Poesie personali


Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Ho voglia ho bisogno
Dei fiori di pesco

Del sole che bacia la pelle

Di campi dorati di prati fioriti
Di brezze leggere di frutti nel cesto

Di fiumi e di mari quelli pieni di stelle

Ho voglia ho bisogno di te amore mio
Dei risvegli con te del tuo aprir di corolle
Dei sorrisi che scaldano il cuore

Di volare con te dentro al vento
Senza fare rumore.
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    Scritta da: Andrea Mantello
    in Poesie (Poesie personali)

    Non Esiste

    Batte al cuore il timore e l'esistenza
    tra le lotte tumultuose per l'essenza
    di un soffio che diventa speranza.
    L'apparenza si fa strada e rapisce
    quella scena in cui l'arte s'avvilisce
    L'essenziale alla vista svanisce.

    Scorre lento questo flusso inondante
    le parole come un fiume che straripa
    le emozioni sono un soffio ridondante
    dentro il flusso incessante della vita.

    Non esistono parole ricercate
    accerchiate dentro un cerchio di fuoco
    che si dicono per gioco o cantate
    ripetute mille volte, esasperate...
    Come le rime di chi scrive senza arte
    solo carte e nemmeno una poesia
    solo aria in un pensiero che non parte
    come porte chiuse in faccia sulla via.

    Non esistono illusioni che non fanno male
    l'eterna intersezione tra sogni e sconfitte
    tra bisogni di fama e silhouette
    Una soubrette con un sogno normale
    finisce nella polvere sull'ultimo scaffale
    mentre i commerciali in copertina sul giornale.

    È il funerale della voglia distrutta
    nell'era devastante dell'autodidatta
    dove basta youtube e un divano
    un paio di tutorial e diventi Joe Cassano.

    Si parla di musica a cassette
    insultando cravatte al potere
    ubriacandosi di rime a "virgolette"
    ostentando fantomatiche galere.

    Ma ciò che manca è la cruda realtà
    di chi canta quella brutta povertà
    è la voce che lascia la sua impronta
    "la povertà si vive, non si racconta"
    Composta martedì 28 gennaio 2014
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      Scritta da: Luigi Berti
      in Poesie (Poesie personali)

      Droga

      C'è stato un giorno in cui io pensavo,
      che il mondo fosse bello e umano,
      ma il momento che vivo adesso,
      mi cambia le regole e le idee spesso,
      viviamo ma non sappiamo come,
      in un mondo che non ha più la ragione,
      voi siete in ogni angolo del tempo,
      distesi con un ago dentro il corpo,
      la droga è la vostra distrazione,
      vi cambia il mondo e la ragione,
      ma a cosa pensi adesso,
      che non vedi più il tuo volto,
      e non provi più nessun sentimento,
      vedi la vita che ti sorride anche quando muore,
      non riconosci più tuo padre ne tua madre,
      perso è il tempo in cuoi scrivevi e ricordavi,
      il bambino che aveva composto sogni veri.
      Questa droga sta cambiando te,
      sta cambiando te, ma non me,
      perché io vivo canto sogno e respiro,
      anche se tutto non va sorrido e scrivo,
      quando sono triste sottovoce grido,
      la droga che prende nelle mie vene
      è solo la gioia nel vedere,
      il mio sorriso riflesso su ogni viso.
      La droga è una grande malattia,
      soltanto l'amore e l'allegria,
      la porterà via.
      Composta martedì 28 gennaio 2014
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        in Poesie (Poesie personali)

        L'arte suprema

        Il primo giorno dell'atto creativo
        sul buio delle tenebre dell'abisso,
        con la materia informe vagante al caso,
        il Supremo Sol profferì sia luce
        e luce fu in questo immenso caos.
        Nel secondo giorno creativo
        l'Eccelso Fattor separò la distesa
        celeste dall'azzurro marino
        donde emerse l'asciutto
        della crosta terreste e così
        con cieli e mari fu terzo giorno.
        Con le erbe a far semenza
        originò la vita vegetativa
        e, con prati verdeggianti, alberi
        fruttificanti, fiori variopinti
        dai profumi inebrianti, d'emblée
        fu vegetazione lussureggiante.
        Nel quarto giorno il Supremo Autor
        dipinse il firmamento con la luna
        e tante stelle e alla maggiore
        ordinò di presiedere al giorno
        e di scandire il tempo negli anni
        con l'alternanza delle stagioni.
        Al tiepido calor dei raggi solari
        di poi all'alba del quinto giorno
        vide luce anche la vita animale
        con schiere di pesci sfavillanti
        nei riverberi marini delle acque
        cristalline e, con volo pindarico,
        dal blu marino all'azzurrino
        stormi di uccelli dalle piume
        colorate a volteggiar nei cieli
        con l'armonia e la sinfonia
        delle loro dolci melodie.
        Siam così giunti al sesto giorno e,
        dopo mare e cielo, anche la terra
        si animò di ogni specie di animali
        dai rettili striscianti ai ruminanti,
        dal lupo ululante alla pecora belante
        fin al pianto dell'asino ragliante.
        Il Supremo Amor infin
        a sigillo della sua arte suprema
        formò l'uomo dalla polvere della terra,
        gli soffiò nelle narici un alito vitale
        e l'uomo divenne un'anima vivente
        a sua immagine e somiglianza.
        Ultimato l'atto creativo,
        il Creatore si riposò,
        benedisse il settimo giorno
        e lo santificò dopo tante mirabilia.
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          in Poesie (Poesie personali)
          C'è una voragine nel cuore,
          inghiotte ogni cosa di me,
          un vuoto incolmabile
          un precipizio,
          mi manchi,
          mi manca la tua flebile voce,
          le tue ansie,
          le tue paure,
          le tue raccomandazioni,
          adesso disperso nell'oblio
          mi lascio trascinare dalle onde
          del dolore, disperso su questo
          mare agitato, adesso sono
          solo come una barca senza timone,
          sballottato qua e là
          senza meta!
          Composta lunedì 27 gennaio 2014
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            Scritta da: C. Veratelli
            in Poesie (Poesie personali)
            Talvolta io cerco rifugio
            Nel silenzio
            Di quella
            Quiete che è sempre
            Più difficile
            Da trovare
            Quella quiete
            che possa come
            Vento allontanare
            Quelle nuvole
            Piene di pioggia
            E far risplendere
            Quel sole ormai
            da tempo nascosto
            E avvolto da una
            Densa nebbia
            Che sa coprire tutto
            Perché nata
            Dalla velenosa
            Abitudine di respiri
            Affannati.
            Composta lunedì 27 gennaio 2014
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