Poesie d'amore


in Poesie (Poesie d'amore)

La separazione

Gli sguardi intensi dei due giovani cuori
ormai perduti nelle braccia dell'altro
non possono esser divisi
mi viene dolore al sol pensiero
non si può dividerli
perché quella gioia che ti pervade
quando li guardi non ha confronto
con nessun altro sentimento forte
non esiste niente di più bello dell'amore
sincero e passionale
dei giovani cuori immortali.
Composta domenica 10 giugno 2012
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    Scritta da: Brunason
    in Poesie (Poesie d'amore)

    Comunicazione

    Lazzi e frizzi hai procurato
    Mille spine t'ho spuntato.

    Cento strali avvelenati
    M'han raggiunto: assatanati!

    Sei tenace, in verità!
    Morsicature a sazietà.

    Provocante e un po' saccente,
    ma un tantino deludente.

    Sai amico, che ti dico?
    Un bel dono ti predìco.

    Se ti stanchi ti farò
    feste, danze e roccocò.
    Composta venerdì 24 giugno 2011
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      Scritta da: Marianna Mansueto
      in Poesie (Poesie d'amore, Poesie d'Autore)
      "Addormentarsi adesso
      svegliarsi tra cento anni, amor mio..."

      "No,
      non sono un disertore.
      Del resto, il mio secolo non mi fa paura
      il mio secolo pieno di miserie e di scandali
      il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
      Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
      sono del ventesimo secolo e ne son fiero.
      Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
      e battermi per un mondo nuovo..."
      "Tra cento anni, amor mio..."
      "No,
      prima e malgrado tutto.
      Il mio secolo che muore e rinasce
      il mio secolo
      i cui ultimi giorni saranno belli
      la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
      il mio secolo splenderà di sole, amor mio
      come i tuoi occhi..."
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'amore, Poesie d'Autore)

        Ninnananna

        Posa il capo assopito, amore mio,
        umano sul mio braccio senza fede;
        tempo e febbri avvampino e cancelliano
        ogni bellezza individuale, via
        dai bambini pensosi, e poi la tomba
        attesta che effimero è il bambino:
        ma finch'è spunti il giorno mi rimanga
        tra le braccia la viva creatura,
        mortale sì, colpevole, eppure
        per me il bello nella sua interezza.

        Anima e corpo non hanno confini:
        agli amanti che giacciono sul suo
        tollerante declivio incantato
        in preda al deliquio ricorrente,
        solenne la visione manda Venere
        di soprannaturale armonia,
        di universale amore e speranza;
        mentre un'astratta intuizione accende,
        in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
        dell'eremita l'estasi carnale.

        Passano sicurezze e fedeltà
        allo scoccare della mezzanotte
        come le vibrazioni di campana,
        e forsennati alla moda lanciano
        il loro pedantesco, uggioso grido:
        il costo fino all'ultimo centesimo
        - sta scritto in tutte le temute carte -
        andrà pagato, ma da questa notte
        non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
        non un bacio o uno sguardo sia perduto.

        Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
        che i venti dell'alba, mentre lievi
        spirano intorno al tuo capo sognante,
        mostrino un giorno di accoglienza tale
        che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
        paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
        meriggi di arsura ti ritrovino
        nutrito dei poteri involontari,
        notti di oltraggio ti lascino andare
        sorvegliato da ogni umano amore.
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          Scritta da: Marilù Rossi
          in Poesie (Poesie d'amore, Poesie d'Autore)

          Pena d'amore

          Il clamore d'un passero sulle grondaie,
          La luna brillante e tutto il latteo cielo,
          E tutta quella famosa armonia di foglie,
          Avean cancellato l'immagine dell'uomo ed il suo grido.

          Una fanciulla sorse che aveva labbra rosse e dolenti
          E sembrava la grandezza del mondo in lacrime,
          Condannata come Odisseo e le navi travagliate
          E orgogliosa come Priamo assassinato con i suoi pari.

          Sorse, e sull'istante le grondaie piene di clamore,
          Una luna che si arrampicava su un vuoto cielo,
          E tutto quel lamento delle foglie,
          Potevano soltanto comporre l'immagine dell'uomo e il suo grido.
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