Poesie personali


Scritta da: Sandro Spallino
in Poesie (Poesie personali)

Alte speranze

Non vedremo più i tamerici
avvinti all'assetata luce
nembo o vortice che assonna
i lidi dal mare irrompe in spume,
torneremo alla tempesta che
sparpaglia un'acqua a un suolo
che barbaglia, ricorderemo ch'era
l'ambra il presagio, il cane
impazzito che abbaia.

Fosse vera la chimera che
mi chiude la vista a una verità
piu grande l'accoglierei, spalancherei
l'ultima aria, ma non sono
ne saremo mai quella fiaba amorosa
che l'occhio umano talvolta ubriaca.

Allora rimarrò qui tra il nulla e il
vuoto sperduto senza lasciare traccia.
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    Scritta da: Sandro Spallino
    in Poesie (Poesie personali)

    Molli silenti ore

    Mi eri troppo piaciuta
    sui colli fronzuti d'erba
    Che odono l'oblio lento di mare
    che l'anime fa placare.
    Nell'ore molli come l'ostia
    sui rovi solitari e crespi tacita l'estate,
    camminavi e sorridere ti fu facile
    e ascoltare il suono del mondo
    tanto che il tuo pallore divenne vermiglio
    come gelsi luccicanti di fulgore solare,
    bella più che mai, mai così ti vidi!

    Se sorridi tu che di rado lo fai,
    la terra fiorisce d'improvviso,
    la sera soffia sui granai galoppanti
    ed è festa per le verdi campagne.
    Dammi la tua mano chiara fresca di fontana
    E allieta la mia casa
    Li dove estua nera l'uva
    arrampicata e la notte si adagia.

    Dondolano i tuoi capelli castani
    Per l'aria vive e si dilata il sogno che regala.
    Vieni, usciamo, so che hai
    l'anima ingombra!
    Vieni tra le ristoppie a
    scoprire un eremo tulipano,
    non ti negare, ti sembrerà l'aprire,
    un dolce rinsavire in petto
    un vivere tra l'argento
    lontano dal tempo andato,
    vieni a camminare sul
    tramonto infuocato.
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      Scritta da: Sandro Spallino
      in Poesie (Poesie personali)

      Le labbra dell'anima

      Nelle tue labbra febbrili
      di avida vita sconvolta
      amai quei sentieri di porpora
      del piede desto e della
      tua marmorea coscia
      dove palpita e trasuda ogni
      nascente abisso.
      Vita, troppo vita in te
      abbonda e per le mie sgorga
      di un piacere che fu per
      te un incendio.

      Era l'occulta notte, e nel
      silenzio una bocca di schiuse
      voglie ardenti la tua, che m'illuse
      innanzi le tue mammelle divine
      ignude, su cui cadde la pioggia
      celeste e la mia corona sul
      diffondersi delle tempeste
      dei baci più forti della morte.
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        Scritta da: Sandro Spallino
        in Poesie (Poesie personali)

        Resurrezione di eva

        Ho sentito il tuo amore
        E tu mi hai donato il tuo,
        come fai a scrutare dentro i miei occhi
        a scendere le scale che portano
        alla mia anima ti dicevo,
        niente potrà mai dividerci,
        dico a te, ascoltami vita mia,
        sangue mio, sei fredda,
        sto parlando con te,
        ti chiamerò col tuo nome
        e ti sveglierò dalla sofferenza
        è uscirai dalle porte che ti hanno chiusa,
        farò scorrere il tuo sangue ancora,
        ovunque tu sia la mia immagine
        e dentro la tua mente
        e nel tuo cuore intrecciata,
        c'è oscurità ma sono di fronte a te,
        ti farò rivivere e non potrai morire più,
        con le stelle parlavamo, alzati
        e torna da me, mille anni sono passati,
        dico a te, ascoltami,
        io e tu, per sempre, io e tu soli,
        non esitare, antica è la nostra passione,
        apri gli occhi, il dolore sembra reale,
        le forze inabissate ho comandato,
        ho ordinato agli Angeli di sanarti,
        sorgi come sorge la luce,
        tengo la tua mano,
        sei lo splendore che squarcia
        il nulla dell'oscurità, sorgi anima mia
        e non andartene mai più
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          Scritta da: Sandro Spallino
          in Poesie (Poesie personali)

