Poesie anonime migliori


Scritta da: DoLcEsSenZa .....
in Poesie (Poesie anonime)

Amicizia

Ho un segreto per te
Caro amico lontano
Ho provato a scordati
Ma sono a digiuno
Quindi ti penso
Guardandomi dentro
In quel mondo vuoto
In cui spesso mi perdo
Ti ho forse dipinto
Con colori irreali
E tratti nervosi
Mai troppo uguali
Ti ho dato una forma
Che si adatta ai pensieri
Di chi ha più paure
Che desideri...
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    Scritta da: Michele
    in Poesie (Poesie anonime)
    Un pensiero costante
    una visione che pervade lo spirito, ma allo stesso tempo lo svuota e impoverisce
    pervade la tua mente e intorpidisce i sensi.
    Un'astrazione che fa sentire tanto ricchi che poveri
    senza la quale non vi è vita, ma basilare sopravvivenza.
    Il pensiero che immerso nel profondo silenzio non suona estraneo.
    Composta lunedì 22 aprile 2019
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      Scritta da: Hannele
      in Poesie (Poesie anonime)
      Dio,
      dicci dove sei nostro dio,
      dicci come fai a restare fermo,
      immobile, inerme, stoico, esterno.
      Dicci come fai a vedere
      questo tuo sacro mondo cadere,
      distruggersi, cospargersi
      in pezzi ridicoli e sparsi.
      Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
      amata, adorata, venerata, giocata
      a dadi o in un'unica estrema puntata.
      Quest'America che si stende
      come un velo bianco e congiunge
      i due poli che reggono il mondo.
      Ma di poli in realtà nel profondo
      ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
      nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
      Quest'oriente e la cara mezzaluna
      solo i telegiornali al chiaro di luna
      occupa costante senza turbare
      nessuna mente che vada a pensare
      nel buio di una stanza al male che canta.
      Quest'infanzia lasciata e compianta:
      protezione, amore, luce, candore,
      dolcezza, arcobaleno, sole, tepore,
      Spariti rubati svaniti o devastati?
      Assenza di verbi e piccoli pianti
      di pace e abbracci fortificanti,
      tutto ribellato a questi falsi cantanti.
      La fame nei campi, la sete sui ponti,
      la stanchezza sui letti e la disillusione.
      Questa vecchiaia in contemplazione
      della morte e della pensione:
      le giunture si spezzano,
      la dignità spazzano,
      la passata felicità dimenticano.
      Questi valori imprescindibili
      sotto culi deplorevoli.
      Il nostro sangue svergognato
      una volta così rosso ambrato.
      Il nostro tono imbarazzato
      ferito e derubato,
      una voce squillante,
      quella del potere sfavillante,
      del petrolio culminante,
      del denaro o l'Aspromonte,
      del dolore mio regnante,
      del candore più buio e urlante.
      Dio, dicci dove sei,
      dicci come fai
      dicci se ci sei,
      dicci se farai.
      Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
      o tienitelo quest'ultimo,
      siamo già barricati nel vittimismo,
      un orrido cannibalismo
      di futuro e nuovo umanismo.
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        Scritta da: Yin
        in Poesie (Poesie anonime)
        L'uomo non sarà mai strumento dell'Ordine
        né servo del Caos.
        La sua natura ibrida lo condanna ad essere
        solo vela
        mai timone
        può spingersi oltre l'orizzonte
        verso un imprecisato
        e forse insensato
        destino
        o ammainarsi nella stasi
        l'unico controllo che abbiamo sulla vita
        è con quale vitalità viverla.
        Composta sabato 29 ottobre 2016
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