Poesie d'amore


Scritta da: Gloria Corradi
in Poesie (Poesie d'amore)

Orizzonti

Sull'orizzonte indefinito
di apparente solitudine
mi commuovo per un sogno prezioso
pennellato di nulla etereo,
e dipingo un sentimento invisibile
con labbra cremose di freschezza
è tutto qui il mio esistere-amare?
Con chi far danzare la mia anima?
Un lampo di luce accarezza il buio
finalmente i pensieri scompaiono
e comincio a sentirmi il pennello.
L'orizzonte ora ha occhi brillanti
che mi fissano e mi includono
vale forse la vita un frammento d'amore?
Ma se l'amore è la vita
allora le ciglia si asciugano
sulle note fresche dell'aria
e guardo nei tuoi occhi liberi
di guardarmi
l'orizzonte del tuo essere libero.
Un apparente viaggio baciato
da una risata
che ci unisce.
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    Scritta da: dani81
    in Poesie (Poesie d'amore)

    Al figlio mai nato

    Serena,
    il mio viso, si rilassa.
    Le mie labbra si schiudono in un abbozzato sorriso.
    E qui penso, fantastico fantasticamente.
    E mi lascio cullare, sospesa.
    Artefici della tua vita noi, ma non del tuo destino.
    Spettatori di ciò che il mondo ha in serbo per te.
    Ti guarderemo rincorrere i tuoi sogni.
    Affronteremo con te le salite,
    ti guaderemo da lontano,
    mentre inciamperai in grossi sassi,
    aspetteremo la tua caduta.
    Oh sì, che cadrai, ma cureremo le tue ferite,
    cicatrizzeremo i tuoi dolori.
    Ti racconteremo di noi, anche se forse un noi,
    non lo siamo mai stati.
    Rideremo del mondo, ce ne faremo beffa.
    Ameremo il mare,
    nuoteremo nel bene,
    combatteremo il male.
    Ti vedremo diventare ciò che Dio ha deciso.
    Ti vedremo guardarci invecchiare.
    E continuo a sorridere, leggera.
    E dipingo il tuo volto, su tele candide d'amore,
    farò della tua voce la melodia della mia esistenza.
    Anche se lui non scegliesse noi,
    vedrò in te una parte di lui,
    quella sola parte che potrà essere mia.
    Ti aspetterò, ti aspetterò anche se,
    anche se figlio mio, non esisterai mai.
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      Scritta da: dani81
      in Poesie (Poesie d'amore)

      Il testamento

      Nella mia tomba porterò il mio segreto.
      Lo seppellirò con me.
      Morirà con me.
      Racconterò di me,
      ma non dirò che sono io.
      Farò della mia storia lezione di vita.
      Parole affettano l'anima.
      Frammenti di cuore graffiano l'aria.
      Minacce lanciate come freccine.
      Se davvero facessi ciò che dici,
      se davvero facessi quel che dici.
      Allora è giusto che scriva questo testamento.
      Il testamento della mia anima.
      Lascio alle altre donne,
      la forza che non ho saputo mostrare,
      lascio la mia speranza,
      la mia voglia di cambiare.
      Lascio ciò che non ho mai avuto.
      Ero pronta, ma non ne ho avuto il tempo.
      Non mi meritavo tutto questo.
      La mia anima come una spugna.
      E i miei occhi non smettono di lacrimare.
      Come ho potuto.
      E guardo come sono diventata,
      come mi sono ridotta.
      Circolo vizioso che si chiude
      che si chiude strozzandomi.
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        Scritta da: ilBianco EilNero
        in Poesie (Poesie d'amore)

        Amor vero

        Veleno sono io,
        corpo sgualcito dalle pene,
        fragile nei peccati e
        consumato dalle colpe.

        Il muscolo rosso,
        pulsa,
        si gonfia,
        e straborda nel petto,
        fino a scoppiare.

        Affondo la lama,
        profonda nella carne.
        Una breccia da cui
        far spurgare l'amore.

        Fluisce il dolore come sangue,
        corre sotto pelle fino alla bocca
        e si spegne sulle tue labbra.

        "Qual è l'amor vero,
        quello che muore, o quello che uccide?"
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          Scritta da: Mariluce
          in Poesie (Poesie d'amore)

          Ode ad un nuovo nato amore

          Lei lo sa.
          Sa che val la pena
          vivere
          in questa civiltà,
          anche quando la sua luce
          s'offusca di malìnconie remote.
          Sente le note,
          ed i canti del cuore
          ritrovan la giusta intonazione.

          Lei la vedo col suo uomo
          danzare attorno al sole,
          e fregare l'amore,
          e correre e gustar la vita.

          La salita è finita,
          e lascia che gli addii
          la facciano amare.
          Albe chiare, infiniti cieli
          da esplorare ancora.

          Racconterà di fate
          e di indiani, lei
          la sera, incantucciata sul divano
          col suo uomo, amore vero,
          che l'osserva piano,
          e con l'amica in velluto nero,
          inventerà novelle,
          e conteranno le stelle insieme.

