Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Sognato per l'inverno a... lei

Andremo, d'inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli posa
nei cantucci molli. Tu

chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri
smorfiare l'ombre delle sere,
la plebaglia di démoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.

Poi la tua guancia graffiare si sentirà...
un bacetto, un ragno matto, ti correrà
sul collo... Intanto

tu mi dirai: "Cerca! ", chinando a me la testa
- prenderemo tempo a scovare quella bestia
- che viaggia così tanto...
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Colore di pioggia e di ferro

    Dicevi: morte, silenzio, solitudine;
    come amore, vita. Parole
    delle nostre provvisorie immagini.
    E il vento s'è levato leggero ogni mattina
    e il tempo colore di pioggia e di ferro
    è passato sulle pietre,
    sul nostro chiuso ronzio di maledetti.
    Ancora la verità è lontana.
    E dimmi, uomo spaccato sulla croce,
    e tu dalle mani grosse di sangue,
    come risponderò a quelli che domandano?
    Ora, ora: prima che altro silenzio
    entri negli occhi, prima che altro vento
    salga e altra ruggine fiorisca.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Per non dimenticare...

      E tutti
      ci ricorderemo dove eravamo in quel
      momento. Seduti in macchina a
      cercar parcheggio, con la testa
      tra i surgelati a cercar la
      paella, davanti al computer a
      cercare la frase giusta. Poi uno
      squillo di telefonino, e
      l'amico, il parente, il collega
      che ti staccano una storia
      inverosimile di aerei e
      grattacieli, ma và via, dai,
      lasciami perdere che oggi è già
      una giornata difficile, ma lui
      non ride e dice: ti giuro che è
      vero. Ricorderemo l'istante
      passato a cercare in quella voce
      una qualunque sfumatura di
      ironia, senza trovarla. Ti giuro
      che è vero. E non dimenticheremo
      la prima persona a cui abbiamo
      telefonato, subito dopo, e
      nemmeno quel pensiero -
      immediato, sciocco ma
      incredibilmente reale - "Dov'è
      mio figlio? ", i miei figli, la
      mamma, la fidanzata, domanda
      inutile, perfino comica, lo
      capisci subito dopo, ma intanto
      è scattata - la Storia siamo
      noi, è solo un verso di una
      canzone di De Gregori, ma adesso
      ho capito cosa voleva dire -
      risvegliarsi con la Storia
      addosso. Che vertigine.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
        non dico che fosse come la mia ombra
        mi stava accanto anche nel buio
        non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
        quando si dorme si perdono le mani e i piedi
        io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

        durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
        non dico che fosse fame o sete o desiderio
        del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
        era qualcosa che non può giungere a sazietà
        non era gioia o tristezza non era legata
        alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
        era in me e fuori di me.

        Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
        e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Il mio secolo non mi fa paura

          Il mio secolo non mi fa paura,
          il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà
          il mio secolo coraggioso e eroico.
          Non dirò mai che sono vissuto troppo presto
          o troppo tardi.
          Sono fiero di essere qui, con voi.
          Amo il mio secolo che muore e rinasce
          un secolo i cui ultimi giorni saranno belli:
          il mio secolo splenderà un giorno
          come i tuoi occhi.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Ti guardo e il sole cresce

            Ti guardo e il sole cresce
            Presto ricoprirà la nostra giornata
            Svegliati cuore e colori in mente
            Per dissipare le pene della notte

            Ti guardo tutto è spoglio
            Fuori le barche hanno poca acqua
            Bisogna dire tutto con poche parole
            Il mare è freddo senza amore

            È l'inizio del mondo
            Le onde culleranno il cielo
            E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
            Tiri il sonno verso di te
            Svegliati che io segua le tue tracce
            Ho un corpo per attenderti per seguirti
            Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra
            Un corpo per passare la mia vita ad amarti

            Un corpo per sognare al di fuori del tuo son.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Nel cerchio di un pensiero
              a volte mi riposo sognando
              e lí sta il tuo peccato
              perché mi entri nel corpo
              e il corpo si appassiona
              gridando di un'estasi che non è sua
              altri giovani amanti diciamo
              che sono presenti
              nei tuoi baci nelle mie disattenzioni
              infatti su di me hanno camminato
              le ombre dei morti
              di coloro che sono inceneriti
              in un letto
              e non hanno mai avuto niente.
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