Poesie personali


Scritta da: lucrezia0
in Poesie (Poesie personali)

ad occhi hiusi.

Camminerò, ad occhi chiusi
questa sera,
in un giardino di sogni,
fra fiori di nuvole,
in un attimo
di eclissi di luna.
Ebbra,
tenderò le mani
ad occhi chiusi,
brancolando nel buio,
ed il tuo viso
toccherà le mie dita,
e le tue labbra, come carezze.

si schiuderanno, sensuali
sul mio corpo.
Ad occhi chiusi,
un gemito, un sospiro,
mi piegherò all'esigenza
delle tue carezze
e sussurrando il tuo nome,
mi annullerò fra le braccia
del tuo amore.
Composta venerdì 1 agosto 2014
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    Scritta da: Stefano Medel
    in Poesie (Poesie personali)

    Noi dell'igiene mentale

    Noi dell'igiene mentale,
    sempre visti con sospetto,
    con compatimento,
    e la nostra parola,
    non vale un cavolo;
    non possiamo dire,
    non possiamo urlare,
    non possiamo fare niente;
    solo subire;
    altrimenti,
    se facciamo i cattivi,
    ci rimettiamo,
    ed è sempre colpa nostra;
    e dobbiamo sforzarci il doppio,
    per dimostrare,
    che non siamo menomati;
    che siamo persone,
    non cose,
    non pesi morti,
    o solo stupidi;
    noi dell'igiene ne mentale.
    Composta giovedì 31 luglio 2014
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      Scritta da: Stefano Medel
      in Poesie (Poesie personali)

      Solo l'amore ci salva

      L'amore ci salva,
      l'amore ci aiuta,
      senza l'amore siamo perduti,
      soli come una rana d'inverno,
      come un pino isolato;
      l'amore,
      ci scalda,
      ci dà calore, e
      la voglia di parlare,
      di fare,
      ci fa tornare vivi,
      con la vogli di provare
      emozioni,
      e sentimenti;
      l'amore ci salva,
      se c'è.
      Composta mercoledì 30 luglio 2014
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        in Poesie (Poesie personali)

        Scroscio di memorie

        Discendevamo nel torrido del giorno
        estivo la mulattiera ciottolosa
        che al fiume inviolato portava
        intorno chiazze di granturco già alto
        frusciavano a brezze lievi
        tra verdi rovi brillavano drupe di more;
        abbarbicato sulla pietra
        in alto, il maniero turrito
        ove il padre di mia madre
        nel secolo fuggito era stato custode.
        Ancor, a metà sentiero
        i resti di un mulino diroccato
        da opunzie prosperose adornato
        con allato un borro torrentizio
        che musico borbottava; prima
        della striscia di riva pietrosa,
        snelli e flessuosi, giunchi e vimini
        confusi a spunti di canne fronzute.
        Oh meriggio al sole che picchiava
        fresche dolci acque incontaminate
        odor di ginestre a valle discesi
        apparir e sparir di rospi paffuti!
        Eravamo appena fanciulli allora:
        cuori giovani, senza affanno,
        in fioritura, con saccocce e menti vuote
        e ancor senza nodi il filo della vita!
        Come è strano e possibile che tanto tempo
        a mia insaputa pur sia passato!
        I ricordi, i ricordi in piena
        che gai si srotolano controtempo
        e riadducono a eventi andati
        che sottovento echi soavi e dolci
        riportano a un cuore che ride!
        Che n'è stato dello smilzo ragazzo
        sognante schivo e silenzioso
        che si immergeva tra bolle e spume
        svalutandone le insidie celate?
        Non di quelle ma di ben altre
        più mortali e inimmaginabili
        fu vittima tuffandosi nel vivere.
        Or congiunto a una speranza
        or disciolto da terribili pensieri
        con animo serrato
        e una volontà d'essere che frana
        attonito segue l'arco del sole
        nell'ansia di un venire ignoto
        che oltre imbruna e atterrisce
        chi sosta sulla fossa del ricordo.
        Composta domenica 20 luglio 2014
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          Scritta da: dantino
          in Poesie (Poesie personali)

          I poeti

          Camminano leggiadri i poeti
          senza la gravità che opprime
          volano alto e in girotondo, volano ovunque
          sopra le rogge, in cima ai monti bianchi
          si riposano di tanto in tanto, sopra le lavagne
          sillabando monache consonanti
          sono capaci, di muovere le greggi con poche parole
          fanno che si pianga d'ogni cosa
          credono convinti che non esista nulla, oltre le catene
          che questa vita sia una stanza chiusa senza porte
          per questo esplorano gli incanti
          che nessuno vede
          è il loro destino, di vivere tra i santi
          vagando incerti, senza punti fermi
          Volano come rapaci, volano senza distrarsi
          a caccia di serpenti e, con tenerezza
          amano conigli e tordi e ragni, e i bimbi
          dai quali rubano sovente i sogni
          nascono vecchi i poeti
          con le dita storte
          scrivono per non pensare e amano,
          amano la vita più d'ogni altro
          non la loro vita
          destinata al pianto
          non la morte insana destinata al lutto
          ma la loro morte, consacrata in vita al sentimento
          muoiono giorno per giorno
          consapevolmente.
          Composta martedì 29 luglio 2014
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