Mani sottili s'insinuano avide sul tuo corpo d'amianto, e nel pianto risuonan gentili le parole. E i sorrisi, purpuree viole di cera, e fiera la brama d'averti toccarti sognarti. In eterno per te scrutando il mio cielo che lacrima sangue su un candido velo di piume coperto. Il tuo volto è scoperto: "è gioia, o è lamento?" e il cuore sgomento rimane perpetuo. Per un tiepido affanno che lo tradirà. Sarà amore vero? No, forse, chissà. Io so per di già che t'ho amato. Che t'ho amato so solo.
Mi ritorna a volte in sogno, perché quando hai amato così tanto, puoi seppellirlo ovunque credi, ma riaffiora sempre all'improvviso, quando abbassi le difese.
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