Poesie anonime migliori


Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie anonime)
Mentre il sole si eclissa
in questo attimo vuoto
socchiudo lentamente gli occhi
e ascolto in silenzio
il tonfo sordo del mio cuore.
È rumore di nulla,
rumore di assenza,
un battito lento
che accompagna i miei giorni,
un suono metallico
che stride sull'anima
come unghie graffianti
laccate di rosso.
Ho creduto di averti,
mi sono illusa di amarti,
per lunghi giorni ho stretto la tua mano,
credendo ci fossi anche tu
ma ero sola in un deserto metropolitano,
abbandonata nella folla infinita
composta da noi due
e dai nostri fantasmi.
Ho dovuto gridare per sentire la mia voce
nel frastuono dei miei pensieri
non capivo più nulla,
ti vedevo lontano, flebile e curvo
i tuoi occhi distanti
mi vedevano senza guardarmi
Ti ho lasciato una sera
mentre gli occhi si chiudevano
per la troppa stanchezza
ho voltato l'angolo
in cerca della solitudine
a cui mi avevi abituata,
ed ho trovato me stessa,
stanca e affannata
ma ancora capace di scegliere.
Il tempo è passato lento
giri infiniti di lancette
a scandire il ricordo
del nostro amore inventato
per trovare la pace
e la quiete
e tornare ad ascoltare
il battito di un cuore spezzato.
Apro piano i miei occhi,
dopo tanto buio
questa luce mi abbaglia
mi impongo di farlo,
io voglio vedere
questo oggi appena nato
e un nuovo domani
dove saprò ricordarti.
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    Scritta da: Anonimo Anonimo
    in Poesie (Poesie anonime)

    Albeggia sul borgo

    Camminando sul borgo all'alba c'è
    un momento,
    un secondo,
    in cui la luce del sole è ancora fresca,
    come l'aria di una mattina di primavera
    e i lampioni soleggiano.
    In quel secondo persi il tuo nome
    e m'innamorai della vitrea distesa,
    così speranzosa nei riflessi del sole,
    e che di te,
    conservava solo il maleodorante tanfo dei pescherecci.
    Provai a spingermi più a fondo,
    guardando l'infinito e notai una diga,
    immobile come la morte.
    Ahi quanta lunga strada mi separa da te,
    pensai,
    ahi quanto nuotare ancora...
    t'avevo appena dimenticata e avevo già voglia di morire.
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      Scritta da: Elisabetta
      in Poesie (Poesie anonime)

      Il passero ferito

      Era d'agosto. Un povero uccelletto
      ferito dalla fionda di un maschietto
      andò, per riposare l'ala offesa
      sulla finestra aperta di una chiesa.

      Dalle tendine del confessionale
      il parroco intravide l'animale
      ma, pressato da molti peccatori
      che pentirsi dovean dei loro errori
      rinchiuse le tendine immantinente
      e si rimise a confessar la gente.

      Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
      diceva ogni fedele le preghiere,
      una donna, notato l'uccelletto,
      lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

      Ad un tratto improvviso un cinguettio
      ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

      Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
      il ruolo abbandonò di confessore;
      scuro nel volto, peggio della pece
      s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
      "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
      vada fuori dal tempio del Signore".

      I maschi, un po' stupiti a tali parole,
      lesti s'accinsero ad alzar le suole,
      ma il prete a quell'errore madornale,
      "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
      Rientrate tutti e statemi a sentire:
      sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

      A testa bassa, la corona in mano,
      cento donne s'alzarono piangendo.
      Ma, mentre se n'andavano di fuora
      il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
      rientrate tutte quante, figlie amate,
      che io non volevo dir quel che pensate!"

      Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
      che chi ha preso l'uccello deve uscire.
      Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
      soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

      A tali detti, nello stesso istante,
      le monache s'alzaron tutte quante;
      quindi col viso pieno di rossore
      lasciarono la casa del Signore.

      "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
      Sorelle orsù rientrate e state quiete,
      poiché voglio concludere, o signori,
      la serie degli equivoci ed errori;
      perciò, senza rumori, piano piano,
      esca soltato chi ha l'uccello in mano".

      Una fanciulla con il fidanzato,
      ch'eran nascosti in un angolo appartato
      dentro una cappelletta laterale,
      poco mancò che si sentisser male.
      Quindi lei sussurrò col viso smorto
      "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
      accorto!"
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        Scritta da: Danza di Venere
        in Poesie (Poesie anonime)

        Comunque vada

        Ti amerò,
        domani ti amerò e chiederò al tuo cuore di battere,
        ti amerò domani e chiederò al tuo respiro di mandarti in affanno,
        ti amerò chiedendo al tuo corpo un abbraccio,
        ti amerò domani ti amerò e chiederò ai tuoi occhi un saluto,
        ti amerò ogni giorno perché non c'è comando che faccia finire una passione,
        forse non smetterò forse lo farò ma ciò che conta è che domani ti amerò.
        Composta domenica 12 marzo 2017
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          Scritta da: Sèlìs
          in Poesie (Poesie anonime)

          Maschere

          Tutti gli gli esseri umani portano una maschera.
          Ci sono diversi tipi di maschere ma volenti o no tutti sono obbligati ad indossarne.
          I motivi che ci spingono a metterle possono essere più di uno.
          Per non lasciar trasparire dal nostro volto l'odio provato per una persona, o la tristezza, il rancore, la felicità, il disprezzo, e a volte anche l'amore...

