Frani in me come sassi spinti giù dalla burrasca, nevica nel mio essere, ma non con quella felicità che ci si aspetta, sei impervia e violenta come vento al largo. S'infrange su di me il tuo scirocco, caldo e impetuoso mi modella, come dune di sabbia... immagina, tu mobiliti tutti quei minuscoli granelli con la tua caparbietà. Nel deserto tutto è mutevole spinto dalla forza invisibile, quanto vorrei affidargli le mie parole così riuscirei a sussurartele, dolcemente come un soffio, e ti vedrei sporca di quella sabbia, infetta dal mio morbo che per te non trova cura. Invocherei, come antichi sciamani, demoni e entità per riempirti di magia e affascinarti, tormentato dal tuo sapore, i miei sensi vagano senza pace, impregnati del tuo odore. Ho saputo raccogliere la tua essenza e ora la conservo, conservo il tuo odore in ancestrali ampolle, figlie dell'alchimia, pronte a essere usate nella malinconia.
l'amore spacca le dighe
e quando l'amore si trasorma in odio e poi polvere, aimè in quelle ampolle ritrovo ancora frammenti di lui.. li cuscodisco come ormai una parte indelebile di me.
apro le ampolle, esce l'essenza profumo e fumo impalpabile esiste... ma non ci sarà mai ...
e si la mia pazzia...
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