Scritto da: Roberto Giusti
in Diario (Delusioni)
Nel mondo siamo in tanti a essere soli.
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Nel mondo siamo in tanti a essere soli.
Come si fa quando capisci che bisogna lottare anche per star bene con gli altri e mentre ci provi perdi tutto ciò che hai creato per te stesso? Le lotte superate, i concetti consolidati, il futuro chiaro e l'essere, l'anima e l'io in armonia. Quando hai lottato anni per riuscir a star bene prima di tutto con te stesso, accettarti e accettare la tua vita... e alla fine non ti rimane né l'uno, né l'altro?
T'avrei amata e t'avrei amata più forte se me lo avessi chiesto, ma in questo mondo quando si tratta d'amore son poche le persone e troppe le parole.
È quando la notte poggiate la testa sul cuscino che si sentono le mancanze. Quando state lì soli, a fissare il vuoto, con le cuffie collegate al vostro cuore e il testo di quella canzone che vi piace tanto. È così che si accendono i ricordi... voi e nessun altro a tendervi la mano, dirvi la parola giusta di conforto o regalarvi un semplice abbraccio.
È quello il momento in cui si fanno i conti con se stessi, con i propri problemi, le proprie paure e insicurezze... è quello il momento in cui ci si guarda dentro senza pregiudizio, restando nudi davanti a se stessi coperti solo da quella stupida paura di non essere all'altezza di questa vita o ammettere che infondo abbiamo bisogno di qualcuno che nella nostra vita non c'è più.
Condividerò con il silenzio i miei segreti, perché so che almeno lui non mi tradirà.
Lei aveva il potere di riportarti in vita con lo sguardo e di distruggerti con una parola.
Dì ai miei occhi che non ti vedranno. Dì alle mie braccia che non ti abbracceranno. Spiega alle mie mani che non ti toccheranno. Fallo tu, io non posso.
Lei si rese conto che il raccontarsi, l'essere sincera, denudare la sua anima, era offrire al suo ascoltatore proiettili mirati su di lei. Il suo modo di essere, la penalizzava in partenza. La dolcezza, il suo bisogno d'amore, la rendevano tremendamente vulnerabile. Non si è stronzi, ci si diventa, il dolore che lacera l'anima è devastante. Dei momenti si chiedeva perché... il comportarsi bene attirava immancabilmente le persone meschine, era una calamita.
Aveva promesso a se stessa che non avrebbe più sofferto, che non avrebbe dato più fiducia a nessuno. Il così detto "Non accettare le caramelle dagli sconosciuti". Ma era sempre lei ad armare chi l'avvicinava. Non riusciva ad essere stronza, era più forte di lei dare fiducia. Le parole hanno un potere atroce, il credere è micidiale. Lei era un libro aperto, era giunto il momento di chiudere il libro per sempre. Non avrebbe più armato il suo assassino. Sì, era l'unica soluzione possibile, chiudersi in lei. Aveva così tanto amore da dare, ed era veramente un delitto rinunciare a darlo. Ma l'amore è una cosa rara, preziosa, speciale, e non si dà a chiunque, ed oggi ci sono troppi "chiunque" che non lo meritano.
Così prese l'amore, tutto quello che aveva dentro e fuori di lei, lo accarezzò, come si accarezza una cosa fragile, delicata, magica, unica e lo chiuse per sempre. Poi alzò lo sguardo al cielo, contemplò il blu e sorrise, a testa alta avanzò per la sua vita.
Colpa mia... questa è la mia natura. Colpa mia... posso solo provare amore, posso solo amarti. Confesso, faccio qualunque giuramento. Colpa mia.
Parkinson:
c'è un postulato su cui si fonda questa malattia: "oggi stai meglio di domani"... il resto sono favole.
Ora ho accolto la sua presenza con umiltà, ho imparato a rispettarlo fin da subito sapendo che col tempo Lui avrebbe vinto. Nel frattempo tutto è cambiato, ho dovuto imparare a prendere anziché dare, a dire grazie a chi mi aiuta, ad essere guardato con imbarazzo da chi non sa.... Ho imparato...
Dentro sono vivo e urlo con forza contro un sarcofago di cemento che mi avvolge sempre più accuratamente... lui, il mio corpo, non si vuole più muovere... ma ancora sono fortunato... si che le mie lacrime scorrono via allegre e scivolano calde sul viso... beate loro che ancora sono libere!