Scritta da: Maria Petrisi
in Poesie (Poesie d'amore)
E squassa
le pareti del cuore
l'Eco struggente
che l'Universo
restituisce
al mio canto.
Composta lunedì 25 luglio 2016
E squassa
le pareti del cuore
l'Eco struggente
che l'Universo
restituisce
al mio canto.
Se tu ascoltassi questo mare
non farebbe altro
che ripeterti Il tuo nome
tanto quanto i pensieri su di te
a cui ad esso ho riposto.
Bello vivere tra due mondi,
anche sé spesso si soffre.
In una,
ti ubriachi con la pioggia
nell'altra,
con il sorriso della gente che non conosci.
Sai cosa succede?
Che una mattina ti alzi,
dopo aver passato una notte da dimenticare,
insonne,
di quelle che ti obbligano a stare sveglio
e sentire che la ami.
Ora,
non sai quanto si senta stupido
uno così,
subordinato all'ordine del silenzio.
Ricordi,
un luogo lasciato tempo fa.
Come la casa al lago dei nonni.
Venduta.
Un luogo vissuto ma troppo remoto per farvi ritorno.
Così, sentire qualsiasi parte del tuo corpo che ti proietta a lei
ma evitarlo.
Per non creare malesseri.
Anche se è l'unico posto che abbiamo.
Anche se per te, lei,
voleva dire casa.
Ti lascerò decidere il ritmo del mio cuore.
Ti lascerò modo d'infiammarlo.
Te lo donerò nel palmo di una mano.
Abbine cura.
Abbiamo fame d'amore,
di mani che ci tengano
e di braccia che ci stringano.
Abbiamo bisogno l'uno dell'altro.
Sulla soglia
di un pensiero
Un ricordo
Un'immagine
Ad un passo dal cuore
Riaffiora
e scalpita
In un attimo
Mi sorride
Ancora.
Quando si faceva l'amore
era sempre una grande emozione.
L'adrenalina, gli sguardi
e tutto ciò che concerne il momento prima.
Lei all'inizio era sempre un po' impacciata
non insicura, ma si avvertiva un certo imbarazzo
poi si lasciava andare
a me piaceva quell'aria un po' da bambina.
Quando lei faceva l'amore
faceva l'amore e s'avvertiva.
Quando lei faceva l'amore
io ero distratto.
Una sera andammo a cena,
una sera comune
senza infamia e senza lodi.
Cosa prendemmo?
Bravo chi se lo ricorda.
Ricordo solo che bevvi due birre
tutto qua.
Finito di mangiare
andammo nella nostra alcova.
La spogliai.
Mi spogliai.
Il resto andò da sé.
Quella sera mi sentii strano.
Sentivo una sorta di torpore venire da dentro
un calore, che mi bruciava il petto.
All'inizio ebbi paura d'un malore
ma non lo detti a vedere.
Continuai come sempre.
Come ogni volta.
Ma nel petto il calore si faceva sempre più grande
e si espandeva come un incendio in una foresta di alberi secchi.
Poi capì.
Quella sera la volli bene come non mai.
Quella sera ci feci l'amore.
Ci ricomponemmo.
Lei disse che era stato diverso.
Le era piaciuto
e che avrei dovuto bere più spesso la birra prima di farlo,
poi si voltò sul fianco e mi diede le spalle.
L'abbracciai e la tenni stretta tra le mie braccia.
La baciai non so quante volte il capo.
L'amai.
Quella sera l'amai come non mai.
La strinsi forte forte a me
per paura che andasse via.
Quella sera l'amai.
Ci vollero due birre per capirlo.
Gli amori di carta bruciano
e s'accartocciano
come pagine nel fuoco.
Vorrei vedermi vivere
tra le righe di una tua poesia
e poi
morirci dentro.