          Il loro sangue riscalda anche il sole, adesso.
          Niente più parole, mai è concesso
          alle fate, e agli indiani,
          che quando s'amano
          salvano il mondo.
          Composta lunedì 28 luglio 2014
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            Scritta da: Damiano Oliva
            in Poesie (Poesie d'amore)

            Rose spente

            Rimane unico il ricordo
            sotto questo mio ciel d'autunno.
            I momenti riaffiorano:
            scacciando via,
            solo per un istante,
            la nube di dolore.
            Cade un eterna pioggia,
            fatta di lacrime.
            Nutre le dolci rose,
            che hanno per radici
            il mio battito per te.
            Ti credevo amore
            ma, nel cuor mio,
            hai lasciato solamente
            un amaro destino.
            Spero che il volo d'uccello libero,
            oltre le nuvole,
            possa esser te,
            che vivi una nuova vita.
            Con lui.
            Io rimarrò sulla fredda terra,
            a piangere sulle nostre rose spente.
            In memoria,
            d'un tempo morto.
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              Scritta da: Mariluce
              in Poesie (Poesie d'amore)

              Città ove amore lasciai

              E da un sospiro è un pianto,
              tra gemiti celati da fràudolenti bàttiti
              d'odor di notte in estasi.

              Melànconie segrete,
              sfiorarsi con le dita, al buio e all'inquietudine:
              qual gioia oscura e sordida appaga la mia sete!

              A Taranto mia complice,
              custode culla ignara d'ardori dolci e incauti,
              città dal lembo candido, pervasa d'atmosfere,
              da un mare, cosmo languido, ti lasci accarezzare.

              Città ch'un dì cingesti materna appassionata
              le mie parvenze fragili, dal vento lieve avvolte
              quel sìbilo tuo gelido carpiva i miei tormenti,
              ma di letizia fèrvida premèa quell'aura tua
              sull'ali mie morenti:
              anelito di vita giungèa così vivace
              al mio fluìre indòcile!

              Ribelle or io che sono, m'appello ancora a te,
              mia atlantide segreta,
              mio fùlgido pianeta.
              un dì m'inchinerò,
              silente aliterò i miei sogni al tuo cospetto,
              e grazie porgerò senz'ombra d'amarezza.

              tu grande, tu fortezza,
              tu storia, tu bellezza
              custode amica tenera sei della mia tristezza.
              amor t'ho un dì donato - spietato, incontrollato
              tra te ed il còr mio gelido si cela quel peccato.
              Parole, poi pensieri t'appartengono,
              oggi e ieri.

              Lo spirito indomìto risponde al tuo richiamo
              selvaggio come un bimbo che sazio mai non è.
              Composta nel 2004
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                Scritta da: Mariluce
                in Poesie (Poesie d'amore)

                spicco il volo

                Intensa e indòmita questa paura d'amare,
                quest'aura candida che i lineamenti sfiora,
                e incauti, impenitenti i desideri
                impongono ai miei tormenti sfogo.

                Testa e fuoco,
                arcano impero in gioco,
                stonate strofe in volo incrocio.

                Chè d'anima io vivo,
                per colei cui or scrivo
                poso il tocco.

                Destino è il mio balocco,
                razione impura la paura cela,
                a divenir donna, qual pomo d'assaggiare,
                come spazio infinito cui confinare
                angeli in volo, e lasciarli cantare.

                E canto d'amore, canto alla luna,
                urla d'un cuore senz'alcuna vergogna,
                svelando d'ardori, talora
                un velo lieve posa ancora.

                Chè d'anima io vivo,
                per colei cui or scrivo,
                ché d'immenso io ne gioivo
                per colei cui già pativo.

                Porgo al cielo i miei sospiri,
                serbo astuta i miei deliri,
                in un secreto mesto pianto
                sciolgo il muro mio d'amianto.

                Urlando amore al silenzio,
                mirando aurore, ora penso
                lo spirito va a fuoco,
                e spicca il volo,
                ancora un poco.
                Composta venerdì 20 novembre 2015
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                  Scritta da: Mariluce
                  in Poesie (Poesie d'amore)

                  Amore sbiadito

                  Mani sottili
                  s'insinuano avide
                  sul tuo corpo d'amianto,
                  e nel pianto
                  risuonan gentili
                  le parole.
                  E i sorrisi,
                  purpuree viole di cera,
                  e fiera
                  la brama d'averti
                  toccarti
                  sognarti.
                  In eterno per te
                  scrutando il mio cielo
                  che lacrima sangue
                  su un candido velo
                  di piume coperto.
                  Il tuo volto è scoperto:
                  "è gioia,
                  o è lamento?"
                  e il cuore sgomento
                  rimane perpetuo.
                  Per un tiepido affanno
                  che lo tradirà.
                  Sarà amore vero?
                  No, forse, chissà.
                  Io so per di già
                  che t'ho amato.
                  Che t'ho amato
                  so solo.
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                    Scritta da: Lidia Onoicu-nani
                    in Poesie (Poesie d'amore)

                    Addio

                    Addio! Tu sussurri,
                    lento come la pioggia estiva,
                    Hai paura di fare male
                    A quelle palpebre piene di lacrime
                    come la rugiada che scalda
                    la mattina estiva le petali di fiori

                    Addio! Dirai di nuovo
                    come il vento che soffia tra foglie
                    spolverando la pace
                    avendo paura di disturbare i miei pensieri
                    pieni di sofferenza e dolore.

                    Addio! tu dirai piano
                    ma lo sentirò
                    Anche se non sarò una foglia
                    spogliata dalla pioggia e dal vento
                    mi sentirò felice e con sorriso fresco
                    Addio! ti dirò
                    Ti aspetterò!
                    A presto!
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