in Poesie (Poesie d'amore)
Ancora ho gli occhi come le stelle.
Ancora le osservo ed abbasso lo sguardo
Stesa sulle nuvole con la luna che mi ninna
Non fa mai freddo lassù
Ma è un inferno senza i suoi abbracci.
Composta domenica 20 maggio 2018
Ancora ho gli occhi come le stelle.
Ancora le osservo ed abbasso lo sguardo
Stesa sulle nuvole con la luna che mi ninna
Non fa mai freddo lassù
Ma è un inferno senza i suoi abbracci.
Sei un fiore delicato,
a volte emozionato
quando mi stringi a te
mi sento come un re,
con immensa gioia e passione.
Mamma Donna super
incantevole della mia vita
mi doni emozioni e felicità
con la tua semplice onestà!
Dedichi con tanta pazienza
i miei capricci
a volte ti perdi nei miei capelli
giocando a fare i ricci,
coccolandoli come se fossero coriandoli.
Mamma,
sei una santa
dici sempre che non sei mai stanca,
sei il mio universo
la mia stella lucente,
splendente con la tua straordinaria mente.
Mamma,
Donna fantastica della mia vita eterna!
Febbre che assale
come sasso che cade,
come pietra di mulino
che struscia e bagna,
nella pudica profondità del bacio
solo immaginato:
ecco questo amore.
Ora forno abissale, rovente
eterno tormento infernale,
ora delicata, tiepida brezza
che abbraccia il corpo, lo carezza.
E se, a tratti, gelido, l'oblìo
reca sollievo, subito torna
il pensiero dell'abbraccio,
il tocco che sfiora i tuoi capelli,
che si fa tatto.
Sapeva già l'amassi.
Questo mi bastava.
Bastava a lei.
Punto.
Oggi avevo bisogno di te.
Che poi non solo oggi, a pensarci bene
anche ieri, e ieri l'altro.
Beh diciamo allora che ho sempre
bisogno di te,
oggi un po' di più.
Ho bisogno di parlarti.
Ho bisogno che tu mi ascolti.
E poi che tu mi parli e che io ti ascolti.
E vado da un pensiero all'altro,
passando dal cuore,
senza stare a pesare il senso
grammaticale delle parole,
lasciando perdere le scienze esatte,
la cortesia del mio silenzio,
i dubbi legittimi sulle identità.
Certo, certo, il mio metabolismo lento,
il mare, i viaggi, i treni.
Si, lo so; gli anni, i problemi,
la gente che ci gira intorno
senza sapere ci siamo;
i bicchieri,
la musica,
i soldi,
le case,
le città,
i passi.
Ma chi se ne frega.
Chi se ne frega del mondo,
se tu non ci sei più,
per me.
Dai,
raccontami una favola,
tienimi seduta fra le gambe,
infila il tuo volto tra i miei capelli,
esplora le mie latitudini;
raccontami dei giorni,
quelli vuoti,
quelli belli,
quelli che non ricordi più.
Raccontami
a cosa pensavi prima di addormentarti,
con la testa sul cuscino
e le mani tra le lenzuola,
a cercare le mie.
Raccontami
la vita che avremmo vissuto
se avessimo continuato il viaggio,
insieme.
Anche in seconda classe,
lato finestrino, vista mare.
Raccontami,
dai.
Sii sempre te stesso!
Non conta chi passa
ma nella tempesta scappa
conta chi resta quando scende una lacrima,
il cuore ha più ferite da curare
e il sorriso non è poi così reale.
Che rumore assordante
che fa il silenzio
quando il mio tutto
diventa il pensiero verso te.
Quando ti guardo,
assaggio la tua pelle.
Quando ti bacio,
vedo la tua anima.
Il tuo profumo mi avvolge in un abbraccio
le tue espressioni mi incuriosiscono;
la reciti bene la vita.
Faccio l'indifferente per conquistarti.
Non sono contento di amarti,
è una condanna di un'altra dimensione
ne sono obbligato
devo scontare la mia pena.
Scontato come il sole.
L'odore dell'amore, la gioia,
il calore, il battito del cuore.
Scontato fin che c'è.
Ci manca, e scontato più non è.