Poesie catartiche


Scritta da: Lucia Donati
in Poesie (Poesie catartiche)

Ne vale la pena

Fai esperienza di ricchezza in te

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

forma in te un pensiero luminoso
pensa a ciò che luccica

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

pensa a chi sei veramente
stai con la schiena dritta

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

e la trasformazione arriva
ti cambia in oro fino
ti basta poco, e costante

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

non aver paura di niente
senza paura arriva la tua ricchezza
lo splendore è a portata di mano
sii sicuro di te,
la tua schiena sempre dritta
cammina a testa alta

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

chi è nascosto in te?
C'è lo splendore in te
attiva il sorriso
attiva la gioia

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

scopri la bellezza in te
scopri la bellezza fuori
apprezza il mondo
apprezza le piccole cose

ne vale la pena
ne vale la pena
ne vale la pena

allora il mondo si trasforma
allora a te non manca nulla

sappi che ne vale la pena
non aspettare più
ne vale la pena, sai?
Composta venerdì 5 maggio 2017
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    Scritta da: Cetty Cannatella
    in Poesie (Poesie catartiche)
    Dentro ho tante parole che parlano
    sono nel sacco di un'anima
    che ha dato senza risparmiarsi.
    Ora vogliono uscire, ma sono tutte alla rinfusa.
    Sono parole di dolore
    altre di rassegnata stanchezza
    inquietudine
    incertezza
    sbagli
    riflessioni
    e una sola consapevolezza.
    Devo imparare ad amare me stessa.
    Composta martedì 13 dicembre 2016
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      Scritta da: Loris P.
      in Poesie (Poesie catartiche)

      Ossesso d'autunno

      Mi segui dappertutto,
      nella mia testa trasmettono repliche varie,
      massacranti e noiose,
      dalle atmosfere cupe ed afose,
      di un'estate che non avrei mai voluto vivere.

      Rovine di sentimenti demoliti,
      arazzi inceneriti,
      corpi incandescenti
      pregano di andare in fumo,
      l'odore di carne bruciata
      profuma la stanza,
      i piatti sporchi di maionese
      si nascondono dai soli stanchi,
      nei pomeriggi delle domeniche d'ottobre,
      nell'ombra del lavandino.

      Non prego che tu te ne vada,
      ti indispettirei solo,
      sei in una culla
      di latta,
      e piangi perché hai paura
      della luce accesa,
      non ti urlo contro,
      lascio che tu mi dia ancora
      occhi chiusi e spazi neri,
      lascio che tu mi faccia pensare
      per sempre a ieri,
      lascio che tu mi trascini
      ancora verso il mio culto ingiustificato,
      e morire continuamente su questo pavimento
      perlato.
      Composta domenica 16 ottobre 2016
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        Scritta da: FRANCA COLOZZO
        in Poesie (Poesie catartiche)

        In fuga dalla notte

        S'apre al silenzio,
        su arcani sentieri,
        la notte.
        Vertigini di sonno,
        prive di sogni, pesco
        nelle lagune del tempo
        dove, fantasma spento,
        fluttuo in cerca di risposte
        che non trovo.

        S'apre alle tenebre
        delle ore scandite
        da lancette virtuali,
        ai passi stanchi
        di presenze erranti
        da altre dimensioni.

        Fugge la notte
        la mia penna veloce
        che la veglia accompagna
        e che traccia spirali di luce
        nell'attesa dell'alba
        e d'un timido raggio di sole.
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          Scritta da: Lucia Donati
          in Poesie (Poesie catartiche)

          Vivere

          Il canto di libertà degli uccelli
          è lì perché tu possa vivere
          la libertà in te;
          la bellezza del fiore
          è lì, perché tu possa vivere
          la bellezza in te;
          la potenza del cuore è lì
          perché tu possa vivere
          la tua potenza del cuore,
          e goderne tutti i benefici.
          Composta mercoledì 31 agosto 2016
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            Scritta da: _4bendy4_
            in Poesie (Poesie catartiche)

            Caciotta marina

            Giallo e bianco,
            Dolce vergine,
            Salato ed odoroso,
            Profumato di un respiro:
            Respiro di casa,
            Respiro di fresco,
            Respiro d'età taciturna.
            Anni immersi
            Nel sapore,
            Segni di mani
            Che mi giravano
            E cambiavano la mia
            Prospettiva.
            Prospettiva di visi,
            di gusto e di vesti
            Che mi ricoprivano.
            Il mondo si scopre,
            Con le sue genti,
            Con i suoi modi e così,
            La mia fragranza,
            Venne assaggiata.
            Composta martedì 1 gennaio 3107
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              Scritta da: FRANCA COLOZZO
              in Poesie (Poesie catartiche)

              Lettera a Giulio Regeni

              Gocce disperse
              di sogni cristallizzati,
              forse mai nati
              sulle sponde di ieri,
              diaspore di pensieri
              nella mente affastellati
              frugo e non trovo
              e cerco invano
              giustizia per chi
              all'arbitrio del tempo
              il suo corpo spento
              lascia al silenzio
              d'uomini ignavi.

              E tu, Giulio, che
              brancoli nel buio
              di tenebre oscure
              senza giustizia,
              tu sai e taci,
              muta presenza
              nei ricordi cari
              o in chi insegue
              il tuo sentiero,
              aspro di pace,
              dove volti mendaci
              ti copron di torture.

              Il tuo sguardo
              appare lucido e franco
              sui sentieri a rischiarar
              l'ingiuria della vita
              e sol chi t'ama
              vede in fondo una luce,
              sfocata e lontana
              in fondo a un pozzo
              di menzogne truce.

              Giovane guerriero,
              non cedere alla sorte dell'oblio
              or che il mondo infame
              chiude gli occhi e non vede,
              perché non vuole,
              sangue e morte
              e della Siria il grido
              verso il cielo
              a un Dio sordo
              e muto come
              noi esseri mortali.
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