Scritta da: Michele Violato
in Poesie (Poesie d'amore)
Voglio credere
nell'illusione di un amore che è comunione.
Voglio credere
in una passione che toglie il respiro.
Voglio credere
in noi che siamo uno.
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Voglio credere
nell'illusione di un amore che è comunione.
Voglio credere
in una passione che toglie il respiro.
Voglio credere
in noi che siamo uno.
Vorrei esser
la tua ombra
per seguire
il tuo cammino.
Vorrei esser
la tua mente
per toccare
i tuoi pensieri.
Vorrei esser
la tua lingua
per baciarti
quando parli.
Vorrei esser
ciò che vedi
per specchiarmi
nei tuoi occhi.
Vorrei esser
saponetta
per lavarti
il dolce viso.
Vorrei essere
il tuo corpo
per restare
insieme a te.
Son felice e non lo sono
sto impazzendo
inutilmente.
Tu nemmeno puoi sapere
che stanotte un sognatore
t'ha portato nel suo letto.
A volte ti penso in modo tenero
a volte in modo folle
a volte guardando la luna
a volte in riva al mare
scandalosamente
passionalmente
ma sempre con amore.
A volte penso alle tue labbra
a volte alle tue mani
a volte sento i peccati
prendermi l'anima
e li sento leciti sul mio corpo.
A volte immagino
a volte sogno
e disegno con le labbra
ogni tuo contorno.
A volte ti penso semplicemente
senza una ragione.
Ma quello che non accade "a volte"
– ma sempre –
è di sentirti parte di me.
Guarda la luce che filtra
dalle spesse vetrate
la sua intensità in crescendo
arroventare sulle tue mani
in protezione di un viso
prigioniero della lacrima
no, non è una giornata densa di aspettative
meglio quindi scivolare dentro le voragini
di un cielo capovolto
aspettando che una nuova luna
possa quietarti. Senti anche tu
lo svolgersi del tempo
così impreciso come un ingranaggio difettoso?
Agli occhi non resta altro
che appoggiarsi alla notte
strisciando sopra il respiro della terra
toccando gli oceani lividi e i mari più estesi
a d'ogni cosa c'è un fine
è possibile credere ora
che io sia soltanto una parte immedesimale
delle tue ricchezze
un flusso d'aria
spinto nell'eterna ricerca
di quello che addietro persi e mai dimenticai.
Fioriscono carezze
nel giardino d'inverno.
Zefiro
in brividi assopiti
increspa la pelle
di improvvise onde.
Nel cerchio del cielo,
i respiri
tengono in grembo
il sole.
Resto qui, corro nel vento ancora, per te, sempre.
I miei pensieri ho dedicato alla vita e ai tuoi respiri,
i ricordi sono ancora troppo acerbi per poterli lasciare scivolare via.
È un turbinio di dolci sensazioni mai assopiti,
i tuoi occhi stampati sui miei, la tua anima mi hai donato,
ed io l'ho colta in un impeto d'amore, nostalgia e rimpianto
ancora una volta.
Rimarrai l'amore più bello che ho avuto
Rimarrai dentro di me come l'amore eterno,
così com'era il Natale dei miei giovani anni.
Rimarrai dentro di me
e ti conserverò come la fotografia più bella
nell'inverno del cuore.
Rimarrai dentro di me il segreto più sacro.
Rimarrai in me nel dolore che mi porto dentro.
Rimarrai dentro di me
come le lacrime rimangono nei miei occhi apparentemente asciutti.
Schiava di voci
attente
all'obbedienza
nella funzione del perfetto
incastro maschile - femminile
dall'occhiello si sganciano i bottoni
senza strappo, lenta
mente. Nudo oggetto
sono tua
Signore
privata di innocenza
pronta all'uso
maschile consacrato.
Il mio paese è candido-pulito
si lava quando piove
non affoga a mare
quando tramonta il sole
i fuochi ardono
i vetri dei balconi.
Aspetto che rintocchi
la campana e l'orologio
segni l'ora, allora
il mio pensiero
incontra amore.
Ci siamo conosciuti a teatro
lezione di drammatizzazione
subito ci siamo detti addio
promettendo eterno amore
ogni sera ci incontriamo col pensiero.
E il pensiero vola
sarà che la mancanza dà appetito
di riempire oltre lo spirito la carne
ora ho il frutto dell'amore nella pancia.
Niente gossip il mio paese è candido-pulito.
Tante piccole biglie colorate
riempiono i miei pensieri.
Una ad una si snodano
lungo il filo conduttore della mia esistenza terrena.
Quella bianca abbacina
di un ricordo che mi strazia.
Poi la verde, la blu
riemergono nel mio conscio
con le loro gradevoli nuances
di speranza e apertura: cieli azzurri.
Ma ecco arrivare quella rossa: ardente, impetuosa
come il mio amore perduto...
figlio, dove sei?
Torna da me, infilerò un'altra biglia,
una perla per propiziare il tuo ritorno tanto agognato:
eccola, rifulge d'un grigio
talmente luminoso da richiamare le mie lacrime.
Infilo una biglia sfaccettata, di venature incerte
come incerto è il mio stare su questo mondo,
in questo tempo.