in Poesie (Poesie anonime)
Vivere senza amore è come vivere in un deserto
come morire di fame e di sete
come soffrire mille volte di più.
(di un soldato israeliano)
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Vivere senza amore è come vivere in un deserto
come morire di fame e di sete
come soffrire mille volte di più.
(di un soldato israeliano)
Sia nel respiro di tutti il sogno che attraversa confine non visto.
Passi che ancora non cancellano
deserti e ancora qui non lasciano
visibili tracce ma che ci fanno
espandere memorie e donano
capacità di percorrere il tempo.
Per ogni pensiero nel silenzio
sia del cuore l'avvertito soffio
a regalare ali a quel tempo ora fuggito
al presente e al futuro non conosciuto.
Il sole splende
il cuore rimane freddo
la vita sorride
ma gli incubi
tornano più crudeli di prima
ridi e i tuoi occhi
ti tradiscono
velati da una strana
malinconia
che non si può cancellare
perché l'unica cosa
che farebbe risplendere
di gioia quegli occhi
è un'amore profondo
chiuso in fondo
al proprio cuore.
Unghie spiantate
cadono inermi
su fredde pietre ghiacciate
rotolando come vermi.
L'aria calda riporta
ricordi dal pozzo profondo e tetro,
odore pungente di cadaveri decomposti
sotto una stella,
una qualunque fra le tante
spente sigarette
d'un posacenere di nera rabbia
ed impazienza.
Strappo le falangi gettandole al cielo
sfiorando nuvole
libere e sole
fedeli compagne d'arei ed aquiloni.
Nell'azzurro sei immensa,
una macchia sulla terra;
la corona guarda e pensa:
rinizia la vana guerra.
Coltello in bocca
denti stretti,
pronto metto a fuoco,
determinato,
gestisco le armi,
sanguino
non mollo,
come potrei?
Flusso sottocutaneo
sgorga e si mescola
con i pensieri,
travaso le idee
e il sangue nella carta;
ultima, infinita,
echeggiante parola.
Scusa.
Non sarò mai abbastanza grande per
capire cos'è davvero l'amore.
Non sarò mai del tutto cosciente
di quanto tutto questo possa rendermi
bella.
Non avrò mai la consapevolezza
che tu sei davvero mio.
Non sarò mai abbastanza grata
di tutto ciò che mi dai.
Non avrò mai un cuore così grande
per trattenere tutte le sensazioni che mi dai.
Ma sono innamorata di te,
del tuo odore, della tua voce,
del tuo modo di donarmi carezze
al cuore con un solo sguardo.
Sono innamorata di te...
come quella sera in cui le nostre
anime si incontrarono in un magico
miscuglio di dolcezza e passione...
Ti amo...
ti amo più della mia stessa esistenza
ti amo davvero e non credere mai
che potrò mai... che potrò mai
dimenticarti.
Oh grande spirito che regni nel cielo
guidaci nell'accordo di pace e comprensione
permettici di vivere tutti insieme come fratelli e sorelle.
Le mie risposte
sono solo dei forse.
Sento ancora l'impulso
di stare abbracciata a lui
che si accoccola su di me.
Avrei voglia di stringerlo.
Salvarlo da ciò che non è riuscito a vedere.
Avrà trovato il coraggio di essere se stesso?
Un'altra domanda a cui rispondo forse,
guardandomi allo specchio.
Nugoli di parole
paion polvere
nella mia anima scomposta...
Una sonata macabra
è questo trillo
che afferra e distrugge
e ferisce,
e di nuovo lacera
quel che resta del sé.
Non esiste alcun sapore, odore o tepore
che possa contrastare
questo cupo canto di te
morte,
compagna dei miei sensi,
vita sfrontata,
puttana!
Chino il capo vinta...
Fredde catene di niente
ci legano,
in un abisso senza fondo
si consuma la mia follia.
Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta.
nessun'isola all'orizzonte
nessuna nave che incrociasse la mia rotta.
La salsedine mi dilaniava la carne
gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate
e sanguinanti.
Dio, non immaginavo fosse così difficile morire.
Non potevo sapere che il mio corpo,
con inaudito accanimento, potesse
lottare così strenuamente per vivere.
Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia.
Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti.
O erano semplicemente nubi
venute a ghermirmi.
Fradicio era il cuscino quando
mi svegliai d'improvviso.
Tumultuoso il mio cuore quando
mi girai sul fianco.
E tu eri lì.
Tu, la mia isola deserta
Tu, la mia nave venuta in soccorso
Tu, che mi hai ridato la vita.