          Aurora

          Cosa vedo nel tramonto?
          Più di una luce il tuo
          Volto ho visto e i tuoi occhi
          D'estasi caduti in me come
          La pioggia, che fresca mattina
          Sei stata, vestita di aurora,
          fertile come la terra nera
          bagnata e ricca di semi
          che spunteranno domani,
          novella come una lettera
          inattesa, come il tuono
          improvviso sull'aquila,
          ho inondato di baci le tue
          labbra, la polpa dei tuoi
          seni bianchi d'amore,
          le tue bianche cosce
          da cui mi sentii invaso,
          sgorgato dal pettine beato
          dei capelli oro, e ti ho sorretta
          con le mie braccia,
          sentito tremare il sangue ad
          ottobre mentre si spaccava
          l'aria. Ora vuoi abitare nel mio
          paese, nella mia stanza,
          mangiare le fragole con me,
          odo che il mio ventre freme
          dinanzi te nuda col colore
          della vita, frutto che ha il
          sapore della carne rossa
          sui tuoi fianchi, fremo
          incatenato alla tua anima,
          col cuore in piena,
          e la gioia che spinge
          nella notte celeste
          il fragore nella mia casa.
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            Scritta da: Sandro Spallino
            in Poesie (Poesie personali)

            E ti chiamavo amore

            Ho attraversato la tua foto
            per giungere a te spaccando
            il vetro invisibile delle ore che
            ci separavano, col tuo sorriso
            raccolto nelle mie mani di barca
            e la mia voce strozzata per
            gridare il tuo nome sparso
            in un eco sulla tempesta salmastra.

            Aspettavo te, ti stringevo fra le
            canzoni e ti chiamavo amore,
            piangevi che mi tagliavi il cuore
            nel petto senza lasciarti mai la
            notte ti scrivevo attaccati come
            due strade, e ti baciavo bevendomi
            il respiro, sequestrandoti le labbra
            per non darlo al tempo che andava
            vorace come un treno ladro di
            passioni.

            Scivolavi nelle mie ossa che
            ti che ti amavano scrosciando la
            follia interna, vuotandoci del passato,
            parlavo ai tuoi occhi allegri
            riempendoti di memorie nelle camere
            sfinite coi piedi intrecciati in tante
            spine di rose che brillavano sotto
            le luci del mattino senza frasi vuote
            offrendo i nostri cuori al sole.

            Sei parte di me, oltre gli strappi
            come chi ha bevuto acqua e sale
            disperso tra le viole e ti ho chiamato
            amore. Dicesti che c'è? Se non
            piangi e non sorridi che attimo è?
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              Scritta da: Sandro Spallino
              in Poesie (Poesie personali)

              La dea

              Vieni femmina o dea
              dai luminosi scurissimi
              capelli trame del mio
              zelo, occhi sorridenti
              di luce nera
              intrigo di una tenebra,
              o maga foresta
              bagnata e la
              terra dove come la
              rondine io sfiorandoti col
              petto ancora in volo
              trovai il mio cibo, sussurrai parole
              di senso diverso,
              gridandoti di starmi vicina
              con i nervi sfasciati
              e l'amore troppo
              forte per le mandibole
              bloccate, sotto sopra e dappertutto tu,
              tenda di velluto,
              un raggio caduto su
              un papavero, metà sull'acqua,
              follia, inciampo in una risata,
              tu dietro passo dopo passo
              verso me sicura giungi
              passandomi per l'anima, aprendomi
              la paura, vai incendiaria
              vittoriosa e già lontana.
              Sei l'estate e i frutti
              caldi di essa, sui tuoi
              rami sosto e coccinelle sulle
              tue mani si posano, verde, giallo e il colore,
              ho chiesto al mondo
              e ballato con l'universo a ritmo
              di jazz, ho urlato di darmi te,
              pietre, allodole, alberi,
              in tutto girando ti ho vista
              baciandoti le palpebre, giocando
              col tuo stranissimo anello, luce
              della sera, spavento,
              il nome ho scritto
              sulla nuda roccia del
              falco e lì oggi dimoro, nome della rosa,
              labbra brucianti
              come l'assenzio tu sei ignara
              ma io ti assaporo
              nella battaglia e nel crogiuolo
              t'invoco, profezia
              e versi, liquida immagine di uno specchio,
              vengo dal futuro, nella tua
              anima me ho lasciato vagabondo,
              odore, fuoco.
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                Scritta da: Sandro Spallino
                in Poesie (Poesie personali)

