lungo sognati.

        Questo padre fecondo, nemico di clorosi, sveglia nei campi
        i vermi e le rose, fa svaporare gli affanni verso il cielo,
        immagazzina miele nei cervelli e negli alveari. È lui a
        ringiovanire coloro che vanno con le grucce e a renderli
        allegri, dolci come fanciulli, lui a ordinare alle messi di
        crescere e maturare entro il cuore immortale che vuol
        sempre fiorire.

        Quando, simile a un poeta, scende nelle città, nobilita le
        cose più vili e s'introduce da re senza rumore, senza paggi,
        entro tutti gli ospedali e tutti i palazzi.
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          Scritta da: Bramante
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Valzer eterno

          Un attimo da sogno, fra i ricordi,
          corre a ritroso a un vecchio paradiso,
          rimbalza dal tuo cuore palpitante
          e ondeggia fra lo stomaco e la mente.

          Nella tua testa, eterni, dolci istanti,
          danzano un valzer di malinconia.
          Nella tua vita, ormai, ti son compagni,
          di algide sere che non hanno stelle.

          La pelle tua, vestita di speranza,
          vibra di nuovo di carezze antiche
          e senti ancora le sue labbra miele
          su quelle tue, che invece, san di sale!
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            Scritta da: Bramante
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Dissonanti amanti
            offendono l'amore
            che consumano nei pianti
            e imprigionano le ali
            nei letti senza cuore
            stanchi dei rimpianti
            dimenticano il dolore
            che attende di risorgere

            Menti chiuse dentro scrigni
            di sangue e di velluto
            di perle senza luce
            inabissate da vergogne
            che schiacciano le teste
            portano via le vite nei silenzi
            annodano la luce che si sbroglia

            Amanti andati e poi perduti
            Sono alberi senza radici
            che mai saranno liberi
            Un'onda che regge a stento
            ma s'affonda senza vento.
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              Scritta da: Livia Cassemiro
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Orme sulla sabbia

              Questa notte ho fatto un sogno,
              ho sognato che camminavo sulla sabbia
              accompagnato dal Signore,
              e sullo schermo della notte erano proiettati
              tutti i giorni della mia vita.

              Ho guardato indietro e ho visto che
              per ogni giorno della mia vita,
              apparivano orme sulla sabbia:
              una mia e una del Signore.

              Così sono andato avanti, finché
              tutti i miei giorni si esaurirono.
              Allora mi fermai guardando indietro,
              notando che in certi posti
              c'era solo un'orma...
              Questi posti coincidevano con i giorni
              più difficili della mia vita;
              i giorni di maggior angustia,
              maggiore paura e maggior dolore...

              Ho domandato allora:
              "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
              in tutti i giorni della mia vita,
              ed io ho accettato di vivere con te,
              ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
              peggiori della mia vita?"

              Ed il Signore rispose:
              "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
              con te durante tutta il tuo cammino
              e che non ti avrei lasciato solo
              neppure un attimo,
              e non ti ho lasciato...
              i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
              sulla sabbia,
              sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".
              Composta mercoledì 16 settembre 2009
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