          Tutti gli esseri umani portano una maschera,
          c'è chi la porta da quando è nato...
          e chi la porta da quando è morto, da quando la sua anima è morta.

          Un'anima può morire per la perdita della persona amata,
          può morire per la tristezza e l'odio provato negli anni,
          e può morire anche per un amore non corrisposto,
          per un amore mai nato per paura delle avversità.

          Tutti gli esseri umani portano una maschera,
          c'è chi la porta da quando è nato...
          e chi la porta da quando è morto.
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            Scritta da: Danza di Venere
            in Poesie (Poesie anonime)
            Fortuito fortunato incontro del pranzo,
            anche oggi baciati dal sole nei primi di marzo,
            sorridendo con le guance sollevi gli occhiali,
            portando il mio umore dalle ande alle alpi,
            in un batter d'occhio mi doni delle ali che in pochi istanti,
            mi portano in giro per il mondo superando il record degli innamorati,
            convengo sul ti vedo ma non ti guardo mangiare,
            sappi che un piatto di pasta è poco se ti vuoi allenare,
            starei ore e forse poi sarebbe per te un problema,
            essere osservati consumando un primo,
            e sentirsi ricordare dalla signora infastidita, la pasta l'hai mangiata?
            Il sole la scalda, è la tua risposta, e comunque ho gradito,
            un discorso infinito,
            sulle tue labbra il mio dito,
            a cercare il tuo corpo,
            e baciarti per ogni sorriso.
            Composta martedì 14 marzo 2017
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              Scritta da: Angela Fanizza
              in Poesie (Poesie anonime)
              Primo passo

              Speri che tutto sia cambiato...
              speri di incontrare quella persona che non hai mai conosciuto
              o che almeno non ricordi più,
              ma sono speranze buttate al vento,
              hai di fronte la persona di sempre, insensibile ed indifferente.
              Ti fa soffrire ma non ci puoi fare niente...
              E troppo per te, è tutto inutile.
              La sofferenza è sempre in agguato e tu non puoi evitarla,
              ma ecco che ti ha raggiunta e ti salta sulle spalle
              è insopportabile eppure ci devi convivere...
              devi imparare ad amarla...
              devi essere coraggiosa
              altrimenti la paura si impossesserà di te...
              Fai tu il primo passo.
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                Scritta da: Danza di Venere
                in Poesie (Poesie anonime)

                E poi...

                Nel timore di turbarti,
                non posso fare altro che ringraziarti,
                per ogni sorriso donato,
                un giorno migliore mi hai regalato,
                fisso il cielo e lo dipingo di verde,
                attento cerco l'infinito sperando di vederti,
                ma da giorno a sera cambia solo il calore,
                cerco ancora un modo per abbracciarti,
                ma consapevole della realtà mi basta saperti,
                rassegnazione? No mai, nel mio mondo non si dice,
                è la via per essere sicuro che tu sia felice.
                Composta lunedì 20 marzo 2017
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                  Scritta da: Danza di Venere
                  in Poesie (Poesie anonime)
                  Questa notte ti ho baciata ed eri bellissima,
                  prima un bagliore poi la magia, sei apparsa
                  avvolta dall'ambrato colore della tua pelle,
                  ti ho toccata, ti ho abbracciata ero lì in piedi
                  ipnotizzato dal verde dei tuoi occhi non vedevo altra forma,
                  ricordo il bianco della camicia, il rosso delle tue labbra,
                  superficiale sapere in quale parte del mondo fossimo,
                  in quel momento dovevo essere li, volevo essere li,
                  abbiamo parlato, riso, scherzato e poi il silenzio,
                  quel silenzio occhi negli occhi, mano sulla schiena
                  avvicino il tuo corpo, il tuo profumo, la tua pelle,
                  mi brucio è caldo il sole, ma non dimenticherò quel bacio.
                  Composta giovedì 9 novembre 2017
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                    Scritta da: Danza di Venere
                    in Poesie (Poesie anonime)
                    Ci sono linee che rimangono nascoste ai poco attenti,
                    in queste si nascondono sentimenti al quale non riusciamo a rinunciare,
                    osservo il tuo volto in una tua foto,
                    ed imbambolato da quegli occhi, non stacco per un attimo lo sguardo,
                    eccoti qua penso, splendida come un vulcano in eruzione,
                    come una colonna di cenere che sovrasta un vulcano,
                    come una colonna di passione che sostiene l'universo,
                    ho imparato che al cuore si suggerisce con delicatezza,
                    quindi nel silenzio dei nostri sguardi... sai già cosa ho detto!
                    Fa male ed è difficile da mandar giù... ma sai in fondo in fondo anche se il sole brucia,
                    c'è sempre un buon motivo per sorridere e molte volte il motivo è nascosto propri li,
                    basta saper osservare!
                    Composta venerdì 17 marzo 2017
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