                La bellezza

                Nei meandri delle infinite
                colorazioni dei tuoi occhi
                pulsano i mari d'europa
                m'illumino se li guardo
                e un'eco d'antiche beltà
                mi sfiora, vibra e s'infebbra
                vedendoti anche l'aurora.

                Stelle scendono sui fiumi a frotte
                mentre dorme la mia terra,
                s'inabissa il sole nella
                quieta sabbia eterna, lo sparviero
                l'oro ci porta, muta il tuo cuore
                fra un canto di sirena,
                odo il crogiuolo e il segreto dei meriggi
                lontani a primavera.

                La Vanessa che si posa
                su un intrigo spirale di chioma
                è un coro, vola e si disperde
                nel silenzio dei velieri
                a tarda ora, non seppi mai
                quell'amore di raccolto sangue
                ma il ramoscello d'anima
                talvolta s'infiora se mi guardi,
                spacca il marmo d'aria
                incantato cuore solo già se passi.

                Nascosta tra il giallo di belle
                margherite il tuo profilo a un cielo
                s'incide di madreperla, leggera
                fra meraviglie cammini sospesa da terra,
                eccoti esultare luce di una cometa
                dea fra umani, stesa nella selva.
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                  Scritta da: Sandro Spallino
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Bocca di cristallo

                  Su vieni più
                  vicina, una pioggia di neve
                  scivola nella quiete
                  labbra dell'anima
                  a gocce
                  mentre riposi nell'oro
                  di una siepe, portami
                  il mantello dei cavalieri
                  e inondami di cascate
                  quando seguo le scie
                  degli aerei oltre le
                  frontiere dei cieli,
                  un'altro bacio ti chiesi
                  d'improvviso giorno
                  segreto rifugio di uccelli
                  sotto amate lune
                  tra foci e le stelle.

                  Il tuo fiato colsi
                  lasciati alla luce
                  e un amore di battiti intensi,
                  ridesto vidi il chiarore
                  argento dei laghi
                  firmamenti, tua era la
                  bocca di salive fertili,
                  d'oasi ed estinte meteore.
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                    Scritta da: Sandro Spallino
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Senza te

                    T'amai per lungo tempo
                    affogando disperso la mia
                    testa e il vestito sotto la cupa
                    pioggia, non seppi il vortice di lame
                    sulla mia barba rozza ne il
                    vento che batteva pazzo sulla
                    mia faccia sporca d'amore
                    segnato da un flagello.
                    Voltasti le spalle a me e al mio
                    urlo affamato di ogni tua parola
                    che annegai nel chiuso petto.

                    Fuggii per le città senza un
                    bagliore rimbombando come un
                    treno incolore, spaccato ponte
                    da mille frane.
                    Dici d'amarmi ora che amo
                    un'altra, venuta da un giorno
                    rovesciato inghiottito da un
                    sordo faro.

                    Ora che mi ami, inseguendomi
                    come quell'ombra che fui io vado
                    lontano da te coperta solo
                    da uno scialle addolorato
                    mentre ti ho guardato lacrime
                    sulla bocca, perché un'altra
                    amo.
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